Il Presepe vivente di Sutera
Nel Rabato, il magico quartiere arabo di Sutera, rivive l'antico villaggio di Betlemme
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Il magico quartiere arabo di Sutera, il "Rabato", ai piedi del monte San Paolino, accoglie, anche quest'anno, lo straordinario presepe vivente che conta ormai decine di migliaia di presenze annue. Immerso in un paesaggio naturale e artistico suggestivo e senza paragoni, il presepe si sviluppa all'interno del quartiere più antico della città, contraddistinto da strette viuzze e da case in gesso con i "dammusi".
Vicoletti illuminati da suggestive "torce" e falò, case ormai disabitate sono lo scenario di un presepe molto particolare, animato da personaggi tipici e tradizionali riproposti nei costumi, nella gestualità e nelle parole di una volta.
Il presepe vivente ripropone la nascita di Gesù Bambino ambientandola in un'epoca idealmente prossima alla fine dell'800 e inizio del '900. La rappresentazione è organizzata dall'Associazione Kamicos con il contributo dell'Amministrazione Comunale di Sutera.
Lo scenario presepiale occupa quasi tutto il territorio del vecchio sobborgo diventando meta di migliaia di visitatori provenienti da tutta la Sicilia. Centinaia i personaggi che costituiscono la folla del quartiere Rabato, novella Betlemme siciliana. Gente comune nei panni di contadini, pastori, artigiani, viandanti, tutti impegnati nelle loro attività quotidiane.
Foto di Pequod76 - Opera propria, CC BY-SA 3.0
Una ricostruzione magistrale della città antica che propone diversi ambienti. C'è il gregge, la tessitrice, le lavandaie, il fabbro, il falegname, il carrettiere, l'osteria ecc. Il tutto gravità attorno alla Natività. Nella notte di Natale, dopo la celebrazione della Messa nella Chiesa Madre, i personaggi che animano il presepe raggiungono in processione la capanna per adorare Gesù Bambino.
Qui il visitatore diventa parte integrante del percorso dove è possibile conoscere gli antichi mestieri, assistere le donne intente a ricamare o a cardare la lana, il ciabattino che ripara le scarpe insieme ai suoi figli, il fabbro che batte il ferro ardente e ferra i cavalli, vedere l'antico e caratteristico modo di lavare i panni mediante acqua e cenere. La fredda atmosfera invernale viene riscaldata inoltre, dalle nenie natalizie, le cui parole raccontano la nascita del Messia, il viaggio di Maria e Giuseppe, l'avviso ai pastori.
Per la realizzazione del presepe vengono impiegati interi mesi di duro lavoro ma alla fine il risultato è suggestivo e di grande fascino. All'interno dell'itinerario presepiale ci sono tanti punti di degustazione di prodotti tipici locali come il vino, i ceci al maccu (ceci con crema di fave), il pitirri (una sorta di cous-cous di semola con verdure), la ricotta, il pane fresco con l'olio che contribuiscono a rendere protagonista lo spettatore.
Inoltre un gruppo di suonatori e cantori ricrea l'atmosfera natalizia dei tempi che furono. Il coro, formato dalla corale della Chiesa Madre, si presenta in curati e ricercati costumi antichi con "scialli ricchi" sulle gonne tipiche del tempo, veli sulla testa e calzature antiche.
Le melodie intonate dal gruppo hanno dei testi in dialetto siciliano e sono dedicati alla Madonna, a San Giuseppe, a Gesù Bambino e alla ricostruzione della Notte Santa. Insomma uno spettacolo autentico, suggestivo e pieno di fascino, in cui lo stesso visitatore diventa protagonista.