Palermo è il posto più stupendo del mondo
Viaggio (troppo breve) tra alcune delle meraviglie di una delle capitali italiane della cultura
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«Nel giardino pubblico vicino al porto, trascorsi tutto da solo alcune ore magnifiche. Palermo è il posto più stupendo del mondo. Monte Pellegrino? Il promontorio più bello del mondo.» - Johann Wolfgang von Goethe
Palermo, che nel 2018 è stata eletta Capitale italiana della Cultura, è così ricca di Storia, Tradizioni, Arte e Culture che sicuramente può essere definita tra le località più affascinanti e suggestive dell’intera Nazione.
Così piena di storia, tradizione, arte e cultura che risulta impossibile (e sciocco) raccoglierne tutti gli aspetti in un solo itinerario...
Dalla Preistoria al periodo Fenicio-Punico, dal periodo Greco a quello Romano fino al Bizantino; e dal Medievale al Gotico-Romanico, passando per il Rinascimento e poi il Barocco, il Neoclassico, fino al Liberty e oltre ancora, Palermo tracima di bellezze.
Per chi visita la città per la prima volta imperdibile è la Cattedrale, imprescindibile Palazzo dei Normanni, da non perdere il Teatro Massimo. E l’Orto botanico? E piazza Marina? E Mondello? E Monte Pellegrino? E i Mercati Storici, li vogliamo ignorare?
Per non parlare dello street food palermitano, celebre in Italia e nel resto d’Europa e segno tangibile della straordinaria cultura e tradizione che nei secoli ha plasmato questo luogo unico. Palermo è semplicemente troppa!
"Palermo Welcome" video di Tokay Creative Studios
Di seguito, seguendo una sorta di percorso storico-architettonico, citiamo solo alcune (pochissime, in realtà) delle tappe di questa immensa Città...
Grotta dellAddaura
La grotta dell'Addaura è un complesso di tre grotte naturali poste sul fianco nord-orientale del monte Pellegrino. L'importanza del complesso è determinata dalla presenza di incisioni rupestri databili fra l'Epigravettiano finale e il Mesolitico.
Nelle grotte sono state ritrovate ossa e strumenti utilizzati per la caccia che attestano la presenza dell'uomo a partire dal Paleolitico e nel Mesolitico. I reperti sono conservati nel Museo archeologico di Palermo. La loro importanza tuttavia è dovuta soprattutto alla presenza di uno straordinario complesso di incisioni rupestri che ornano le pareti e che costituiscono un caso unico nel panorama dell'arte rupestre preistorica.
Il vasto e ricco complesso d'incisioni, raffigurano uomini ed animali. In mezzo ad una moltitudine di bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata dalla presenza di figure umane: un gruppo di personaggi, disposti in circolo, circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all'indietro.
Le incisioni dell'Addaura rappresentano un ciclo figurativo del massimo interesse per l'inconsueta attenzione dedicata alla rappresentazione scenografica dell'ambiente, un caso limite in tutta l'arte paleolitica. Il trattamento della figura umana, pur nell'ambito di una corrente stilistica presente nel bacino del Mediterraneo, in particolare a Levanzo (Grotta del Genovese), e nella provincia franco-cantabrica e pur impiegando le stesse tecniche, nella grotta dell'Addaura si esprime in forma assolutamente nuova per moduli stilistici e per spirito rispetto agli altri ritrovamenti.
Dal 1997 le grotte dell'Addaura non sono più visitabili; sono state chiuse per il pericolo di caduta massi data l'instabilità del ciglione roccioso. Recentemente è stato finalmente annunciato l'avvio dei lavori per la messa in sicurezza e per la realizzazione delle opportune misure di consolidamento.
Necropoli Punica
La Necropoli punica di Palermo è una necropoli risalente al periodo punico-romano. Si trova nella parte occidentale della città e la parte visitabile è ubicata sotto la caserma Tukory, tra piazza Indipendenza, corso Pisani, via Cuba, via Pindemonte e via Danisinni.
Durante l'epoca punica, la necropoli era ubicata fuori le mura cittadine, su un'area a monte che era la naturale continuazione del tratto di terra generato dai due fiumi Kemonia e Papireto. Dal 1746, anno delle prime scoperte avvenute in occasione della costruzione del Albergo dei poveri, sono state rinvenute oltre settecento tombe.
Tra febbraio e giugno del 2004 si è completato lo scavo di una porzione della necropoli: sono state scavate in tutto circa 150 sepolture, distribuite in maniera intensiva sotto la caserma Tukory.
