La Riserva Naturale Orientata di Cavagrande del Cassibile
Un paradiso naturale sui monti Iblei: lo spettacolare canyon del fiume Cassibile
Cavagrande del Cassibile - Foto di Christophe PINARD - Fonte, CC BY-SA 2.0
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Sul tavolato ibleo, da un magnifico belvedere posto nei pressi di Avola antica, è possibile godere dello scenario mozzafiato offerto dalla spettacolare gola naturale scavata dal fiume Cassibile, senza ombra di dubbio una delle poche meraviglie incontaminate che la Sicilia ancora custodisce.
Il tavolato calcareo ibleo è inciso da diverse e profonde cave che hanno un'età di circa 50/80.000 anni e si sono formate grazie all'erosione dell'acqua che nei millenni ha sciolto il calcare delle rocce e all'ultima glaciazione che 10/20.000 anni fa, con le sue abbondanti piogge, contribuì a sgretolare il terreno.
Una delle più grandi incisioni è proprio la Cava Grande formata dal fiume Cassibile, in cui nel corso dei millenni, hanno trovato rifugio, oltre a numerose specie vegetali ed animali, anche varie civiltà che sin dal Neolitico hanno lasciato numerose e importanti testimonianze.
La Cava Grande del Cassibile è la più profonda e impenetrabile del gruppo ed è stata esplorata dall'uomo solo in alcune parti del suo sinuoso percorso. Consiste in un grande canyon della lunghezza di circa 10 chilometri che raggiunge in alcuni punti la profondità di circa 300 metri.
Il fiume che vi scorre, il Cassibile, antico fiume che i greci chiamavano Kakyparis, prende origine in un'area con elevata piovosità nei pressi di Palazzolo Acreide, per sfociare poi a pochi chilometri da Avola. Le cristalline acque del fiume e i detriti che trasportano continuano ad erodere le rocce sulle quali scorrono formando le cosiddette ''marmitte dei giganti'' (cavità cilindriche) e piccoli e profondi laghetti. In tutti gli Iblei, non esiste un altro ambiente di così selvaggia bellezza come il canyon inciso dal fiume Cassibile nel suo alto e medio corso.
Nel Marzo del 1984 nell'area è stata istituita la Riserva Naturale Orientata di Cava Grande, che si estende nel territorio di Avola, Siracusa e Noto per 2696 ettari ed è affidata alla gestione dell'Azienda Forestale Demaniale. I sentieri presenti all'interno della riserva sono innumerevoli; si tratta di antiche trazzere percorse anticamente dai pastori che tuttora si trovano in pessimo stato e solo pochi sono facilmente percorribili.
Il corpo forestale propone come sentiero fruibile solo il sentiero di 'Scala Cruci', una scalinata ricavata nella roccia che immette all'interno della cava e con la sua discesa ripida conduce sul greto del fiume Cassibile, da dove, seguendo il corso, raggiunge il primo gruppo di laghetti facilmente accessibili.
I laghetti, di medie e grandi dimensioni, sono in tutto una ventina ma non tutti sono facilmente raggiungibili, alcuni infatti, si trovano in punti dove non ci sono sentieri e vi si può accedere soltanto risalendo il letto del fiume dalla foce, metodo non consigliabile perché molto pericoloso.
Nel fondovalle la vegetazione è caratterizzata da platani orientali, scomparsi ormai dalle rive della maggior parte dei fiumi siciliani. I bordi del fiume rappresentano l'habitat ideale per le gallinelle d'acqua, rane, granchi di fiume e insetti colorati di varia specie. Nel resto della riserva si trovano inoltre esemplari di volpe, conigli, martore, istrici, ghiri, donnole, vipere, e il colorato ramarro siciliano.
Risalendo si può imboccare in direzione nord ovest un sentiero che corre lungo un acquedotto risalente agli inizi del secolo, che incanalate le acque del fiume le convoglia a valle in un bacino. Qui domina la tipica vegetazione della macchia mediterranea a mirto e lentisco. Sul versante nord della cava invece, è ben visibile un grande antro, la 'Grotta dei Briganti', all'interno del quale si trovano i resti di un antichissimo villaggio rupestre siculo.
La grotta è un anfratto apparentemente irraggiungibile dal Belvedere di Avola antica, in realtà vi si può arrivare dopo una faticosa arrampicata. Il nome è dovuto al frequente utilizzo dei briganti tra la fine dell'800 e i primi del '900, in particolare al famoso brigante di Canicattì Bagni Giovanni Boncoraggio.
Dieri di Cavagrande del Cassibile - Foto di Davide Mauro - Opera propria, CC BY-SA 4.0
Sopra il sentiero, sulla parete della cava, è presente inoltre, un sito risalente ai sec. X-XI a.C. che custodisce centinaia di tombe a grotticella e gli ipogei paleocristiani, una rete di cunicoli che collegano un sistema di grotte artificiali, i Dieri di Cava Grande. Il sentiero segue l'andamento naturale della parete e percorre una gola, 'Fosso Calcagno', che si apre sull'altipiano.
Superato Fosso Calcagno si incontrano, a causa dei numerosi incendi, soltanto piante erbacee e, oltrepassato un breve tratto pianeggiante, il percorso ridiscende per un tratto intagliato nella roccia. Qui è tutto un susseguirsi di laghetti e cascate protetti da una fitta cintura di rovi mentre nel cielo si vedono volteggiare il gheppio e la poiana, che nidificano in queste gole.
Superata una fitta macchia a rovi e spinaporci, il sentiero viene interrotto sulla sinistra da un'ampia trazzera che riporta sull'altipiano della campagna iblea. Qui si incontrano pascoli e antiche masserie e la vegetazione predominante è la gariga, con le sue essenze profumate: il timo, il rosmarino, la salvia e la palma nana.
Seguendo la strada sterrata poco più avanti si incrocia un'altra trazzera. Da qui è necessario proseguire a sinistra per raggiungere la Strada Provinciale n. 4 Avola-Manghisi. La si imbocca ancora a sinistra per ritornare al belvedere.
Per maggiori informazioni:
- www.cavagrandedelcassibile.it
- www.cavagrandedelcassibile.com
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