Sui Nebrodi, il tour dei laghi
Affascinante viaggio nella natura incontaminata dell'area protetta più grande di Sicilia
Questo itinerario vi condurrà in un luogo affascinante e spettacolare. Per una volta però, non utilizzeremo i mezzi di locomozione tradizionali. Posate dunque, le chiavi della vostra auto o moto, mettetevi comodi su un divano, chiudete gli occhi e provate a volare con la fantasia, un po’ come farebbe il piccolo Peter Pan, e a immaginare un luogo dove limpidi fiumi e freschi torrenti scorrono placidi tra la vegetazione florida e rigogliosa, dove lo scroscio delle acque si confonde solo col canto degli uccelli e ci si può specchiare nelle acque cristalline e incontaminate dei laghetti montani.
Provate a immaginare un luogo dove i prati sono eternamente fioriti, in ogni stagione, e i boschi ombrosi e immensi, lasciano, ogni tanto, spazio ad aree scoperte dominate dalla macchia mediterranea. Nel cuore di questi polmoni verdi vive indisturbata una ricca e rara fauna e si può fare trekking o mountain bike seguendo uno dei tanti sentieri che si inerpicano sulle montagne per raggiungere, magari, incantevoli zone umide.
So cosa state pensando ! Vi sembrerà di essere finiti in un paradiso terrestre oppure sulla mitica 'isola che non c'è' ma vi assicuro che siete proprio fuori strada...
Ci troviamo difatti, in uno dei più bei parchi della Sicilia orientale, quello dei Nebrodi, 860 chilometri quadrati di area protetta, in assoluto la più vasta dell'isola, all'interno della quale sono presenti ambienti naturali di grande interesse naturalistico, alcuni addirittura unici nel loro genere.
La zona si estende nelle tre province di Messina, di Catania ed Enna, ed è limitata a sud da un braccio del Simeto, a ovest dal fiume Pollina, a est dalla fiumara di Novara di Sicilia e a meridione dal vulcano più grande d'Europa, l'Etna.
Questa incantevole oasi di pace è proprio il luogo ideale per gli appassionati di trekking o mountain bike che possono fare un affascinante viaggio, immersi in una natura incontaminata, tra laghi, sorgenti di fiumi, antichi ruderi, boschi, animali selvatici e allo stato brado. Pertanto, una volta arrivati nel Parco con l'insolito metodo sopra descritto, potrete dedidere se muovervi a piedi o in bici. A voi la scelta.
In Mountain bike...
Partiamo dalla deliziosa cittadina medioevale di Randazzo, percorriamo la SS116 Randazzo - Capo d'Orlando in direzione Santa Domenica Vittoria, attraversiamo il ponte sul fiume Alcantara e, alla terza curva, svoltiamo a destra.
Foto di Alessia Saccone - Own work, CC BY-SA 4.0
Qui ci imbattiamo in un cartello con la scritta Demanio di Baiardo Santa Maria Del Bosco, proseguiamo lungo un sentiero in salita immerso in una magnifica vegetazione e approfittiamo per ammirare il magnifico panorama, sulla sinistra, che si apre sul letto del fiume Alcantara, mentre alle spalle si staglia, imponente, la sagoma del vulcano più alto d'Europa, l'Etna. Pedaliamo ancora per un paio di chilometri, sino al cancello di Baiardo, lo superiamo, percorrendo un sentiero totalmente immerso nel verde, sino all'area attrezzata di Santa Maria del Bosco.
Procediamo in salita per circa un chilometro, sino a quando la strada non s'interrompe a causa di una frana. Siamo costretti a proseguire per un viottolo molto stretto che per circa 500/600 metri, che permette solo il Single Trek, cioè il passaggio di una sola bici alla volta.
Finalmente la stradina si allarga, la percorriamo sino a giungere ad un cancello di legno. Imbocchiamo il viottolo a destra e iniziamo a risalirlo sino ad incrociare la strada che abbiamo lasciato poco fa, ripristinata dopo la frana. Proseguiamo a sinistra e, scendendo giù velocemente fino al cancello (San Giacomo), attraversiamo il fiume Alcantara, attraverso un grazioso ponticello. Da qui, andiamo a destra in direzione Floresta.