In base al numero consistente delle sepolture alcuni studiosi hanno pensato di poter dare conferma alle parole di Polibio (I, 38) che definì Palermo "la città più importante dell'eparchia cartaginese".
I tipi di sepoltura erano diversi: sepoltura semplice (semplici fosse o pozzetti per urne cinerarie, scavati nella terra); sarcofagi (sarcofagi scavati nella calcarenite e ricoperti da tegole in terracotta o da una lastra sempre in calcarenite); tombe a camera (una scaletta scavata nella roccia permette di accedere ad un piccolo ambiente sotterraneo che ospitava il sarcofago - in cui venivano posti gli oggetti personali del defunto -, solitamente coperto da lastre di terracotta o di pietra, sopra le quali veniva deposto il corredo).
Palazzo dei Normanni
Il Palazzo Reale di Palermo, meglio noto come Il Palazzo dei Normanni, è la sede dell'Assemblea regionale siciliana. Il palazzo è la più antica residenza reale d'Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e sede imperiale con Federico II e Corrado IV. Al primo piano sorge la Cappella Palatina.
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito del sito seriale "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale".
Il palazzo sorge sopra i primi insediamenti punici, le cui tracce sono tuttora visibili nei sotterranei. La prima costruzione, è attribuita al periodo della dominazione islamica della Sicilia. I sovrani Normanni ampliarono e trasformarono l'edificio arabo in un centro complesso e polifunzionale che esprimeva tutta la potenza della monarchia, così realizzarono una struttura di edifici.
Nel 1132 sotto il regno di Ruggero II venne costruita la "Cappella Palatina", una basilica a tre navate dedicata ai santi Pietro e Paolo.
ph. di © José Luiz Bernardes Ribeiro, CC BY-SA 4.0
La cupola, il transetto e le absidi sono interamente decorate nella parte superiore da mosaici bizantini, tra i più importanti della Sicilia, raffiguranti il Cristo Pantocratore benedicente, gli evangelisti e scene bibliche varie. I mosaici di datazione più antica sono quelli della cupola, risalenti alla costruzione originaria del 1143.
Il soffitto in legno della navata centrale e le travature delle altre navate sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte islamica. Il soffitto è a cassettoni e muqarnas del 1143 circa e presenta, oltre ai dipinti, iscrizioni in cufico. [www.federicosecondo.org]
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti
«Una chiesa normanna vicino al palazzo reale e alla Porta di Castro... riparata in un incavo, è del tutto orientale, e con le sue cinque cupole starebbe benissimo a Baghdad o a Damasco. Accanto, il campanile gotico a quattro ordini di logge è sormontato da un'altra cupola, singolare adattamento di costruzione araba ad un costume cristiano.» - F. Elliot, Diary of an Idle Woman in Sicily (1881)
La chiesa di San Giovanni degli Eremiti è un monumento nazionale situato nel centro storico di Palermo. La chiesa, caratterizzata all'esterno dalle cupole di colore rosso, appoggiata con un fianco ad un corpo quadrato anteriore (forse una moschea), è realizzata a croce latina divisa in campate quadrate su ciascuna delle quali poggia una semisfera. Il presbiterio, terminante in nicchia, è sormontato da una cupola, come quella dei due corpi quadrangolari che la fiancheggiano e di cui quello di sinistra si eleva a campanile.
Il chiostro, abbellito da un lussureggiante giardino, è la parte meglio conservata del primitivo monastero; spiccano per bellezza e leggerezza le colonnine binate con capitelli a foglie d'acanto che reggono archi ogivali a doppia ghiera. Vi si trova inoltre una cisterna araba.
Oggi l'edificio presenta una nuda cortina muraria fatta con conci di tufo squadrati; l'interno ha tre absidi semicircolari ed è suddiviso in cinque campate quadrate coperte da cupolette che si raccordano alle pareti tramite nicchie.
Chiesa di San Francesco dAssisi
ph. di Fabio P. - Opera propria, CC BY-SA 4.0
La Basilica di San Francesco d'Assisi si trova nel Centro storico di Palermo, ubicata nel mandamento della Kalsa o Tribunali nei pressi di Corso Vittorio Emanuele.
La facciata principale dell'edificio, di impianto gotico, presenta tre portali del XIV secolo. Il grande portale centrale è sormontato da un elegante rosone ricostruito nel XX secolo. Nel timpano del portale sovrastante l'arco chiaramontano è presente una trifora cieca, le superfici interne delle aperture ospitano gli affreschi della "Vergine in trono" collocata tra le figure di "San Francesco" e "Santa Chiara".
