''41'', una mostra a Roma che chiede: ''Perché Provenzano non è stato ancora arrestato?''
La latitanza e la non cattura della primula rossa di Corleone in una fotoistallazione presto a Palermo
Bernardo Provenzano non si trova, e questo fatto diventa materia di ricerca artistica, come nella mostra "DIA un indagine in 26 diapositive'' da poco terminata, dei ragazzi dell’accademia di Belle Arti Abadir di Palermo, e come nella mostra di immagini, pittura e parole, inaugurata pochi giorni fa a Roma.
S'intitola ''41'', come gli anni di latitanza del capo della mafia siciliana. Una fotoinstallazione (inaugurata a Roma, nel Punto Einaudi di via Giulia 81), nell'ambito della rassegna di arti contemporanee ''Textures'', dove sarà visitabile fino al 17 marzo per poi fare tappa a Palermo.
Il fotografo Ruggero Di Maggio, i giornalisti Ernesto Oliva e Salvo Palazzolo hanno rielaborato le fotografie in bianco e nero scattate dai carabinieri del Ros il 31 ottobre 1995 al bivio di Mezzojuso della Palermo-Agrigento: ritraggono un gruppo di mafiosi che si era dato appuntamento per raggiungere Provenzano. Proprio uno di quei boss, Luigi Ilardo, aveva confidato al colonnello dei carabinieri Michele Riccio, la ragione dell'incontro: il congresso convocato da Provenzano, in un casolare poco distante dal bivio, per discutere le strategie del dopo stragi Falcone-Borsellino.
Provenzano era dunque vicinissimo all'arresto, ma quella mattina di ottobre il gruppo di mafiosi non fu seguito dai carabinieri, così come documentano le fotografie. Su questo episodio, la Procura di Palermo ha già aperto un'inchiesta. All'interno delle immagini, gli autori della mostra hanno collocato una serie di testi, soprattutto domande, sul giallo di Mezzojuso e sulla quarantennale latitanza della primula rossa di Corleone, troppo spesso costellata da complicità eccellenti con talpe istituzionali. La sequenza di parole e tratti di colore arricchisce di significato le fotografie, finisce per creare molteplici percorsi di ricerca, un grande ipertesto, attorno all'unica domanda: perché Bernardo Provenzano non è stato ancora arrestato.