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''A Termini Imerese non si produrranno più auto''

La decisione della Fiat sullo stabilimento siciliano è tutt'ora inamovibile

02 luglio 2009

Ieri i sindacati (Fim, Fiom, Uilm e Fismic) sono andati a Torino, al Lingotto per incontrare i responsabili di Fiat cominciare a comprendere seriamente qual'è il futuro degli stabilimenti sparsi per l'Italia, ed in particolare quello siciliano di Termini Imerese nel quale, così come annunciato dall'a.d. Fiat, Sergio Marchionne, si produrranno auto solo fino alla fine del 2011.
I sindacati metalmeccanici hanno definito "deludente" l'incontro di ieri, così hanno subito scritto al ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, per chiedere un incontro sull'annunciata chiusura dello stabilimento Cnh di Imola e sulle intenzione della Fiat riservate a Termini Imerese. La data - secondo i sindacati - dovrebbe essere fra il 7 e il 9 luglio.

"L'incontro è andato male - ha detto Enzo Masini, responsabile Auto della Fiom nazionale - perché la Fiat continua a pensare di bastare a se stessa. Non c'è disponibilità vera sul premio di risultato e non c'è un'idea per affrontare una fase delicata come quella attuale con un confronto di merito con il sindacato assumendo reciproci impegni. Così rimangono grandi fibrillazioni a livello di singoli stabilimenti, ci sono situazioni che stanno esplodendo. Noi andiamo da Scajola per modificare il piano, la Fiat vuole solo parlare di ammortizzatori sociali".
Anche per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, "l'incontro è stato deludente perché sull'Auto e sull'Iveco la Fiat dice di non avere nulla da approfondire. Sono invece disponibili a un incontro a livello sulle flessibilità, cioè su come gestire cassa integrazione e straordinari, ma non c'è una data".
"Il governo finora - ha affermato Eros Panicali, responsabile Auto della Uilm - ha sottovalutato il problema. Deve fare la sua parte perché non si riduca la capacità produttiva dell'Auto in Italia". Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic, ha parlato di "incontro interlocutorio" e ha sottolineato la necessita che "il ministro Scajola coordini gli incontri di settore, a partire da Cnh e Auto".

Sul premio di risultato da pagare a luglio, la Fiat ha chiarito che non sarà erogata una cifra analoga a quella dell'anno scorso (1.100 euro) e che c'è ancora tempo per affrontare la questione.
Secondo Giovanni Condorelli, segretario generale dell'Ugl in Sicilia "è semplicemente incomprensibile l'assenza della delegazione Fiat oggi (ieri per chi legge, ndr) in commissione Attività produttiva. Dopo la protesta di ieri contro lo stop alla produzione automobilistica dal 2012 di Sicilfiat - ha aggiunto - quanto meno un rappresentante aziendale Fiat doveva pur esserci a seguito dell'invito lanciato del presidente Salvino Caputo, tutto ciò sta rendendo sempre più ambigua la posizione della Fiat stessa ed acuisce in maniera esponenziale il malessere sociale".
Per Condorelli "la politica regionale deve riappropriarsi della credibilità e dell'affidabilità con Fiat, anche sul piano nazionale". "L'incontro - ha concluso Marcello Marino delegato Ugl Sicilia per il gruppo Fiat - comunque è servito ad affinare una strategia comune con tutti i sindacati di categoria e ad affermare con forza ed unitarietà la volontà che il nostro territorio va valorizzato e non depauperato".

Il nuovo assessore siciliano all'Industria, Marco Venturi, insieme al governatore Raffaele Lombardo, hanno illustrato infine un piano per convincere Fiat a non chiudere la produzione di auto in Sicilia: 390 milioni di euro di finanziamenti che la Regione potrebbe assicurare ai manager del Lingotto.
"Presenteremo il nostro piano alla Fiat, certo se hanno deciso di chiudere con l'auto sarà dura fargli rivedere i piani industriali", ha detto Venturi. Non a caso ieri i vertici del gruppo torinese hanno ribadito ai sindacati nazionali che "a Termini Imerese non si faranno più macchine".
Una decisione, questa, sulla quale l'amministratore delegato Sergio Marchionne non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Dalla Regione però sono pronti a mettere sul tavolo della trattativa finanziamenti per quasi 400 milioni di euro. "Abbiamo fatto il massimo", assicura l'assessore all'Industria. Il piano prevede un primo finanziamento da 150 milioni di euro di fondi regionali da destinare all'indotto per la riqualificazione degli stabilimenti e il trasferimento di aziende che gravitano attorno al mondo Fiat e che realizzano componenti che oggi devono arrivare da altre regioni, con il risultato che ogni auto prodotta in Sicilia costa mille euro in più che nelle altre fabbriche del Lingotto. "Inoltre mettiamo a disposizione del gruppo anche la gran parte dei 150 milioni di euro che il Cipe ha destinato all'area industriale di Termini Imerese", ha aggiunto Venturi. Inoltre la Regione è pronta a finanziare con 90 milioni di euro un centro di ricerca per auto ecologiche e a garantire corsi di formazione gratuita alle tute blu. "Ho avuto poi rassicurazioni dall'Autorità portuale per l'avvio di collegamento con navi Ro-Ro dal porto di Termini Imerese verso Genova, Civitavecchia, Napoli e Livorno - conclude Venturi - Aspettiamo d'incontrare i manager Fiat, da giorni il governatore Lombardo ha chiesto un incontro".

I sindacati rimangono scettici: "I manager del Lingotto vogliono cifre ma anche tempi certi di erogazione degli investimenti - dice Roberto Mastrosimone della Fiom - Il problema non può essere più affrontato a livello locale: se il governo tedesco ha difeso tutti gli stabilimenti Opel, lo stesso deve fare quello italiano".
Il timore è che la Fiat non abbia alcuna intenzione di discutere su finanziamenti della Regione che già in passato non si sono concretizzati, tanto da far decidere a Marchionne di dirottare nel 2007 investimenti in Serbia. 

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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02 luglio 2009
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