Cefalù, patrimonio dell'umanità di splendida bellezza
Dal centro storico alla Rocca per un lungo viaggio nella Storia dell'Arte
Cefalù, olio su tela di Carl Anton Joseph Rottmann (1830)
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Sulla costa settentrionale della Sicilia, all'estremità del Golfo di Termini Imerese sorge la cittadina normanna di Cefalù, splendida località turistica e balneare, ogni anno meta di migliaia di turisti che vi giungono da diverse parti del globo per trascorrere le vacanze.
La cittadina è adagiata in un posizione panoramica straordinaria, sovrastata da un'altura che cade a picco sul mare turchino, denominata Rocca, sulla quale domina ancora il falco pellegrino e la macchia mediterranea la fa da padrone.
Il rapporto tra Cefalù e la sua Rocca è sempre stato molto stretto, tanto che, secondo alcuni storici, lo stesso nome antico greco della città, 'Kephaloidion', deriverebbe da 'kefalis', cioè 'testa', che ricorda appunto la forma della caratteristica rupe.
Nella città sono disseminate tracce del sistema viario ellenistico-romano, segno della dominazione dell’Impero Romano d’Occidente. Da Cefalù passarono anche i Vandali e i Goti, troviamo tracce dell’Impero d’Oriente, poi degli Arabi e quindi dei Normanni.
Poche le impronte lasciate dai Bizantini (alcuni resti di fortificazioni); solo negli usi e costumi quelle riferibili agli Arabi che conquistarono Cefalù nell’858; magnifiche e monumentali quelle pervenuteci dai Normanni. Nella prima metà del 1700, apertasi all’Europa, la cittadina comincia ad essere meta dei viaggiatori del Grand Tour.
Cefalù, che fa parte del Parco delle Madonie, è inclusa nel club de "I borghi più belli d'Italia". Il duomo della città inserito nel sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale nel 2015 è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Le tappe del nostro itinerario
Duomo di Cefalù
Foto www.sicilia360map.it
La Basilica Cattedrale della Trasfigurazione, meglio nota come Duomo di Cefalù, sarebbe sorta, secondo la leggenda, in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
Le vicende costruttive furono complesse e fu definitivamente completato in età sveva. Il monumento ha uno stile romanico con tratti bizantini.
L'architettura del Duomo di Cefalù segue il modello delle grandi basiliche benedettine di provenienza cluniacense; con uno stile romanico legato al nord Europa arricchito da influenze arabe.
La facciata è inquadrata da due possenti torri normanne, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel Quattrocento e diverse l'una dall'altra: una a pianta quadrata e con merli a forma di fiammelle, che simboleggerebbe la mitria papale e il potere della Chiesa, mentre l'altra, a pianta ottagonale e con merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale.
L'interno è "a croce latina", diviso in tre navate da due file di colonne antiche di spoglio: quattordici fusti di granito rosa e due di cipollino, con basi e i capitelli del II secolo d.C. Due grandi capitelli figurati reggono l'arco trionfale e sono probabilmente prodotti di una bottega pugliese e risalgono alla metà del XII secolo.
Il chiostro annesso alla cattedrale normanna, rappresenta una delle più considerevoli testimonianze artistiche del medioevo siciliano. Di pianta rettangolare, il chiostro è ubicato a ridosso del fianco settentrionale della cattedrale.
Foto di © José Luiz Bernardes Ribeiro / CC BY-SA 4.0
Straordinaria la decorazione musiva del presbiterio e che ricopre l'abside e circa la metà delle pareti laterali. I mosaici coprono una superficie di oltre 600 m² e furono realizzati entro il 1148 (prima fase) e poi probabilmente tra il 1154 e il 1166.
Per la loro realizzazione, Ruggero II chiamò maestri bizantini, di Costantinopoli, che adattarono ad uno spazio architettonico per loro anomalo, di tradizione nordica, cicli decorativi di matrice orientale.
La figura dominante è quella del Cristo Pantocratore (Onnipotente) che dall'alto dell'abside mostra i suoi attributi cristologici: sulla destra alzata indice e medio uniti indicano le due nature del Cristo, divina e umana, mentre pollice, mignolo e anulare congiunti indicano il mistero della Trinità; la sinistra regge il Vangelo aperto sulle cui pagine si legge, in greco e latino: «Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8, 12).
Palazzo Vescovile
L'attuale impianto del palazzo Vescovile si deve al vescovo Francesco Gonzaga alla fine del Cinquecento e l'edificio fu completato dal vescovo Vanni, alla fine del Settecento, dandogli forma di palazzo signorile secondo il gusto e lo stile del tempo. Sul cortile prospettano le tre facciate interne del palazzo, ritmate dai balconi con cornici in tufo, con coronamento alternativamente a timpano e arcuato.
