A Geraci Siculo... "si sgavita a muntagna"
Prima e dopo la Transumanza, tra paesaggi spettacolari e ataviche usanze
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''A Geraci ogni anno, a maggio, si lascia il piano per raggiungere le vette più alte e i gruppi di pastori, ancora una volta si allontanano dall'abitato fino a divenire, a volte, irraggiungibili''.
"A maggio si sgavita a muntagna", è questa l'espressione tipica utilizzata dai pastori di Geraci Siculo (Pa), un piccolo borgo delle Madonie, e uno dei Borghi più belli d'Italia, per indicare la fine del divieto di pascolo e l'inizio della Transumanza, spaccato di vita pastorale che diventa un evento.
Il termine "sgavita" viene utilizzato per indicare la salita delle mandrie e degli armenti dai pascoli di marina a quelli d'alta montagna. Questa è l'anima della Festa della Transumanza che si tiene nel mese di maggio ed è volta a garantire la sopravvivenza di una delle più antiche pratiche dell'attività pastorale.
La festa, che anche quest'anno si replica il 25 e 26 maggio, è l'occasione giusta per visitare il piccolo paesino medievale, facente parte del Parco delle Madonie, e gustare alcuni prodotti tipici come il famoso primo sale ripieno di acciughe salate alla brace o la pittrina ca fasola, ovvero castrato al sugo con la fagiola verde locale.
TRANSITUUM - videoinstallazione in 3 schermi dell'architetto e professore bagherese Luigi Pintacuda
Le tappe del nostro itinerario
Bevaio della SS. Trinità
Geraci Siculo è un autentico scrigno a cielo aperto, ricco di chiese e monumenti, immerso in una natura rigogliosa, dove si possono trascorrere un paio di giorni di relax soprattutto in estate, quando in città il caldo la fa da padrone e qui invece, si può godere della frescura dei boschi di querce circostanti.
Il nostro itinerario inizia dal Bevaio della SS. Trinità, un edificio realizzato per volere del marchese Simone Ventimiglia sulla base di un rettangolo di 20 m di lunghezza.
Castello di Geraci
Proseguendo verso la strada acciottola chiamata via Biscuccosi si arriva al Castello di Geraci Siculo, una costruzione di origine bizantina, posta su una roccia di arenaria, che lo rende difficilmente accessibile e per questo motivo fu la prima difesa occidentale della vasta Contea.
Gli ambienti interni erano privi di lussi e preparati a resistere anche a lunghi assalti, per la presenza di grandi cisterne per l'acqua e spazi destinati alle provviste, nella zona seminterrata.
Del castello oggi sopravvivono soltanto i ruderi: gli angoli mozzati delle torri, le feritoie, le cisterne vuote e la Chiesetta di Sant'Anna, integra in mezzo alle rovine.
Poco più in basso ecco la Chiesa di San Giacomo, formata da una navata centrale e due ampie cappelle laterali. Qui viene gelosamente custodito il crocefisso ligneo trecentesco, un affresco bizantino del XV secolo e la statua lignea del santo del XVIII sec.
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Raggiungendo il centro storico ci troviamo proprio dinanzi la Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, consacrata nel 1495, che si affaccia sulla piazza principale del paese.
La facciata è composta da un portale ogivale in pietra, da un arco decorativo a sesto acuto, da una bifora, un rosone e da una torre campanaria, mentre in stile barocco sono rimaste le cappelle laterali.
All'interno sono custodite: l'acquasantiera in marmo bianco del XVI secolo, che reca al centro scolpita la figura della Madonna con il Bambino; le statue marmoree della Madonna della Neve e della Madonna delle Mercede realizzate dalla bottega dei Gagini; il fonte battesimale in marmo alabastrino riccamente scolpito dalla bottega dei Gagini; le tele rappresentanti il Purgatorio e la Natività rispettivamente attribuite agli artisti madoniti Lo Zoppo di Ganci e De Galbo e tante altre importanti opere d'arte. Nel tesoro sono esposti tutte le più importanti suppellettili liturgiche d'argento della Chiesa Madre di Geraci (alcune in stile barocco, rococò e neoclassico) e numerosi paramenti sacri finemente ricamati.
Chiesa di San Bartolomeo
Da vedere inoltre, la Chiesa di San Bartolomeo, fatta edificare intorno al XIII secolo, probabilmente dai Ventimiglia con funzione di sepolcreto di famiglia. La chiesa si presenta con un’unica navata e contiene un polittico in marmo del Gagini e una scultura in legno raffigurante San Bartolomeo. Adiacente alla chiesa l’ex convento agostiniano databile al XVII secolo.
Chiesa di Santa Maria della Porta
La Chiesa di Santa Maria della Porta, costruita nel 1496, il cui nome trae origine dal fatto che l’edificio è sorto in corrispondenza di una delle porte che chiudevano Geraci. L’interno è ricco di affreschi ottocenteschi sul soffitto e custodisce un polittico in marmo policromo sistemato sull’altare maggiore, del XVI secolo, realizzato dal Gagini. Scoperto dopo un restauro un Cristo ligneo deposto dalla croce, sull’architrave di una finestra.
Chiesa di Santo Stefano
Particolare la Chiesa di Santo Stefano, a croce greca irregolare, risalente al primo '600, che possiede un caratteristico campanile a conci policromi. Tra le opere d'arte che contiene, è interessante la scultura lignea policroma e dorata di Santo Stefano del XVI secolo e la tela che raffigura il Santo e il suo martirio datata 1609, attribuita all'artista madonita soprannominato Zoppo di Ganci.
Una delle più antiche chiese del paese è quella di San Rocco, risalente al XIV secolo, a una navata. Tra le opere d'arte che racchiude, vi è la scultura lignea raffigurante San Rocco, opera di maestro siciliano del XVI secolo, e la tela ovale raffigurante la Madonna della Catena del XVIII secolo.
A queste si aggiungono il Convento dei Padri Cappuccini, la Chiesa di San Francesco, il Monastero di Santa Caterina, la Chiesa di San Giuliano e la Chiesa di Santa Maria della Cava che la pena di visitare.