Il Carnevale di Saponara, tra orsi, principi e cavalieri
La ''Sfilata dell'Orso e della Corte Principesca'': un'immersione nella storia del piccolo borgo del Messinese
Jò sugnu l'orsu sugnu lu vostu scàntu, jò sugnu l'orsu sugnu Lu vostru vantu.
Prìncipi Alliàta avanzi cam'a fari? Jo scàppu e vui....e vui m'at'à cchiappàri!
"La sfilata dell'Orso e della Corte Principesca" di Saponara è insieme a "I mesi dell'anno" di Rodì Milici, l'unica manifestazione carnascialesca che dagli anni '50 continua a essere rappresentata in provincia di Messina.
Pur avendo subito, nel corso degli anni, una serie di inevitabili mutazioni il cerimoniale carnascialesco di Saponara conserva intatto il nucleo narrativo principale.
Tra i momenti costitutivi del Carnevale, insieme ai soliti ma sempre affascinati e coinvolgenti carri allegorici, si ha la caratteristica ''Sfilata dell'Orso e della Corte Principesca'' che ha luogo, ogni anno, il giorno di Martedì Grasso. Uguali sono pure le maschere a cominciare da quella dell'Orso, dei Domatori, dei Cacciatori, dei Suonatori di brogna (conchiglia sonora), del Principe e della sua Corte di Cavalieri.
Fino al 1968 la figura dell'Orso si otteneva utilizzando delle pelli di capra, dei campanacci legati ai fianchi e al busto e una maschera di cartapesta che riproduceva la testa del feroce animale. Dal 1969 invece, è stato utilizzato un costume molto più comodo confezionato con un tessuto chiamato camoscina che ricorda vagamente la pelliccia dell'orso.
Interprete della maschera dell'Orso è stato per decenni un certo Pippinu u lattaru, ma dopo la sua morte avvenuta proprio la vigilia del Martedì grasso alla metà degli anni '70, suo nipote Giuseppe Gangemini ha assunto la parte dell'Orso. L'animale è gigantesco, agghindato con campanacci e trattenuto con delle corde ed è seguito dai suonatori di "brogne" e corni, dalla coppia principesca, dal giullare, dallo scrivano-consigliere e dal resto della corte.
Ci sono inoltre, anche tre Domatori o Conduttori, di cui il principale ha il compito di frenare le aggressioni della belva, mediante una catena cui è legata e l'uso di un nerbo per ammansirla (u lliscia). A completare la scena le maschere di due Cacciatori e Suonatori di brogna.
Al Corteo di Saponara partecipano comunque altre due maschere principali, il Principe e la principessa seguiti dalla corte. La tradizione ricollega l'inizio del cerimoniale al '700 quando il Principe Domenico Alliata, signore della zona catturò un temibile Orso che viveva lungo le valli e i crinali dei Peloritani, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della comunità.
Il principe lo trascinò in catene per le strade del paese. Fino al 1968 la figura del Principe era abbigliata con un frac, gli occhiali scuri, una fascia a bandoliera, una corona di cartone e un bastone. Oggi si preferiscono costumi storici più sfarzosi, con più evidenti segni di regalità. Il principe infatti, sfoggia l'alta uniforme militare e la corona, mentre la Principessa indossa l'abito di gran gala e la corona.
L'Orso è simbolo del male da allontanare dalla comunità per mantenere il tranquillo vivere. La bestia selvatica e aggressiva infatti, incute paura e disturba la vita del paesino. Anche se trattenuto da catene e corde l'Orso rincorre e assale ripetutamente le donne, mentre talvolta rivela un ambigua disponibilità all'approccio galante invitandole a ballare. A fare da sfondo all'esibizione dell'Orso la musica della banda, il suono dei campanacci che porta attorno ai fianchi e quelli intonati dei Suonatori di Brogna che producono, sostenuti dal battito dei tamburi un'ossessiva sequenza ritmica.