L'interno dell'edificio è composto dal vano basilicale, suddiviso in tre navate da archi acuti su pilastri, dall'abside maggiore quadrangolare e da sedici cappelle. Le navate laterali sono coperte ancora con le volte a crociera originarie, mentre la navata centrale è coperta dal soffitto a capriate realizzato dopo i restauri del XX secolo. Le navate laterali conservano ancora le bifore gotiche originali.
Le volte sono decorate a stucchi e affreschi da Pietro Novelli (prima metà del XVII secolo). La chiesa è inoltre adornata da un ciclo di dieci statue raffiguranti le Virtù francescane realizzate nel 1723 e considerate tra le opere migliori di Giacomo Serpotta.
Chiesa di Santa Maria della Catena
Santa Maria della Catena è una chiesa in stile gotico-catalano che si trova nei pressi della Cala. Costruita, al posto di una piccola cappelletta, tra il 1490 e il 1520 ad opera dell'architetto Matteo Carnilivari, prese questo nome poiché su un muro della chiesa era posta un'estremità della catena che chiudeva il porto della Cala. Una versione più leggendaria parla di un miracolo che nel XIV secolo fece sciogliere al sole le catene di alcuni prigionieri condannati ingiustamente, che avevano chiesto aiuto alla Vergine delle Grazie.
L'opera è forse l'esempio più significativo del maturare di un'interpretazione locale del Rinascimento nell'architettura siciliana e palermitana in particolare, con un connubio di elementi tardo rinascimentali e gotico - catalani.
Chiesa dellImmacolata Concezione al Capo
La chiesa sorge nel cuore dello storico mercato palermitano del Capo. In passato faceva parte dell'omonimo monastero benedettino costruito nel 1576 per volere della nobildonna Laura Imbarbara, vedova senza figli di don Sigismondo Ventimiglia (il suo sarcofago è tuttora custodito all'interno della chiesa).
A stimolare l'edificazione del monastero vi furono gli eventi che si svolsero a Palermo nel 1575. In quell'anno la città fu colpita da un'epidemia di peste ed il popolo invocò la Vergine, insieme ai santi "contra pestem" Rocco e Sebastiano. L'invocazione a Maria e le predicazioni congiunte dei francescani e dei gesuiti costituirono i presupposti per la fondazione del monastero.
La facciata esterna della chiesa appare particolarmente severa, secondo i canoni tipici del primo barocco romano. L'interno dell'edificio si fa notare per la ricchissima decorazione marmorea policroma.
Palazzo Chiaramonte-Steri
Iniziato nei primi anni del XIV secolo, fu la grande dimora di Manfredi Chiaramonte o meglio Chiaromonte, conte dell'immenso e potente feudo di Modica (detto "Regnum in Regno" per i suoi privilegi), alla cui committenza si deve il soffitto della Sala Magna.
Dagli inizi del XV secolo al 1517 fu residenza dei Viceré spagnoli, poi sede della Regia Dogana e, dal 1600 al 1782, ospitò il tribunale dell'Inquisizione. Restaurato negli anni cinquanta dall'architetto Carlo Scarpa e da altri architetti palermitani, è oggi sede del Rettorato dell'Università di Palermo.
Di pianta quadrata e massiccia volumetria, il palazzo segna il passaggio fra il castello medievale e il palazzo patrizio. La rigorosa cortina muraria esterna è impreziosita da bifore e trifore con tarsie in pietra lavica. Studiosi, durante gli attuali restauri, hanno individuato anche un passaggio segreto che dalle celle conduceva direttamente alla Stanza dell'Inquisitore.
Nelle prigioni dello Steri, rimangono preziosi graffiti dei carcerati, testimonianza unica delle sofferenze patite sotto quella istituzione dell'Ancien Régime. All'interno del complesso è nato un polo museale. Una scelta legata anche alle recenti sorprese. In tre delle celle al piano terra, che ospitavano le recluse, sono infatti venuti alla luce nuovi graffiti completamente sconosciuti: disegni di figure umane e invocazioni delle prigioniere accusate di stregoneria. [www.unipa.it]
Palazzo Abatellis
Palazzo Abatellis, anche detto Palazzo Patella è situato in via Alloro, arteria principale del quartiere della Kalsa. Ospita all'interno la Galleria Regionale. Il palazzo (fine del XV secolo), opera di Matteo Carnilivari e splendido esempio d'architettura gotico-catalana, era la residenza di Francesco Abatellis (o Patella), maestro Portulano del Regno.
