"Europa" di Lars von Trier per il Supercineclub del Rouge et Noir
Terzo capitolo dell'ideale "trilogia europea" del controverso regista danese
Quando
lunedì 18 novembre 2024Lunedì 18 novembre (ore 17:30 e ore 20:30) al Supercineclub del Rouge et Noir di Palermo per la prima volta un film di Lars von Trier, EUROPA (1991, 112 min), con Barbara Sukowa, Jean-Marc Barr, Eddie Constantine, Udo Kier, Ernst-Hugo Järegård.
Versione restaurata, in collaborazione con Cat People distribuzione.
Premio della giuria al festival di Cannes '91, terzo capitolo dell'ideale "trilogia europea" di von Trier, uno dei registi più talentuosi, discussi e controversi degli ultimi decenni. Dramma plumbeo, ritratto in un bianco e nero espressionista.
Leopold Kessler, americano di origini tedesche, arriva in Germania alla fine della II guerra mondiale per offrire il suo contributo alla ricostruzione del paese. Inizia a lavorare per la società ferroviaria Zentropa. Nonostante la sua volontà di rimanere estraneo ai conflitti che ancora lacerano il paese, si troverà invischiato nell'attività della resistenza all'occupazione statunitense.
Quando parliamo di Lars von Trier ci riferiamo sì a un regista, ma siamo piuttosto distanti dall'idea di industria cinematografica, ci troviamo più in area autoriale e quindi di ricerca artistica. Von Trier, fin dagli esordi, ha un controllo totale su tutti gli aspetti della realizzazione dei suoi film, dimostrando un interesse per il linguaggio cinematografico e per la forma raramente riscontrabili in altri registi della sua generazione. Nei suoi film la forma è parte integrante e attiva del contenuto.
"Europa" si colloca in una fase della sua ricerca che lo porta a sperimentare strategie registiche e tecniche complesse, se non addirittura sofistiche, a cominciare da una fotografia in bianco e nero contrastata e sottoesposta, volta a rimarcare la cupezza del contesto e del periodo storico in questione (siamo nel secondo dopoguerra). Il modello, nemmeno troppo celato, è il cinema espressionista tedesco.
Ecco, dicevamo che la forma è il contenuto: "Europa", quasi per opposizione semantica, è anche e soprattutto un film antiamericano; o meglio, una risposta artistica alla colonizzazione americana, militare, politica e culturale. Si tratta di una pellicola fondamentale nella filmografia di von Trier perché rappresenta uno spartiacque. Dopo avvierà, infatti, una seconda fase di ricerca, quella che lo renderà più noto al pubblico internazionale: "la stagione del dogma", in cui rinnegherà brutalmente quanto elaborato e portato avanti fino a quel momento. In questa nuova stagione, estrema e rivoluzionaria, il suo linguaggio cinematografico si ribellerà alle convenzioni dell'industria cinematografica mondiale (ancora ritorna l'"ossessione americana") distruggendo violentemente ogni modello preesistente, fino a risultare "sporco", difficile e per molti indigesto.
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