"Un Bellini, s'il vous plaît!". Omaggio al Cigno di Catania al Teatro San Giorgi
Conversazioni e concerti, nell'ambito di "Belliniana", festival dedicato al Cigno catanese
Quando
mercoledì 25 settembre 2024Al Teatro Sangiorgi di Catania continuano gli appuntamenti della rassegna "Belliniana - Omaggio al Cigno di Catania" che ci terrà compagnia fino al 28 settembre.
Mercoledì 25 settembre alle 19.00, per "Un Bellini, s'il vous plait!", conversazioni e concerti previsti all'interno del festival dedicato al cigno catanese, avrà luogo "Ombra adorata, aspetta".
L'ingresso è gratuito.
Daniele Carnini, della Fondazione Rossini di Pesaro, converserà sul tema "Vocalità e ruolo en travesti nel melodramma italiano di primo Ottocento". Coordinano con Maria Rosa De Luca e Graziella Seminara.
Sul palco il soprano Martina Scuto, il mezzosoprano Roberta Celano e il pianista Emanuele Schinocca eseguiranno musiche di Vincenzo Bellini e Nicola Vaccaj.
Programma
Vincenzo Bellini (1801-1835)
"Se Romeo t’uccise un figlio" da I Capuleti e i Montecchi
Nicola Vaccaj (1790 – 1848)
"Ah! Se tu dormi, svegliati" da Giulietta e Romeo
Vincenzo Bellini
"Tu sola, o mia Giulietta" da I Capuleti e i Montecchi
"Ah crudel che mai facesti" da I Capuleti e i Montecchi
Capuleti e i Montecchi - Tragedia lirica in due atti composta da Vincenzo Bellini, su libretto di Felice Romani. In un’epoca che vedeva l’affermazione della nuova tipologia vocale del tenore romantico, Bellini guardò retrospettivamente a una vocalità di stampo settecentesco, affidando il ruolo di Romeo al registro del mezzosoprano (en travesti).
Condizionata dalla fortuna di Giulietta e Romeo di Zingarelli (alla Scala nel 1796 con uno degli ultimi sopranisti, Girolamo Crescentini), questa scelta fu tuttavia associata alla conquista del maturo stile vocale belliniano e diede luogo a una delle figure maschili più intense e compiute della produzione del Catanese.
In questo incontro ci si soffermerà sulla delineazione drammaturgica e vocale del personaggio di Romeo e si metteranno a confronto il finale dei Capuleti, dall’inedita fattura morfologica e dalla spoglia essenzialità, e quello ben più convenzionale di Giulietta e Romeo di Vaccaj.
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