Viaggio a Sambuca di Sicilia, uno tra i borghi più belli dell'Isola
L'antica terra di Zabut che grazie alla sua bellezza si è meritata la nomina di Borgo dei Borghi
Foto © Giuseppe La Rosa
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Nell’entroterra sud-occidentale della Sicilia, ai margini della Valle del Belice e alle pendici del Monte Genuardo, sorge Sambuca di Sicilia, delizioso borgo a pochi km del Lago Arancio.
La terra di Zabut (nome dato dagli Arabi che la fondarono intorno all'830) fu abitata da popolazione islamica fino al tredicesimo secolo fino a quando si ribellò alle operazioni di consolidamento imperiale ordinate da Federico II che costruì il Castello di Giuliana da usarsi come quartiere generale per la soluzione della "questione saracena" in Sicilia.
Sambuca conserva ancora le tracce di questa sua matrice islamica nel "quartiere arabo", costruito da un impianto urbano che si sviluppò attorno a sette "vicoli saraceni", trasformati in un museo vivente di storia arabo-sicula e nella fortezza di Mazzallakkar sulle sponde del Lago Arancio che viene sommersa ogni qualvolta si innalza il livello del Lago.
La cultura, le tradizioni popolari, i modi di esprimersi degli abitanti di sambuca testimoniano di questa origine storica.
E sono tante le attrazioni che Sambuca - nominato Borgo dei Borghi nel 2016 - offre ai visitatori: il Parco attrezzato della Risinata; il Lago Arancio; il sito archeologico di Adranone, città fortezza greco-punica (VII-VI sec. a.C.); la tomba monumentale detta "Tomba della Regina", risalente al VI-V sec. a.C., una tra le più interessanti tombe a camera ipogeica della Sicilia. I reperti ritrovati sono oggi esposti nel Museo Archeologico Regionale di Agrigento.
Le tappe del nostro itinerario
Chiesa e convento del Carmine
Oggi Santuario della Madonna dell'Udienza, riportata allo stato attuale da una serie di interventi, fu fatta costruire nel 1530 dal Marchese della Sambuca, Don Salvatore Bardi Mastrantonio, e dedicata a S. Antonio Abate.
Un suo successore, invece, Don Vincenzo Bardi Mastrantonio, fu il fondatore del Convento dei Carmelitani, costruito in adiacenza alla chiesa. Così ampliata la Chiesa venne dedicata alla Madonna Annunziata. Successivamente nel 1633 venne modificata: furono costruite le due navate laterali minori restando come navata centrale il corpo primitivo della chiesa.
All'inizio del 1900 si iniziarono i lavori che dovevano portare la chiesa allo stato attuale. All'interno si possono ammirare: la statua marmorea della Madonna dell'Udienza attribuita ad Antonello Gagini (1478-1536); la statua marmorea di S. Anna con la Madonna fanciulla di scuola gaginiana; un Crocefisso ligneo, proveniente dall'ex Convento di S. Maria di Gesù (Sec. XVII); un fercolo ligneo, opera monumentale e artistica che riproduce un trono regale culminante in una corona sorretta da colonnine scanalate sormontate da capitell.
Il fercolo serve per portare in processione, sulle spalle di cento uomini detti "I nudi", la statua della Madonna dell'Udienza, Patrona e Protettrice di Sambuca, la terza domenica di maggio.
Parte del Convento oggi è di proprietà del Comune. Degno di nota è il chiostro che racchiude, attraverso arcate che poggiano su colonne tufacee monolitiche, l'area del giardinetto su cui si affacciavano le celle dei frati.
Chiesa Madre
L'escursione verso il nord della città ci porta nella Piazza Baldi Centellis, chiamata così in ricordo dei primi marchesi della Sambuca, ma principalmente a memoria di Donna Giulia, marchesa, e della sorella Maria che nella prima metà del 600 finanziarono la costruzione del monumentale tempio, la Matrice, che domina questa piazza.
La Chiesa occupa una parte dell'antico Castello di Zabut e tutta la parte della primitiva Chiesa di S. Pietro Apostolo costruita intorno al 1420. La nuova costruzione del 600 è quella che possiamo ammirare oggi anche se gravemente danneggiata dal terremoto del 1968. Si tratta di una chiesa a tre navate, divise da colonnati che sorreggono archi a tutto sesto.
Di forma a croce romana, nel punto in cui il transetto si interseca con la navata centrale s'innalza la cupola di ispirazione rinascimentale. All'interno sono da ammirare un trittico ligneo della Crocifissione con i Santi Giovanni Evangelista e Maria di Magdata sullo sfondo di una grande pala lignea raffigurante in bassorilievo l'"Albero dei Martiri" con al posto dei frutti reliquiari.
Un affresco staccato dalla parete di una cappella della Chiesa di S. Giorgio, attribuito al sambucese Turano; un'acquasantiera di scuola gaginiana; la grande pala dell'altare maggiore raffigurante l'Assunzione di ispirazione tintorettiana ed altre tele delle scuole siciliane del 700.
Palazzo Panitteri
Il Palazzo Panitteri, originariamente Truncali, è uno dei monumenti più importanti di Sambuca. Costruito come torrione di avamposto lungo le mura che circondavano l’antica Zabut, divenne successivamente dimora patrizia.
