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"L'anno più felice della mia vita". Ai Cantieri culturali alla Zisa un omaggio ad Alan Lomax

Sponde Sonore dedica un concerto allo storico etnomusicologo statunitense

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venerdì 08 novembre 2024

Venerdì 8 novembre (ore 21:00) nel Capannone 18A ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo, per la rassegna Sponde Sonore, promossa da Arci Tavola Tonda, va in scena "L'anno più felice della mia vita - Omaggio ad Alan Lomax" del quartetto formato da: Enza Pagliara (voce e tamburo), Alessia Tondo (voce e tamburo), Dario Muci (voce e chitarra), Davide Ambrogio (voce e lira).

Alan Lomax

Nel periodo compreso tra il 1954 e il 1955, lo storico etnomusicologo statunitense Alan Lomax, assistito da Diego Carpitella, altro esperto di folklore e musica popolare, attraversò l'intero territorio italiano in lungo ed in largo. Settant'anni dopo il suo lavoro di ricerca continua a essere una pietra angolare, un punto di riferimento non solo per il suo valore scientifico e storico, ma anche e soprattutto per le sue implicazioni sociali e musicali. Le sue registrazioni sul campo offrono, ancora oggi, una fotografia di un cambiamento epocale, segnato dalla transizione da una società agro-pastorale a una borghese e capitalista.

Una foto di Alan Lomax (da Musica e tradizione orale nel Salento, Squilibri 2017)

Il quartetto vocale riprende in mano il lavoro svolto dall'etnomusicologo americano per riportare in luce, attraverso il canto polifonico, la sua impresa pionieristica, che diede ascolto e voce a una cultura non egemone, spesso ignorata e ai margini. Non a caso, il disco che raccolse le registrazioni effettuate durante la sua ricerca fu intitolato "Italian Treasury", sottolineando così non solo lo straordinario valore culturale dell'opera, ma anche il fatto che quel tesoro era rimasto a lungo nascosto e trascurato.

Per acquistare i biglietti online CLICCA QUI

Enza Pagliara

ENZA PAGLIARA, storica voce della Notte della Taranta, e tramite dischi come "Frunte de luna" e "Bona Crianza", si è segnalata come una delle voci più importanti della penisola Salentina ed è esponente chiave a livello internazionale delle tradizioni musicali del Sud Italia. Il suo background e la sua lunga esperienza come ricercatrice musicale fanno di lei l'artista ideale per scavare in profondità in questa grande ricchezza culturale, che affonda le sue radici nei tempi antichi, con strumenti essenziali come la sua immensa sensibilità melodica e il forte senso ritmico. Ma è il suo canto espressivo, pieno di passione e intimità, così affascinante e accattivante per qualsiasi pubblico, che rende queste antiche canzoni ancora attuali.

Alessia Tondo

ALESSIA TONDO, cantante e autrice del Canzoniere Grecanico Salentino. A soli sei anni cantava insieme alla nonna nel gruppo salentino Mera Menhir. Pochi anni dopo viene lanciata dai Sud Sound System nel brano "Le radici ca tieni" e con loro ha continuato a collaborare per live e partecipazioni televisive. A 13 anni, entra nell'Orchestra de "La notte della Taranta" come solista, duetta con tutti gli ospiti e collabora con i maestri Mauro Pagani, Ambrogio Sparagna, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Phil Manzanera, Carmen Consoli e Raphael Gualazzi.

Dario Muci

DARIO MUCI, allievo di Luigi Stifani, affianca alla sua attività concertistica anche un'appassionata e profonda ricerca sulle tradizioni orali. Nel corso della sua carriera ha unito una intensa attività musicale dal vivo e in studio a un personale percorso di ricerca che lo ha portato a collaborare con figure storiche della tradizione salentina. Numerosi i concerti in Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Olanda, Inghilterra, Grecia, Albania, Croazia, e poi ancora tour In Indonesia, Thailandia, Nord Africa, fino all'ultimo viaggio in Australia per i Festival di Melbourne, Sydney e Perth.

Davide Ambrogio

DAVIDE AMBROGIO, cantante e polistrumentista calabrese, vincitore nel 2020 dei premi Ethnos Gener/Azioni e Musica contro le Mafie e nel 2021 del Premio Giovani di Musica Tradizionale Loano, utilizza il dialetto dell’Aspromonte meridionale e cosentino non solo per il significato delle parole, ma come suono senza barriere, valorizzato nel colore del canto e nel timbro per veicolare verità e sentimenti collettivi; la sua voce si fa strumento viscerale, arcano, sacrale, arcaico, anzi senza tempo, appunto tra evocazioni e invocazioni, come le sonorità che sanno di terra e vento, di sole e montagne, che appaiono ora impetuose e solenni, ora carezzevoli e dolci.

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