Alla scoperta del Borgo dell'Olio e dei Musei
Qualche giorno a Chiaramonte Gulfi, passeggiando per le strade del ''balcone di Sicilia''
Foto di Sal73x - Opera propria, CC BY-SA 3.0
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A circa 21 Km da Ragusa, in una zona collinare, a 665 metri sopra il livello del mare, sorge Chiaramonte Gulfi, autentico scrigno ricco di mille tesori, immerso nel verde.
Foto di Davide Mauro - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Si tratta di un piccolo centro agricolo e artigianale nel quale è possibile rilassarsi per qualche giorno, lontani dai ritmi frenetici della città, e gustare gli ottimi prodotti tipici locali, come i vini di altissimo pregio, l'olio extravergine d'oliva dop 'Monti Iblei' riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la sua qualità, oppure la cucina a base di carne di maiale con la quale si confezionano la rinomata salsiccia o gli squisiti salami.
Il paesaggio è molto vario e accanto ai percorsi naturalistici attraverso i monti, e in particolare sulla cima dell'Arcibessi, si scorge l'altipiano Ibleo e da lontano la piana Ipparina con la distesa degli ulivi secolari 'saraceni', simbolo di questa terra.
La maggiore attenzione mostrata negli anni dalle amministrazioni verso la cultura, l'arte e le tradizioni della città ha favorito lo sviluppo del turismo in questo meraviglioso paesino ibleo definito 'Il balcone di Sicilia' per via del suo invidiabile panorama che spazia da Gela all'Etna, con tutta la valle dell'lppari e i suoi paesini sullo sfondo: Comiso, Vittoria, Acate, Gela e le dorsali degli Erei fino a Caltagirone, oltre ad una bella fetta del mare d'Africa e dei Monti lblei.
Chiaramonte Gulfi: Città dei Musei
La città custodisce ben otto musei per questo motivo si è guadagnata l'appellativo di "Città dei Musei". Cominciamo dal Museo del ricamo e dello sfilato (Via Lauria, 4) che ospita splendidi ricami, pizzi, sfilati e merletti che venivano utilizzati un tempo per impreziosire gli altari, le abitazioni, i vestiti e i corredi delle fanciulle.
Collocato in una delle viuzze adiacenti la storica scalinata di San Giovanni, all'interno del suggestivo tracciato medievale della città antica, il museo custodisce suppellettili, mobili, fotografie e preziosi strumenti artigianali quali un telaio in legno.
In Via S. Caterina (ang. Piazza Duomo) invece c'è il Museo d'arte sacra, che si sviluppa su quattro sezioni espositive: il rito religioso, l'arte plastica, la pittura, l'arredo e il rivestimento ceramico. La prima sezione presenta paramenti e arredi sacri; dell'arte plastica il museo presenta le sculture in terracotta del maestro Giuseppe Criscione e dei figli Alberto e Paola.
Nella sezione pittorica sono esposte alcune tele di S. Montanucci. È ospitata anche una collezione di Giacomo Alessi, notissimo artigiano ceramista calatino, che della ceramica ha fatto un'arte, nazionale ed europea.
Foto di Sal73x - Opera propria, CC BY-SA 3.0
In Piazza Duomo è sistemato il Museo dei cimeli storico-militari, che ospita la raccolta di Emanuele Gulino, collezionista di fama nazionale, che supera i mille reperti. I cimeli custoditi abbracciano momenti tragici ed eroici dei nostri soldati, nelle trincee del Carso o sui campi di battaglia d'Africa, della Grecia, della Russia. I periodi più ricchi di reperti restano la I guerra mondiale, l'epoca fascista e il II conflitto mondiale.
Palazzo Montesano, sulla via omonima, ospita ben 5 musei: la Casa museo liberty, allestimento unico in tutta la Sicilia, che espone oggetti preziosi di artisti come Renè Lalique, Legras, Calderoni e si completa nell'arredo di una casa, con mobili realizzati su disegno di Ernesto Basile e di Carlo Zen.