La struttura è caratterizzate da linee attinte al tardo rinascimento frammiste ad annunci dell’imminente barocco siciliano: ne è viva testimonianza il portale d'ingresso principale alla cui sommità è lo stemma della famiglia Panitteri.
Il palazzo conserva l’originaria planimetria quadrangolare con un ampio cortile interno su cui si aprono vasti magazzini. Una scala in stile catalano conduce al piano nobile, oggi sede del Museo Archeologico Palazzo Panitteri. Nel cortile un breve sottopassaggio immette nel giardino in cui campeggiano diversi esemplari di piante mediterranee.
Palazzo dellArpa - Municipio
Proseguendo dalla via Grande ci si imbatte in un doppio arco "trionfale", sovrastato da tre eleganti balconi. È il Palazzo dell'Arpa. I due archi sono separati da un portale che a sua volta supporta uno spaccato quadrangolare delimitato da una cornice sbalzata.
Entro questa cornice nel 1938 fu collocata dal fascismo locale, secondo le disposizioni di quello nazionale, la lapide contro le sanzioni antifasciste con enfatiche righe che esaltavano la politica autarchica del Duce. Al suo posto oggi è un orologio, dono di Francesco Riggio, illustre direttore di orchestra in terra di America dove emigrò in giovanissima età.
Il Palazzo di fattura secentesca fu costruito, sull'impianto della Porta da cui si accedeva alla città-fortezza di Zabut, dalla famiglia Oddo e ceduta successivamente ai Giurati del tempo perché fosse sede della municipalità. Restaurato internamente sul finire degli anni '60, ospita oggi l'Amministrazione attiva, il Consiglio municipale, gli uffici amministrativi.
Nel Palazzo comunale si conservano opere di arte moderna di artisti contemporanei. Ricordiamo le opere degli illustri concittadini: Gianbecchina l'autore di un affresco dal tema drammatico: il terremoto del 1968; Nino Maggio, autore di una scultura lignea; Nino Ciaccio, autore di opere che riproducono luoghi architettonici di "Sambuca scomparsa"; Francesco Marino e altri.
Terrazzo Belvedere (o Calvario)
La Piazza Baldi Centelles immette, attraverso una comoda scalinata, in quella parte dell'ex Castello di Zabut che costituiva l'acropoli fortificata.
Nel secondo 800 furono demolite le strutture che ancora rimanevano e fu ricavato un grande terrazzo per celebrarvi la Crocifissione del Venerdì Santo. Per,questo fu chiamato Calvario.
Il "calvario", però, fu adibito a questo scopo solo per poco tempo. Subito dopo la prima guerra mondiale il Cristo Morto fu celebrato all'interno della Chiesa Madre. Il Calvario fu battezzato "Belvedere". Vi si può ammirare uno stupendo panorama che sconfina oltre le terre sambucesi sino alle terre sveve di Giuliana di Caltabellotta di Chiusa Sclafani, nello sfondo le montagne delle Rose e la catena interna dei Monti Sicani.
Adranon
Monte Adranone è tra i più occidentali siti archeologici del territorio agrigentino, a settentrione del moderno abitato di Sambuca di Sicilia, nella Valle del Belice.
La storia dell'antico centro di Monte Adranone indubbiamente colonia selinuntina - si svolge pertanto in un particolare contesto derivante dal contatto tra l'area sicana ellenizzata e l'area elimo punica, con una decisa preminenza della componente punica a partire dagli inizi del IV sec. a.C., ovvia conseguenza del consolidarsi del predominio cartaginese nella Sicilia occidentale, dalla caduta di Selinunte alla morte di Dionisio I.
Quanto all'identificazione del sito, si è propensi a riconoscere l'Adranon citata da Diodoro (XXIIIA2) in relazione a vicende della prima guerra punica: identificazione già proposta dal Cluverio e ripresa dall'Holm, anche in considerazione di dati toponomastici essenziali (il sito domina le balze di una contrada collinare denominata Adragna) sembra ormai prendere sostegno dai dati archeologici emersi dagli scavi sistematici che hanno finora univocamente dimostrato una generale e violenta distruzione della città intorno alla metà del III sec. a.C. con sporadiche presenze - forse di guarnigioni di controllo - nel corso della seconda guerra punica.
Gli scavi regolari risalgono al 1968 e da allora annuali campagne sistematiche hanno portato alla luce la necropoli, la poderosa cinta muraria e vasti settori della città e dell'area suburbana.
Lago Arancio
Nei dintorni del centro urbano, esattamente nella valle del fiume Carboj, sottostante Sambuca, si estende il grande bacino artificiale del lago Arancio. La varietà e bellezza dell'oasi è arricchita dal bosco della Resinata a ovest del Lago e dalle gole della Tardara, un profondo canyon scavato dal fiume Carboj, ricco di vegetazione ripariale. E unico emissario del lago.
E' stato realizzato nel periodo 1949-52 con la costruzione di una diga che può contenere fino a 32 mln di metri cubi d'acqua.
Periodicamente, quando il livello dell'acqua si abbassa, sulle sponde compaiono i ruderi del fortino Mazzallakkar, costruzione fortificata di origine araba.
Fonte di attrazione turistica negli anni 80, quando vi si disputarono i campionati mondiali di sci nautico, di canoa e windsurf, nel 2000 lo Stato la ha assegnato in gestione alla Lipu, che ne ha fatto un'Oasi naturalistica.