Il seminario vescovile venne fondato presso il palazzo dallo stesso vescovo Gonzaga. Presenta una facciata suddivisa in tre settori di ampiezza irregolare. Il settore di destra, più ampio è ripartito da larghe lesene coronate da mensole sporgenti e ha al centro un balcone al piano nobile, con cornice e timpano in tufo; al di sotto si aprono un portale e due finestre, prive di decorazioni.
Gli altri due settori sono ripartiti da lesene, più strette, limitate alla parte superiore e presentano balconi maggiormente articolati, con timpano ad arco spezzato e cornici marcate, in pietra lumachella; l'ultimo piano, ha una breve loggetta e una cornice aggettante.
Museo Mandralisca
Il Museo Mandralisca è l'unico museo di Cefalù. La fondazione si deve al barone Enrico Piraino di Mandralisca, che raccolse, nella sua pur breve vita (1809-1864), numerosi oggetti d'arte mettendoli nella sua abitazione, dove tuttora si trovano. Nella sede si conserva anche l'archivio del museo e della fondazione, sulla base del quale è possibile ricostruire in modo dettagliato la storia dell'istituzione.
È un museo interdisciplinare che comprendente pezzi archeologici, la pinacoteca, una raccolta malacologica, il monetario e persino mobili e altri oggetti di pregio. Conta una media di circa ventimila visitatori l'anno.
La biblioteca della fondazione è allocata negli stessi locali del museo e, nei suoi servizi, s'intreccia con quelli di quest'ultimo. La biblioteca, destinata ad uso pubblico dal suo fondatore, sostituisce oggi una biblioteca pubblica cittadina.
La pinacoteca ospita una delle opere più significative di Antonello da Messina: il Ritratto d'ignoto marinaio. Secondo la tradizione sarebbe stato rinvenuto dal barone a Lipari adattato come sportello nel retrobottega di una farmacia e sarebbe stato danneggiato agli occhi da un'inserviente, che si era sentita sbeffeggiata dal sorriso sogghignante del ritratto. La datazione è controversa (1465 o 1470-1472) ed ignoto il personaggio raffigurato, forse un nobile o facoltoso personaggio quattrocentesco.
Lavatoio medioevale
In via Vittorio Emanuele si trova il lavatoio pubblico conosciuto come Lavatoio medioevale, presso il tardo-rinascimentale palazzo Martino.
Nel 1514 fu demolito e ricostruito in posizione più arretrata rispetto alle mura cittadine e il fiume che scorreva a cielo aperto venne coperto nel XVII secolo. Nell'estate del 1991 sono stati ultimati i lavori di restauro.
Il lavatoio si presenta con una scalinata in pietra lavica e lumachella che conduce ad una pavimentazione levigata dal tempo e ad una serie di vasche che si colmano con le acque che scorrono da ventidue bocche di ghisa (di cui quindici teste leonine) disposte lungo le pareti sovrastate da basse volte. Attraverso un piccolo antro, l'acqua raggiunge il mare. Nelle vasche sono evidenti gli appoggi che servivano per strofinare i panni.
La Rocca
La Rocca di Cefalù è una rupe alta circa 270 metri s.l.m. che sormonta la cittadina. La Rocca fa parte dei siti di interesse comunitario (SIC) della Sicilia. Alla base della rocca, principalmente sul lato nord ed est, si sviluppa l'abitato storico di Cefalù.
La parte occidentale invece è caratterizzata dai ruderi di una serie di mulini e condutture forzate che raccoglievano e sfruttavano l'acqua. Da questo lato si inerpica il sentiero, fortificato nel Medioevo, che permette di salire sulla rocca.
Il perimetro a mezza costa della rocca è tutto cintato da mura merlate risalenti al Medioevo e ultimate nella parte più recente nel XV secolo. Sul lato occidentale delle mura si apre la porta cui arriva il sentiero d'accesso. Sulla cima vi sono i resti di un castello medievale risalente al XIII-XIV secolo, che da localmente il nome a tutta la rocca chiamata u' castieddu.
Tempio di Diana
Il Tempio di Diana è una struttura megalitica risalente al IX secolo a.C. che risiede sulla rupe posta a nord della città di Cefalù. La destinazione d'uso del complesso è ancora incerta ma è chiaro il valore strategico della vista sulla costa sottostante. Probabilmente destinato al culto di divinità pagane è stato costruito in più fasi nell'antichità con blocchi di roccia squadrati.
Il sito è stato infine ristrutturato durante il II secolo a.C. La cisterna in esso inglobata viene considerata, da molti studiosi, di età protostorica. La cisterna megalitica è stata realizzata scavando la roccia fino ad ottenere una cavità poi chiusa con una copertura di tipo dolmenico.
Dalle indagini archeoastronomiche è emerso che il Tempio di Diana si configura come un vero e proprio tempio solare, un luogo dove durante i tramonti del Sole agli equonozi si poteva osservare una splendida ierofania: il Sole, in allineamento con la porta d'ingresso, illumina il corridoio del tempio, invitandolo a percorrerlo fino alla cisterna megalitca, centro di un atavico culto dell'acqua.