Durante la notte tra il 16 e il 17 aprile 1943 il palazzo venne colpito durante un bombardamento aereo e crollarono la loggia, il porticato, tutta l'ala sud-ovest e la parete della torre ovest. Le autorità decisero allora di provvedere al suo restauro e di trasformare il palazzo in "Galleria d'Arte per le collezioni d'arte medievale".
La Soprintendenza ai Monumenti affidò all'architetto Mario Guiotto e successivamente all'architetto Armando Dillon i lavori di consolidamento e di restauro. I lavori furono ultimati a metà 1953 e fu allora chiamato Carlo Scarpa per curare l'allestimento e l'arredamento della Galleria che venne aperta al pubblico il 23 giugno del 1954.
Al piano terra si trovano, fra i tanti manufatti tutti d'altissimo livello qualitativo: le opere lignee ad intaglio del XII secolo e le sculture del Trecento e del Quattrocento fra cui alcune di Antonello e Domenico Gagini.
Nella sala II, si trova lo straordinario grande affresco del Trionfo della Morte (databile con ogni probabilità agli anni 1445 e seguenti), proveniente da Palazzo Sclafani è esposto nella ex-cappella con una illuminazione dall'alto di grande impatto visivo. La morte, su un cavallo scheletrico, irrompe in un giardino e semina scompiglio con frecce letali tra giovani gaudenti e nobili donzelle, dopo aver seminato le gerarchie terrene, laici e religiosi, papi e imperatori, i cui corpi ormai giacciono esanimi, risparmiando quasi per beffa il gruppo di miserabili e derelitti che pure la invoca.
Al primo piano l'opera di maggior rilievo è, senza dubbio, l'Annunziata di Antonello da Messina (XV secolo). Nella stessa sala, a fianco ad essa sono collocate altre opere di Antonello: le tavole con le immagini di tre Dottori della Chiesa che costituivano le cuspidi di un polittico andato disperso.
Nella Galleria si possono inoltre ammirare opere di Jan Gossaert, Jan Provost, Cavalier d'Arpino, Giorgio Vasari, Pietro D'Asaro, Simon Vouet, Antoon Van Dyck, lo "Spagnoletto" e tanti altri. [Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis]
La Palazzina Cinese
ph. di tato grasso - Opera propria (personal work), CC BY-SA 3.0
Detta anche Casina Cinese, la Palazzina Cinese è un'antica dimora reale dei Borbone delle Due Sicilie, situata a Palermo a margine del Parco della Favorita, ai confini della Riserva di Monte Pellegrino.
Fu realizzata da Giuseppe Venanzio Marvuglia a partire dal 1799 su commissione di Ferdinando IV di Borbone che aveva acquistato una casa in stile cinese dal barone Benedetto Lombardo, insieme a terreni confinanti ad alcuni locali. Il Marvuglia, che era l'autore dell'edificio precedente, realizzò l'opera mantenendo lo stile orientale: il corpo centrale termina in alto con un tetto a pagoda, sorretto da un tamburo ottagonale.
Gli appartamenti sono distribuiti su tre piani. Nel seminterrato si trovano la sala da ballo e la saletta delle udienze. Si sale al primo piano con una scala esterna, là si trovano il salone dei ricevimenti in stile cinese con pannelli in stoffa dipinti, la sala da pranzo con l'ingegnosa "tavola matematica" del Marvuglia e la camera da letto del Re con la volta dipinta in stile cinese.
Al secondo piano si trovava l'appartamento della Regina Maria Carolina con due salette di ricevimento e la camera da letto con lo spogliatoio.
All'ultimo livello si trova una grande terrazza di forma ottagonale coperta a pagoda con soffitto decorato. Nel 1800 si sistemò il giardino sul retro e Giuseppe Patricolo curò il "tempietto cinese". G. Durante eseguì la "flora all'italiana", vasche di marmo bianco con grotte naturali alla cinese.
Palazzo Riso
Palazzo Belmonte Riso, noto anche come RISO, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia, è sito su Corso Vittorio Emanuele, a Palermo.
Il nome originario dell'edificio è Palazzo Ventimiglia di Belmonte, nella metà del XIX secolo passato al barone Giovanni Riso di Colobria assumendo l'attuale nome. Dopo un primo incarico affidato al principe Alessandro Vanni di San Vincenzo, "dilettante di architettura", nel 1780 il progetto fu commissionato dal principe di Belmonte Giuseppe Emanuele Ventimiglia all'architetto Giuseppe Venanzio Marvuglia. Completato nel 1784, l'edificio è un esempio del passaggio dallo stile tardo Barocco siciliano al Neoclassicismo.
