Palazzolo Acreide, patrimonio di tutta l'Umanità
Crocevia di civiltà e catalogo di ere millenarie, dal 2002 l'Unesco l’ha insignita del titolo di tesoro Barocco
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Nel cuore dei monti Iblei la cittadina di Palazzolo Acreide si apre al viaggiatore attento e curioso come uno scrigno di tesori, crocevia di civiltà e crogiuolo di pietre millenarie, di raffinate e svettanti architetture barocche, di fulminanti paesaggi, di suoni e profumi antichi e si caratterizza per la singolarità della sua struttura urbana, ricca di testimonianze di epoche diverse.
Palazzolo Acreide è uno dei centri più caratteristici dei Monti Iblei, tre sono i siti che ne identificano il territorio: l’antico insediamento greco di Akrai (Leggi "Akrai, la sentinella di Siracusa") nella parte alta della città; il borgo medievale con il castello; il quartiere superiore, risultato dello sviluppo urbano di epoca barocca con le sue chiese ricostruite dopo il terribile terremoto del 1693 e gli antichi palazzi nobiliari.
Nel 2002 è stata insignita del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, insieme con il Val di Noto. [Informazioni tratte da www.comune.palazzoloacreide.gov.it]
Le tappe del nostro itinerario
Basilica di San Paolo Apostolo
La Basilica di San Paolo Apostolo venne edificata intorno alla metà del XVIII secolo in un’ampia area urbana dove preesisteva una piccola chiesa dedicata a Santa Sofia, che in tale circostanza venne demolita. La basilica, distrutta dal terremoto del 1693, fu riedificata tra il 1720 e il 1730 occupando anche lo spazio prospiciente.
La splendida facciata opera probabilmente del netino Vincenzo Sinatra, costituisce uno dei più belli esempi del barocco locale. Edificata nell’ultimo trentennio del XVIII secolo, posteriormente alla facciata del pronao, presenta diverse peculiarità come la pregevole scalinata disposta su due rampe di diversa larghezza, l’ampio portale in bronzo raffigurante la vita del santo patrono, le ricche decorazioni scultoree.
I tre ordini della facciata sono cadenzati da archi e colonne sormontate da capitelli corinzi. Nell’attuale chiesa a tre navate, con due absidi laterali che racchiudono le due navate minori, si trovano undici altari, di cui due siti nelle cappelle laterali. L’altare maggiore con marmi policromi è del 1868, in esso vi è posto un bel crocifisso del XVI-XVII secolo.
Fra le enormi colonne policrome dell’altare, dietro il quadro della conversione di San Paolo, attribuito a Crestadoro, vi è la nicchia in cui è custodita la statua dell’omonimo santo (eletto "patrono principale" di Palazzolo nel settembre del 1689) scolpita dal ragusano Vincenzo Lorefice nel 1567.
Chiesa di San Sebastiano
L’originaria chiesa di San Sebastiano fu edificata nell’area dell’attuale sito, probabilmente nella seconda metà del 400, vicino ad una piccola chiesa dedicata a San Rocco. Subì degli ampliamenti già nel XVI secolo ed ancora nella prima metà del ‘600. Il terremoto del 1693 la distrusse quasi del tutto e venne ricostruita nel primo ventennio del '700.
La facciata, disegnata dal mastro-architetto siracusano Mario Diamanti, fu edificata nel 1721 a tre ordini preceduta da una scenografica scalinata. Il primo dei tre ordini è adornato da un bel portale incorniciato da quattro colonne abbinate e alla sua base si trovano, da una parte e dall’altra, due leoni del Labisi. Nel secondo ordine è posto l’orologio mentre nel terzo la loggia campanaria le cui campane risalgono ai primi dell’800.
La facciata venne del tutto completata, con il campanile, intorno al 1768. L’interno è caratterizzato da tre navate su cui domina l’altare maggiore con i suoi bei marmi e le belle statue in stucco. Sulla volta della navata centrale si trovano tre grandi affreschi ottocenteschi, mentre pregevoli stucchi e marmi pregiati su tutti gli altari che contengono bei quadri e statue di santi.
