"I due papi" di Anthony McCarten al Teatro Naselli di Comiso
La pièce per la regia di Giancarlo Nicoletti ha come protagonisti Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo
Quando
venerdì 16 febbraio 2024Venerdì 16 febbraio, al Teatro Naselli di Comiso va in scena "I due papi", lo spettacolo di Anthony McCarten, con Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, per la regia di Giancarlo Nicoletti.
Cosa ha spinto Benedetto XVI, il più tradizionalista dei Papi, alla rinuncia del titolo e a consegnare la cattedra di Pietro al radicale ed empatico cardinale argentino? Da una delle pellicole Netflix più amate e seguite dal pubblico, dal testo teatrale di Anthony McCarten, nella traduzione di Edoardo Erba, debutta giovedì 23 novembre (ore 21:00), lo spettacolo "I due papi". Diretto da Giancarlo Nicoletti, lo spettacolo vede in scena Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, considerati tra i migliori del panorama teatrale italiano.
Nel cast dello spettacolo, anche Anna Teresa Rossini, Ira Fronten, Alessandro Giova. L'imponente scenografia che riproduce ora i giardini di Castel Gandolfo, ora la terrazza di San Pietro fino alla Cappella Sistina, affidata a Alessandro Chini, ha ricevuto il premio "Mulino Fenicio" come miglior scenografia.
"I due Papi parla, anzitutto, di due uomini e, allo stesso tempo, parla di tutti gli uomini - afferma Nicoletti nelle note di regia -. Parla del potere, di come a volte sia difficile se non impossibile per un solo uomo il fardello delle responsabilità, e ci pone l'interrogativo di quanto, veramente, sia giusto o meno perseverare o se non valga la pena, a volte, scendere dalla propria croce. Parla del rapporto tra l'uomo e Dio, dell'etica, delle aporie e degli interrogativi di ogni giorno della contemporaneità che corre, lasciandoci il dubbio se sia giusto sposare i tempi o ammettere l'esistenza di un che di immutabile ed eterno. Parla dell'essere umano, di quanto possiamo essere grandi e piccoli al tempo stesso, di come il dubbio e la difficoltà del vivere siano uguali a ogni latitudine e in qualsiasi posizione sociale. Credo che in questa universalità risieda il successo e l'apprezzamento trasversale, indipendentemente dal proprio credo, della pellicola di Netflix e, pertanto, il buono di riportare l'operazione al suo luogo di nascita: il teatro".
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