"A Colonia le porcate che facevano i maschi in Sicilia"
Infuria la polemica sulla frase di Carlo Panella pronunciata a Unomattina
Nuova polemica sulla Rai. Questa volta a finire nel mirino è una frase dello scrittore Carlo Panella, durante la trasmissione 'Unomattina': "Dietro Colonia c'è la dinamica del branco, un gruppo di maschi ubriachi, testosterone, che fanno le porcate che facevano i maschi in Sicilia e che forse fanno ancora in Sicilia"... E rivolgendosi all'avvocato palermitana Giulia Bongiorno che non replica, Panella dice: "Ci sono delle foto clamorose della Sicilia, la foto degli anni '50 la bedda (bella) ragazza che passa e tutti i galletti...".
A sollevare la polemica è il movimento 'Noi Siciliani liberi', fondato da Massimo Costa, che intima alla Rai, e in particolare al conduttore di Uno Mattina Tiberio Timperi, di scusarsi pubblicamente con tutti i siciliani "per non aver fermato il delirio razzista di Carlo Panella".
"Secondo questa affermazione razzista inqualificabile - dice Massimo Costa - i maschi siciliani (anche Falcone, Borsellino, Padre Puglisi, il presidente Mattarella?) sono normalmente organizzati in branchi dediti allo stupro di massa. Siciliani Liberi chiede l’allontanamento perpetuo e immediato del suddetto Panella dai teleschermi della Rai, e, come si è detto, scuse pubbliche della RAI nella stessa fascia oraria in cui è stato pronunciato l’insulto a milioni di cittadini siciliani non colpevoli di altro se non di essere nati e vivere e lavorare in Sicilia".
Siciliani liberi ha anche annunciato che organizzerà una campagna di obiezione fiscale per il pagamento del canone Rai, "intimando ai gestori dell’energia di non applicare il balzello sulle bollette elettriche. I Siciliani non potranno mai addirittura pagare per essere additati all’opinione pubblica nazionale come bruti incivili, alimentando pregiudizi che trovano l’unica loro ragion d’essere nell’arroganza dei più forti. L’Italia non potrà perseguire milioni di cittadini".
Sulla polemica è intervenuto anche Manfredi Zammataro dell'associazione Codici: "Proviamo disgusto e sgomento per le affermazioni razziste pronunciate dal signor Panella nei confronti dei Siciliani, paragonati agli autori dei terribili fatti di Colonia. Con quelle frasi dimostra un pericoloso sentimento razzista che non può essere permesso a nessuno, tantomeno a soggetti che hanno accesso ai mezzi di comunicazione di massa. Ciò che ci indigna ancora di più è che tutto questo è stato permesso all'interno di un programma televisivo del cosiddetto "servizio pubblico" della televisione di Stato. La stessa Rai che ogni anno chiede anche ai tanto vituperati siciliani il pagamento dell'odiatissimo canone. La misura adesso è colma! Pertanto preannunciamo fin da adesso che o Panella chiede pubblicamente scusa a tutti i siciliani oppure nei prossimi giorni ci recheremo in Procura per denunciarlo per le gravi affermazioni diffamatorie che ha rilasciato in occasione della trasmissione Uno Mattina in Famiglia del 16 gennaio 2015".
I tre principali movimenti nazionalisti e indipendentisti siciliani, Sicilia Nazione, Movimento per l’indipendenza della Sicilia (Mis) e Fronte Nazionale Siciliano, hanno organizzato per sabato 23 gennaio alle 11, una manifestazione di protesta contro il silenzio della Rai dopo le gravissime dichiarazioni di Panella. "La Tv pubblica, tenuta in vita dai soldi dei contribuenti - dichiarano i tre movimenti nazionalisti e indipendentisti siciliani - tacendo, acconsente a che si insultino impunemente i siciliani. Questo atteggiamento è inaccettabile e noi faremo sentire la nostra indignazione in tutte le sedi opportune".
Il coordinatore di Sicilia Nazione, Gaetano Armao, ha inviato stamattina una lettera al presidente della Commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, chiedendo un atto ufficiale. "Chiediamo - si legge nella nota - un formale e tempestivo intervento della Commissione su affermazioni così gravi, ma sopratutto l'introduzione di forme di verifica che scongiurino il ripetersi di così gravi casi di disinformazione e contumelia di sapore razzista". "E’ fondamentale - conclude la lettera di Sicilia Nazione - adottare un provvedimento formale affinché, nel rispetto del pluralismo, sia offerta agli italiani un'informazione completa e rispettosa della Sicilia e dei siciliani".
Anche il Codacons si è scagliato contro le frasi discriminatorie di Carlo Panella e ha depositato un esposto all’Autorità per le comunicazioni, alle Procure della Repubblica di Roma e Palermo, alla Corte dei Conti, nonché alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai.
"Queste dichiarazioni sono offensive per milioni di siciliani e non possono passare inosservate - denuncia l’associazione nell’esposto - La Rai, ancora una volta, ha consentito ad un suo ospite di pronunciare, in maniera continuativa ed incontrollata, una serie di frasi ingiuriose ed offensive della cultura, storia ed identità di una intera regione, la Sicilia. Indubbia è la lesione all’onorabilità della Sicilia e la grave condotta denigratoria e diffamatoria posta in essere nei confronti dei siciliani ed in particolare dei siciliani maschi e quindi di una intera etnia. Il pregiudizio è stato arrecato dalle contestate dichiarazioni laddove le stesse determinano hic et nunc incontestabili ed inqualificabili danni al territorio siciliano e alla onorabilità dei suoi abitanti, ciò che ancor più grave, laddove tale pregiudizio sia avvenuto attraverso soldi pubblici che hanno consentito la messa in onda di dichiarazioni infamanti, ignominiose e diffamanti per l’intero territorio siciliano qualificandosi, anche, come un oltraggio per l’intero Meridione". Per tali motivi il Codacons (il cui Segretario Nazionale è il Siciliano Francesco Tanasi) ha chiesto alle autorità competenti di intervenire aprendo una indagine sulla vicenda e adottando tutte le misure previste per sanzionare l’episodio e i responsabili dello stesso e tutelare i telespettatori in generale e i cittadini siciliani.