Il Castello di Mussomeli e i suoi fantasmi
Grande opera architettonica e punto di riferimento per gli appassionati di occultismo
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Arroccato su una montagna, Mussomeli è un paese ricco di storia e d'arte. Il suo territorio difatti, fu abitato dai Sicani, dai Greci, dai Romani e dagli Arabi e in ogni angolo si trovano tracce di queste antiche presenze.
Fiore all'occhiello della città è lo splendido Castello Manfredonico Chiaromontano, simbolo del potere dei baroni feudali e grandiosa opera architettonica che ci è pervenuta conservata molto bene. Fatto edificare nel 1364 da Manfredi II Chiaramonte, il maniero sorge su uno sperone di roccia calcarea di circa 80 metri di altezza, alla periferia di Mussomeli, ed è un chiaro esempio di arte gotica per i tipici archi ogivali e le bifore che lo caratterizzano.
Ha un aspetto massiccio per la buona qualità della malta utilizzata e della pietra ricavata dalla stessa roccia, l'uso abbondante di piedritti (elemento architettonico verticale portante) negli archi e nelle cantonate che lo hanno fatto resistere alle intemperie di ben sei secoli.
Il maniero è circondato da due fasci di mura, uno posto a difesa della stradella di accesso e l'altro sulla vetta che racchiude la parte residenziale. Dopo aver imboccato la strada di accesso e attraversato un ponte levatoio si arriva dinanzi la porta ad arco del castello che introduce all'interno del primo recinto murario.
Foto di Pequod76 - Own work, CC BY-SA 3.0
Ai lati della porta si possono ammirare due stemmi intagliati sopra dadi in pietra, raffiguranti un giglio, il cui significato simbolico è controverso. Di fronte all'ingresso si trovano invece, i ruderi di una scuderia e di un fienile. Imboccando una seconda rampa si arriva all'ingresso vero e proprio, circondato anch'esso da mura, a forma di poligono irregolare (con sette lati), che per il loro stato di conservazione si presume siano più recenti rispetto alle prime. Il lato sud-est del castello è fortificato, su tutti i quattro lati a strapiombo, da un muro merlato su cui sono disposte delle bifore.
Foto di Pequod76 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Attraverso una porta ci si ritrova all'interno di un cortile delimitato dalle mura e da una cappella. Nel cortile inoltre, vi è un portone di stile gotico che conduce alla grande sala dei Baroni detta la "sala del trono", che per la forma del tetto, si presume sia di epoca posteriore. Da questa stanza, mediante un piccolo corridoio, si arriva alla saletta 'delle tre donne' e da questa si passa alla prima sala con volta a crociera detta 'del camino'.
Da qui si può accedere ad un'altra maestosa sala coperta da due volte a crociera (la camera da letto) che conduce a due torrette semicircolari che sporgono a valle. Ritornando all'atrio del castello si può scendere nei sotterranei, in buona parte scavati nella roccia, dove si possono ammirare la sala d'armi e una serie di pozzi illuminati da poche feritoie o interamente al buio, destinati ai domestici, uomini d'armi, utilizzati come magazzini o cantine e per altri usi di servizio.
Sempre dall'atrio del castello, si può raggiungere la cappella dedicata alla Madonna delle Catene che presenta una porta ben decorata e un tetto formato da due volte a crociera divise da un arco mediano. Nella vetta della roccia si trova una costruzione rettangolare con mura spesse, il maschio che i mussomelesi chiamano il mulino a vento.
LE LEGGENDE ATTORNO AL CASTELLO
Il Castello di Mussomeli è stato da sempre un punto di riferimento per tutti coloro che si interessano all'occulto a causa dei numerosi avvenimenti tragici che qui avvennero. Si narra ad esempio, che per le stanze del maniero di aggirino diversi fantasmi in cerca di pace.
Uno di questi sarebbe lo spettro di un soldato innamorato della bella figlia di Manfredi. Il soldato pazzo d'amore non ci pensò due volte a sfidare le ire di Manfredi che, adirato per quello che riteneva un gravissimo affronto, lo fece rinchiudere in una torre per morire di stenti. Il soldato tuttavia preferì buttarsi giù, per sfuggire alla crudele condanna.
Foto di Pequod76 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Altra leggenda narra della morte di un gruppo di nobili attirati con l´inganno nel castello e lessati vivi con getti di olio bollente. Un altra presenza che si aggira per le stanze del palazzo è quella di Laura Lanza, baronessa di Carini, assassinata nel castello di Carini, dal padre Cesare, perchè sorpresa con il suo presunto amante Ludovico Vernagallo di Montelepre.
Foto di Clemensfranz - Lastno delo, CC BY-SA 3.0
E' tra le rocce fortificate del castello di Mussomeli che si rifugiò, in preda al rimorso, Cesare Lanza non pensando però che lo spettro della figlia lo avrebbe seguito sin qui per capire il perchè di tanta crudeltà. Il fantasma è di una donna giovane ed elegante, dalle perfette sembianze umane, vestita di abiti cinquecenteschi, la cui materializzazione, secondo testimoni oculari, è talmente realistica che, se non fosse per l'abbigliamento di un'altra epoca, la si potrebbe confondere per una donna realmente vivente.
Laura indosserebbe un'ampia gonna di seta e un corpetto sul quale avvolge uno scialle finemente ricamato. Chiunque si trovi a visitare il castello potrebbe incontrarla mentre vaga per le tre stanze più grandi del maniero oppure mentre si reca alla cappella, dove si inginocchia e prega.
La stanza delle 'tre donne' custodisce anch'essa una terribile storia di gelosia e morte. Qui infatti sarebbero state murate vive dal ricco e potente principe Federico le sue tre sorelle Clotilde, Margherita e Costanza durante una campagna militare. La guerra però durò più del previsto e le tre sfortunate morirono di inedia dato che il cibo che gli avevano lasciato era insufficiente per il loro mantenimento. Non avendo nulla di cui nutrirsi le poverette tentarono di mangiarsi le loro scarpe. Finita la guerra Federico, tornato a casa, trovò le sorelle con le scarpe strette tra i denti.
Foto di giovannimancuso "Mussomeli - Castello Manfredonico By Night" - flickr.com, CCBY-SA 2.0
Una storia più recente risale al 19 Luglio del 1975 quando il guardiano del castello, un certo Pasquale Messina, ha assistito per la prima volta alla materializzazione del fantasma di Guiscardo de la Portes, un uomo giovane e bello arrivato in Sicilia nel 1392 al seguito di re Martino per sedare alcune rivolte.
Guiscardo aveva lasciato a casa la bellissima moglie Esmeralda che a quel tempo era incinta del suo primo figlio e fu ucciso mentre si recava al castello di Mussomeli dai seguaci di Don Martinez, che tanto lo odiava perchè non aveva potuto avere Esmeralda.
Anziché pregare in punto di morte Guiscardo imprecò contro Dio che lo condannò a vagare per mille anni sulla terra prima di trovare pace. Oltre che un po' di pace il fantasma cerca anche di incontrare suo figlio che non ha mai conosciuto. In molti a Mussomeli credono a questa storia tanto più che Guiscardo è apparso successivamente anche ad un gruppo di turisti in visita al castello.