Durante la seconda guerra mondiale una bomba colpì il palazzo, a quell'epoca sede della casa del Fascio, facendone crollare una parte e distruggendo gli affreschi. Da allora il palazzo venne abbandonato.
Verso la metà degli anni Novanta la Regione Siciliana, già proprietaria del palazzo, avviò i primi lavori di restauro, recuperando alcune parti dell'edificio. Nel 2006 vennero avviati i lavori di restauro dell'ala nord dell'edificio e nel 2008 venne realizzato l'allestimento museale per la nuova destinazione del palazzo a museo d'arte contemporanea della Sicilia, uno degli spazi espositivi più importanti della regione. [www.palazzoriso.it]
Teatro Massimo Vittorio Emanuele
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna.
Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni.
Di gusto neoclassico-eclettico, sorge sulle aree di risulta della chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano che vennero demoliti alla fine dell'Ottocento per fare spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono il concorso del 1864 vinto dall'architetto Giovan Battista Filippo Basile, alla morte del quale subentrò il figlio Ernesto Basile, anch'egli architetto, il quale accettò di ultimare l'opera in corso del padre su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro.
Il 16 maggio 1897 si inaugurò ampiamente l'apertura ufficiale del Teatro da 3.200 posti con Falstaff (Verdi).
Nel 1974 il Teatro viene chiuso per lavori di ristrutturazione che si protraggono, purtroppo, fino al 12 maggio 1997, quando il teatro viene riaperto con un concerto diretto nella prima parte da Franco Mannino e nella seconda parte da Claudio Abbado con i Berliner Philharmoniker. [www.teatromassimo.it]
Palazzo delle Poste
Il palazzo delle Poste è un edificio razionalista e si trova sulla centralissima via Roma. Venne progettato dall'architetto Angiolo Mazzoni nei primi anni venti del XX secolo. I lavori iniziarono nel 1929 e l'inaugurazione avvenne il 28 ottobre 1934, alla presenza del ministro delle Comunicazioni Umberto Puppini.
Lo stile dell'edificio è tipico del periodo fascista e segue la corrente del Razionalismo italiano. È esteso su di una superficie di 5100 mq, che si articola in modo simmetrico attorno a due cortili laterali. L'edificio, in cemento armato, è coperto da marmo grigio del monte Billiemi. Il colonnato frontale è formato da 10 colonne alte 30 metri. Di rilievo è il grande scalone ellittico del diametro maggiore di 9 metri e dalla soluzione strutturale molto complessa.
Gli interni sono in stile Futurista, uno dei pochi esempi integri dell'epoca, con affreschi di Benedetta Cappa, moglie di Filippo Tommaso Marinetti, cinque pannelli raffiguranti le comunicazioni terrestri, marine, aeree, telegrafiche, radiofoniche. Vi sono anche due quadri di Tato.
In origine nella parte destra dell'edificio era presente un grande fascio littorio, alto quanto l'intero edificio ed anch'esso in marmo, che venne rimosso alla caduta del regime.
Palazzo Amoroso
Rappresentazione dell'architettura brutalista a Palermo è Palazzo Amoroso, nella piazzetta Santo Spirito. I maestri del razionalismo italiano Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers (il celebre gruppo BBPR, per intenderci gli stessi che hanno progettato Torre Velasca a Milano) sono gli autori di questo progetto completato nel 1974 e che rappresenta un raro modello di "cucitura" tra città antica e architettura moderna.
Infatti, il complesso residenziale sorge dalle ceneri di un preesistente palazzo barocco distrutto dai bombardamenti della II Guerra Mondiale del quale è stato saggiamente conservato il portale, sapientemente incastonato all'interno del nuovo prospetto di chiara impronta brutalista.
I pannelli modulari di cemento a vista sono vivacizzati dalla realizzazione di finestrelle, logge e balconi dinamicamente distribuiti e l'utilizzo di grosse griglie in legno laccato come parapetti. Anche in questo caso, come nelle precedenti esperienze di Carlo Scarpa con palazzo Abatellis e lo Steri, antico e moderno di sposano perfettamente mantenendo la propria identità.
I Palermitani lo chiamano "La milanese", perché è una palazzina senza balconi ma "con minuscole finestre tipo quelle che si vedono a Milano".