Il Museo ornitologico, si fonda sulla collezione dei fratelli Paolo e Giuseppe Azzara, avviata intorno agli anni '50. È una raccolta di oltre 600 esemplari, alcuni rari e significativi per l'ornitologia siciliana, altri rarissimi per l'Italia e alcuni estinti.
Il Museo degli strumenti etnico-musicali, contiene ben 600 strumenti musicali provenienti da tutte le parti del mondo. Dai flauti del Tibet ricavati da tibie umane e un membranofono (tamburo bipelle: damaru), che utilizza calotte craniche umane come cassa armonica, agli strumenti provenienti dall'Africa centrale, dall'Asia, dalle Americhe, dalla Papuasia, Nuova Guinea e altri. La raccolta va attribuita al genio e alle curiosità del modicano, compianto, Duccio Belgiorno.
Il Museo dell'olio, che custodisce diversi strumenti di tecnologia estrattiva dell'olio di oliva tra cui una pressa del 1614, una mola in pietra, giare, strumenti di misura dell'olio e tanto altro; infine la Pinacoteca De Vita, costituita da opere donate dalla famiglia De Vita alla comunità chiaramontana. Si tratta di opere del maestro Giovanni De Vita tra le quali prevalgono le tecniche della tempera e dell'acquerello e qualche olio su tela.
Mini tour per la città
Arrivando da Ragusa, ancor prima di entrare in paese si nota il Santuario della Madonna delle Grazie, che circondato dalla magnifica pineta del Monte Arcibessi costituisce un importante attrattiva non solo per i fedeli ma anche per chi vuole stare un po' a contatto con la natura.
Nel santuario si venera una statua della Vergine di Gulfi, giunta via mare sulla spiaggia di Gela nel periodo dell'iconoclastia (movimento religioso, contrario al culto delle immagini della divinità diffusosi nell'impero bizantino nei secoli VIII e IX).
La città ha una struttura tipicamente medioevale con il suo groviglio di strade e straduzze che però fa contrasto allo stile delle costruzioni, tipicamente barocco. In piazza Duomo si trova la Chiesa Madre S. Maria La Nova, inizialmente costruita in stile gotico, poi trasformata nel 1608 secondo i canoni del barocco.
Poco distante c'é la Chiesa di San Filippo con la Cappella del Rosario. L'Arco dell'Annunziata, unica porta superstite della città, ci permette di avere un piacevole scorcio della Chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel XIV secolo dai Cavalieri di Malta. Altre chiese da vedere sono quella di San Vito, patrono della città, è quella del Santissimo Salvatore.
Pillole di Storia
Foto di Sal73x - Opera propria, CC BY-SA 3.0
La presenza umana in questi luoghi risale alla preistoria e precisamente all'età del Bronzo e del Ferro. Nelle contrade Aranci, Piano Conte, Piano Grillo, Casazze, Arcieri, Torre Mazzaronello, Marani, Pipitana infatti, sono venute alla luce diverse aree archeologiche e soprattutto necropoli, abitati preistorici e abitati greci arcaici. Ma il sito archeologico più importante è quello di Scornavacche i cui reperti sono conservati nel museo archeologico di Ragusa.
In epoca greca fu fondata la fiorente colonia di Acrillae, che basava la sua ricchezza sugli scambi mercantili. La città infatti, occupava una posizione strategica lungo la strada che congiungeva Siracusa e Gela e quindi ad Agrigento e Selinunte.
Fu distrutta dagli arabi, guidati dal califfo Asad Ibn Al Furat nell'827, giunti nell'isola dopo la caduta dell'Impero Romano. L'attuale tessuto urbano nacque nel 1300, dopo la distruzione efferata della città compiuta dagli Angioini nel 1299, che non risparmiarono neppure le donne e i bambini. Fu da Manfredi I Chiaramonte, Conte di Modica, che il centro prese il nome.
Il terribile terremoto del 1693 distrusse la città che fu ricostruita secondo il modello barocco della Val di Noto, senza abbandonare l'antico tracciato medievale del reticolo di vie. Il regio decreto del 1881 impose l'aggiunta del nome Gulfi, in memoria dell'antica città.