Il solitario castello dei Gresti
Chiamato così dagli Aidonesi fu fortezza di avvistamento e avamposto di guerra
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Nel territorio di Aidone, in contrada Gresti, a 20 chilometri dalla cittadina sorge il Castello dei Gresti o Pietratagliata.
Pacificamente arrocato in un impervio nido d'aquila, sorveglia e contempla gli sconfinati orizzonti siciliani ed emana un misterioso fascino. Da solo sembra raccontare la propria storia e le proprie vicende plurisecolari.
Il suo vero nome è Pietratagliata, nome che ben si addice alla sua struttura ampiamente intagliata nella roccia viva. Fu denominato "Gresti" dalla prima stesura delle carte militari, quando il topografo, sconoscendo il vero nome, lo ribattezzò con quello della contrada e dell'adiacente "Cozzo dei Gresti" ma il suo nome deriva anche dai frammenti di terracotta presenti negli interstizi delle mura in "pietra rossa di montagna".
La struttura dell'antico maniero, più che a un vero e proprio castello, sembra appartenere ad una munitissima e inaccessibile fortezza di avvistamento su un territorio molto esteso, con annessi compiti di telecomunicazioni.
La sua principale funzione sembra sia stata quella di controllo del traffico lungo l'antica strada che collega Aidone - Raddusa - Valguarnera. In questa specifica funzione, il maniero rappresentava un ganglio rilevante della complessa rete di telecomunicazioni che interconnetteva tutte le postazioni militari e strategiche, impegnate in una comune e vasta attività di difesa e controllo del territorio.
Il solitario castello fu edificato a picco su una roccia nel fondo di una valle, dalla posizione inaccessibile, dove in epoca preistorica una potente diga silicea naturale ostruiva la valle.
Nei pressi del castello scorre il fiume Gornalunga (l'antico Erykes) un tempo navigabile, oggi quasi prosciugato. Suggestiva la fisionomia del castello che si inquadra in un paesaggio singolare, con una conformazione orografica particolare. Infatti, ci troviamo al cospetto di una cresta rocciosa che determina lo sbarramento della valle dove scorre il torrente o vallone Gresti, affluente del Gornalunga.
La costruzione dell'attuale struttura del castello risale, con molta probabilità, al periodo arabo normanno. La torre a prisma rettangolare, ancora oggi ben conservata, si erge su una grandissima grotta scavata nella viva roccia.
Al primo piano vi sono parecchie stanze, costruite sulla diga silicea, sino a raggiungere il limite a picco e sempre dal primo piano parte una scala interna a chiocciola, che porta sino alla cima della torre.
Oltre alla scala principale doveva esservene un'altra segreta, scavata nella roccia, che veniva usata dai falconieri, e percorreva per un certo tratto la diga torcendo a ponente, da dove essa si internava nelle viscere del monte, collegando il versante nord alle torri e alle nicchie all'interno.
In tempi antichissimi attorno alla rocca gravitava un piccolo centro abitato e la presenza dei Greci, dei Romani e degli Arabi è testimoniata da numerose monete delle rispettive epoche, ritrovate alla "collinetta della moneta".
Il castello fu riedificato dai Normanni, che gli diedero l'attuale struttura, ma le prime notizie storiche documentabili risalgono soltanto al XIV secolo, quando il feudo denominato Fessima o Fessinia, ed il relativo fortilizio tramandato con il nome di Pietratagliata venne concesso al re Federico d'Aragona, che lo assegnò a Prandino Capitana di Piazza Armerina. Essendo poi questo ribellatosi al re, il feudo e il Castello gli vennero confiscati e pervennero nel marzo 1374 a Perrano de Juenio, feudatario del paese e del castello di Aidone e di Pietratagliata.