Una gita a Blufi, il paese dell'olio e dei tulipani rossi
Davanti il Santuario della Madonna dell'olio, in Primavera si può osservare una "piccola porzione di Olanda"
Foto Alberto Genduso
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Blufi, Malupassu in dialetto locale, è un piccolo paese che si sviluppa su un colle del versante meridionale delle Madonie. Sono poche e confuse le notizie relative alla sua storia e allo stesso toponimo.
Il nome Blufi appare per la prima volta nel 1211 in un documento in cui la chiesa palermitana concede a Federico II, tra le altre concessioni, i "Proedia Buluph apud Petraliam", ovvero i possedimenti chiamati "Buluf" presso Petralia.
L'ipotesi più accreditata è quella che vede in Blufi un nome di derivazione araba, formato da "be" e "luf", che richiamerebbe una pianta presente nella zona. Qualunque sia la derivazione, quel che è certo è che le vicende storiche blufesi sono legate a quelle della città di Petralia Soprana, di cui Blufi è stata una frazione fino al 1972.
Foto www.siciliatst.com
Da qualche anno la zona di Blufi, e più precisamente il campo di fronte il Santuario della Madonna dell'Olio, è diventato meta primaverile irrinunciabile per gli amanti della natura e della fotografia; nel periodo che va da marzo a maggio, infatti, questo è letteralmente infiammato da un’estesa macchia rossa!
Migliaia di tulipani rossi crescono spontaneamente in un campo coltivato a grano, tra mandorli ed alberi di ulivo: un colpo d’occhio incredibile. Si tratta della fioritura del Tulipano precoce o Tulipano di Raddi (Tulipa raddii). Resistenti alle operazioni di aratura dei terreni, per via della posizione dei bulbi a circa 50 cm di profondità, i tulipani - selvatici - fioriscono generalmente tra marzo e maggio e sono totalmente assenti nei terreni incolti.
Tale "piccola porzione di Olanda" rappresentano per Blufi un eccezionale biglietto da visita, un grande richiamo per migliaia di visitatori, curiosi e soprattutto fotografi.
Le tappe del nostro itinerario
Santuario della Madonna dellOlio
Foto www.cefalumadoniehimera.it
Il santuario dell’VIII secolo, sorge a 3 km dal paese. La denominazione "Madonna dell'Olio" potrebbe derivare dalla presenza di oliveti nella zone - che avrebbe dato il nome anche al torrente Oliva, che lambisce la collina del Santuario e che sfocia nel fiume Imera Meridionale, in una zona chiamata "Giardini d'Oliva" - o dalla presenza di una sorgente di olio minerale a pochi metri dal Santuario.
La chiesa, d'impianto settecentesco, presenta un'elegante facciata. L'interno a navata unica è decorato con pregevoli stucchi del 1841 e custodisce due pregevoli statue lignee: la Madonna dell'Olio (sec. XVIII) - opera dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi - e la statua di San Giuseppe - attribuita al Bagnasco - di pregevolissima fattura.
Foto di Alberto Genduso
A poche centinaia di metri dal santuario è situata una sorgente di olio minerale scavata nella roccia. Una leggenda racconta della presenza nei pressi del santuario di una sorgente di olio commestibile che poi sarebbe stato mutato nell'olio attuale perché ne veniva attinto più del necessario.
Un cambiamento di ubicazione della sorgente sarebbe avvenuto nel secolo XIX, a causa dell'esaurimento della prima sorgente, più vicina alla chiesa. L'olio di questa sorgente, chiamato comunemente "Olio della Madonna" è usato come rimedio per alcune malattie della pelle e come vermifugo.
Chiesa Madre del Cristo Re
Foto www.typicalsicily.it
La chiesa del Cristo Re, la madrice del paese, è stata costruita nei primi anni del secolo scorso. L'interno a tre navate è spoglio e semplice, ma arricchito da alcune statue. La chiesa, recentemente restaurata, è stata riconsegnata ai fedeli durante l'estate 2001.
Rocca di Marabuto
Foto di Matteo Basili
Probabilmente si tratta di una tomba risalente alla dominazione araba. Una specie di nuraghe, costruita con grossi massi accatastati, in cui venivano seppelliti i guerrieri arabi che per valore o saggezza erano considerati condottieri Santoni.
Marabuto, situato in direzione est, ai piedi di una collinetta che lo ripara da ovest, dev'essere perciò considerata la tomba di un condottiero arabo caduto in battaglia, verosimilmente durante l'assedio di Enna. Una leggenda paesana narra della presenza di un fantasma che abiterebbe tra queste pietre.
Ponte romanico a tre archi
Foto www.cefalumadoniehimera.it
Il Ponte romanico a tre archi fu eretto sul fiume Imera Meridionale in epoca medievale, tra il territorio di Blufi e quello di Petralia Sottana. Il ponte si trova a circa 2 km dall’abitato.