A questo punto la presenza di una guida che conosce bene i luoghi si fa necessaria poiché quest'ultima può arrivare a trovare il punto esatto in cui nasce il fiume Alcantara e pure gli affascinanti resti dell'antico monastero di San Giacomo e le omonime sorgenti.
Se invece, si vuole andare direttamente a Floresta si può fare una sosta per degustare i prodotti tipici locali: provole, ricotta infornata, salame di suino nero dei Nebrodi, pane casereccio e vino rosso. Evitiamo comunque, di appesantirci troppo con un pranzo luculliano e riprendiamo presto il cammino. Imbocchiamo nuovamente la SS116 che parte da Randazzo e andiamo in direzione Tortorici.
Dopo circa due chilometri, sulla sinistra, imbocchiamo il viottolo in salita, che si snoda accanto al ristorante 'la Rosa dei Nebrodi', per raggiungere, dopo un paio di chilometri la Dorsale dei Nebrodi e lo scollinamento di Portella Castagnera (1430 m. s.l.m.).
Scendendo sino alla fine della strada, (a quota 1200 m. s.l.m.) ci troviamo finalmente dinanzi al lago Pisciotto, un invaso naturale di modeste dimensioni ma di grande interesse naturalistico per la presenza di varie specie di uccelli stanziali e migratori.
Il paesaggio circostante è costituito da ampie aree pascolative, tipiche dei Nebrodi, caratterizzate del verde intenso dei prati erbosi arricchiti dai variopinti colori dei fiori che nei mesi estivi, lasciano spazio ad ampie radure con pietraie e lembi di prato arido, a rupi assolate con tipica vegetazione xerofila e a collinette ricoperte di caratteristiche essenze cespugliose ed arbustive, dove non mancano boschi residui di cerro.
Dal lago è possibile arrivare sino alle sorgenti di un altro importante fiume siciliano, il Simeto e da qui proseguire in direzione del Lago Trearie, bellissimo invaso naturale meta invernale di tante specie di uccelli migratori. Salendo a destra del lago, per circa un chilometro, procediamo per una strada in parte asfaltata e in parte sterrata, sino a giungere al lago Tre Arie, la conca d'acqua più alta della Sicilia (a quota 1400 m. s.l.m.).
Situato a cavallo tra il crinale dei Nebrodi e quello dell'Etna, risulta incastrato tra il Monte Solazzo e il poggio Cartolari. Poco distante del lago Tre Arie, passa la dorsale dei Nebrodi e tramite questa si arriva facilmente al lago Cartolari, dove con un po' di fortuna si possono ammirare bellissimi esemplari di aquila reale, di gatto selvatico e sicuramente gli splendidi cavalli neri Sanfratellani.
Dal lago Cartolari si va in discesa verso valle e il paesaggio si fa bellissimo tra querce, abeti, pini, pioppi, aceri e peri selvatici. All’indicazione Case San Paolo si svolta a destra, fino al grazioso laghetto San Paolo e poi alle Case San Paolo, di proprietà della forestale.
Da qui un panorama immenso si offre ai nostri occhi che possono ammirare l’Etna, con tutt’attorno i suoi piccoli monti, i monti Spagnoli, Maletto ed il monte Egitto. Dopo il guado di diversi ruscelletti e rigagnoli d’acqua, si arriva al Torrente della Saracena, un affluente del Simeto, al rifugio Chiusitta ed all’area attrezzata di Margio Salice, nel demanio delle Caronie.
Continuando a scendere, sulla destra, ci imbattiamo nella Segheria, un grosso deposito legnami di proprietà demaniale e poi nell’abitato di Maniace.
Al primo bivio svoltiamo a destra, imboccando la strada che porta alla Ducea di Nelson, antico monastero, donato da Ferdinando I di Borbone, nel 1799, all’Ammiraglio Horatio Nelson, il quale gli aveva salvato la vita ed il trono. Dopo aver visitato l'edificio, da qui possiamo raggiungere facilmente la SS 120, girare a sinistra in direzione Randazzo e percorrere gli ultimi 15 chilometri, tutti su asfalto.