Da ricordare l’imponente organo costruito da Carlo Del Piano nel 1728-29 e che rimane fra i più pregevoli di Sicilia. [www.sansebastiano.org]
Chiesa dellAnnunziata
Considerata la più antica chiesa di Palazzolo, fu edificata probabilmente nel XIII-XIV secolo. Distrutta dal terremoto del 1693 fu riedificata nello stesso sito dall’architetto Matteo Tranisi, ed è oggi il gioiello dell’arte settecentesca palazzolese.
L’esterno della chiesa si distingue per l’ampio portale, caratterizzato da quattro colonne tortili binate, riccamente adornate da tralci di vite e fregi, che rappresentano motivi agresti: mele cotogne, melegrane, uva e altra frutta a grandezza naturale. La facciata è incompleta, si pensa dovesse essere completata da una loggia campanaria e da un frontone sovrastante le due coppie di colonne.
L’interno della chiesa è a tre navate, ritorna il motivo ornamentale agreste nelle alte arcate della navata centrale. Particolare l’altare maggiore in marmo colorato, raffigurante uccelli e delicati motivi floreali che richiamano l’allegoria della Primavera. Sull’altare si erge un tabernacolo scolpito nel marmo e caratterizzato da una miriade di colonnine sormontate da testine di putti. Dietro l’altare è una tela rappresentante l’Annunciazione, opera di Paolo Tanasi, pittore locale. Nelle navate laterali numerosi altari arricchiti da vari dipinti.
Nel 1474 Antonello da Messina, su commissione del rettore della chiesa, dipinse su legno un grande quadro dell’Annunciazione, il capolavoro rimase all’interno della chiesa fino al 1906, quando fu acquistato dalla soprintendenza di Siracusa per la conservazione e il restauro, oggi è custodito nei locali del Museo Bellomo di Siracusa.
Palazzo Judica-Cafici
Il Palazzo Judica - Cafici, divenuto poi di proprietà della famiglia Caruso, è un importante edificio nobiliare che sorge in. Il palazzo fu costruito nel corso del Settecento per volere del barone Gabriele Judica, famoso intellettuale che spese la maggior parte della sua vita e delle sue ricchezze per condurre gli scavi nel nucleo urbano originario di origine greca della città, l'Akrai.
La parte più bella di questo palazzo è data dall’immensa balconata barocca sostenuta da 27 mensoloni chiamati dai palazzolesi col nome di "Cagnoli" aventi pregevoli figure antropomorfe scolpite a bassorilievo ognuna differente dalle altre. Esse raffigurano: mascheroni grotteschi, volti di bambini, teste di animali mitologici ecc… sovrastati da travoni che presentano pregevoli decorazioni geometriche e floreali scolpite a bassorilievo. Essa è considerata come la più bella e più lunga balconata barocca del mondo intero.
Casa Museo di Antonino Uccello
Antonino Uccello, creatore della "Casa museo", fu poeta ed antropologo. Il forte interesse per le tradizioni popolari e la constatazione della rapidità con cui tutto diventava superato, inservibile e conseguentemente dimenticato e distrutto, lo portano a ricercare con la moglie Anna Caligiore, durante le vacanze trascorse in paese, tutto quanto fosse legato alla cultura popolare: usi, tradizioni, oggetti.
In un trentennio, dall'ultimo dopoguerra in poi, Uccello, in parallelo alla sua attività letteraria, organizza fra la Sicilia e Milano, numerose mostre su temi della cultura popolare, spesso accompagnate dalla produzione di cataloghi.
Ritornato ad abitare in Sicilia, Uccello sente la necessità di trovare una dimora per il materiale raccolto. Acquista una antica casa a Palazzolo Acreide nella quale realizzerà la "Casa Museo".
Inaugurato ed aperto al pubblico nel 1971, il museo, dopo la morte di Uccello, è stato acquistato nel 1983 dalla Regione Siciliana. La sede museale è un'ala di Palazzo Ferla. [Casa Museo Antonio Uccello]