La Riserva Naturale Orientata di Monte Altesina
Paradiso naturale che custodisce uno degli ultimi lembi di lecceta mediterranea
Nel territorio tra Leonforte e Nicosia, immersa nella vegetazione fitta e rigogliosa del Monte Aereus, come lo chiamavano i romani, sorge la Riserva Naturale Orientata di Monte Altesina. Il monte Altesina è la vetta più alta dei Monti Erei e presenta una doppia cima, una di 1192 metri e l'altra di 1180 metri sul livello del mare. Dalle vette è possibile ammirare un panorama che si apre su tutta l'isola, sulle maggiori cime delle Madonie, sull'Etna, sul Monte la Guardia ecc.
Foto di Davide Mauro - Opera propria, CC BY-SA 4.0
La Riserva, gestita dall'Azienda Foreste Demaniali di Enna, si estende su una superficie di circa 744 ettari, di cui 593,25 in zona A e 150,75 in zona B, e custodisce in cima il relitto di uno splendido lecceto.
L'area si raggiunge in macchina, uscendo da Enna in direzione nord-est, imboccando la statale 121 e successivamente proseguendo in direzione Villadoro. Monte Altesina, con i suoi picchi, si intravede dopo aver percorso circa 14 km. La Riserva è compresa nella fascia che va dai 600 metri sul livello del mare a circa 1192 metri ed evidenzia una morfologia accidentata, con la vasta formazione del Flysch Numidico (terreno argilloso) della Sicilia centro-settentrionale.
Sulla sommità del monte, a circa 1100 metri, vegeta un relitto di una lecceta, misto nelle quote più basse a querce caducifoglie. Il leccio è una quercia sempreverde che può arrivare anche ad un'altezza di circa 25 metri, con chioma ricca ed espansa, di colore verde scuro che a giugno si arricchisce di bellissimi fiori di colore giallo. Il leccio vive all'interno della fascia climatica mediterraneo-temperata che si sviluppa di solito intorno ai 500 m. La particolarità della Riserva consiste nel fatto che qui la specie si è insediata a quote molto superiori.
Spesso i tronchi di leccio sono avvolti dal muschio e dall'edera, mentre il sottobosco è caratterizzato da specie arbustive come il prugnolo, lo spazio villoso, il pungitopo, la pulicaria, la salsapariglia e l'euforbia. Numerose le specie erbacee presenti tra le quali si ricordano il ciclamino napoletano, l'avena, l'aplenio maggiore, il cerfoglio meridionale. Dove il bosco è più rado, invece, attecchiscono i rovi, la rosa canina e il biancospino. Sull'Altesina, inoltre, sbocciano numerose varietà di fiori, dal comunissimo papavero rosolaccio alle diverse specie di giaggioli, la bellavedova, il colchico di Bivona, l'anemone fior di stella, l'asfodelo, il ciclamino, l'acanto spinoso, il lampagione, il narciso selvatico e alcune specie di orchidee.
Foto www.parks.it
Il bosco è popolato anche da diverse specie di funghi come il Leccium lepidum che cresce alla base dei lecci, mentre bisogna fare molto attenzione a quelli che crescono fra l'erbetta che spesso nasconde esemplari di Amanita muscaria, fungo altamente tossico, o di Amanita phalloides, un fungo mortale.
Il sottobosco costituisce inoltre, l'habitat ideale per i piccoli mammiferi come il quercino, la lepre appenninica, il coniglio selvatico, il gatto selvatico, la donnola, l'istrice e la volpe, il riccio, il topo selvatico e l'arvicola del Savi. Tra i rettili figurano il coloratissimo ramarro, la bizzarra luscengola, l'emidattilo, la pericolosa vipera, il nero biacco, il gongilo ocellato, il geco, la lucertola campestre, la lucertola wagleriana e il saettone.
Sul Monte Altesina si trova la sorgente principale del fiume Dittaino che ospita la biscia d'acqua, il rospo comune, lo smeraldino e la raganella. Tra le fronde degli alberi e sulle insenature delle rocce nidificano diversi volatili, come lo sparviere accipitride o il picchio rosso maggiore. Negli spazi aperti invece, cacciano il falco pellegrino, che nidifica sui contrafforti rocciosi, la poiana e il gheppio. Di notte si possono ascoltare i richiami del barbagianni, della civetta e dell'allocco.
Già da prima dell'istituzione della Riserva le autorità si sono impegnate al ripristino dell'ambiente boschivo e della fauna, decimata dal bracconaggio che ha fatto sparire l'aquila del Bonelli e il capovaccaio. Nella Riserva si possono osservare anche esemplari di upupa, di usignolo, di cinciarella, di averla piccola, la capinera, l'averla capirossa, il picchio rosso maggiore, la gazza, la coturnice, il corvo imperiale, la ghiandaia, lo storno nero, il verdone e il cardellino.
La riserva ha una grande rilevanza dal punto di vista naturalistico ma anche da quello archeologico e culturale. Gli appassionati di archeologia infatti, qui potranno trovare tracce di insediamenti umani dalla preistoria al medioevo. Durante l'età del bronzo e dalla prima metà del ferro il Monte Altesina fu utilizzato come necropoli, mentre risalgono al I millennio a.C. le rovine dei primi insediamenti umani.
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