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"Accuse e allusioni suggestive"

Il procuratore di Torino Giancarlo Caselli chiede tutela al Csm per le accuse di Pietro Grasso

27 marzo 2013

Dal presidente del Senato, Pietro Grasso, sono arrivate "accuse e allusioni suggestive" che hanno presentato "in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato".
E' quanto scrive Gian Carlo Caselli, procuratore a Torino, in una lettera in cui chiede al Consiglio superiore della magistratura di "essere adeguatamente tutelato".
Caselli, ovviamente, si riferisce all'intervento di Grasso alla trasmissione televisiva Piazzapulita del 25 marzo (LEGGI) dove, scrive, il procuratore "si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato".
Parlando alla tv Grasso ha fatto riferimento a Caselli e ha detto: "Caselli se la deve prendere con quei colleghi del Consiglio superiore della magistratura che hanno impedito che lui potesse essere nominato a capo alla procura nazionale antimafia", ha dichiarato Grasso.

Nella lettera, indirizzata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il procuratore lamenta un "comportamento profondamente lesivo dei miei diritti e della mia immagine in particolare là dove si insinua che il mio operato sarebbe stato caratterizzato dalla tendenza a promuovere e gestire processi che diventano gogne mediatiche ma restano senza esiti". Un comportamento "ancor più delegittimante nei miei confronti" se si pensa - osserva il magistrato torinese - che si è tenuto "nel giorno stesso in cui veniva pronunciata dalla Corte d'Appello di Palermo sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell'Utri, sentenza relativa a un procedimento avviato dalla procura di Palermo quando il sottoscritto ne era a capo".
Caselli chiede al Csm di "essere adeguatamente tutelato" e annuncia di riservarsi "ogni iniziativa al riguardo".

Anche Massimo Ciancimino si scaglia contro il neo presidente del Senato Grasso. "Chiamerò Piero Grasso a testimoniare nel processo sulla trattativa stato-mafia, deve rispondere di alcune decisioni prese quando era procuratore. Il personaggio è quello che è, ha beneficiato di tante situazioni, un paraculo che non ha mai toccato i poteri forti. Chi ha toccato i fili dell'alta tensione finisce per intercettare gli stambecchi ad Aosta…". Così il figlio dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, a La Zanzara su Radio 24.
"Non capisco - ha detto ancora Ciancimino a Radio 24 - come si possa fare lo scivolone di chiamare in diretta una trasmissione dopo le ultime telefonate in diretta, di Berlusconi e Masi. Ne esci comunque massacrato. L'istinto di prendere il telefono e chiamare Travaglio lede l'istituzione, la funzione".

Ciancimino poi attacca ancora Grasso: "Grasso è responsabile di strabismo investigativo e di una copertura nel mio processo nei confronti del suo vice, oggi capo della Dna, il procuratore Sciacchitano. Una società del gas cresciuta all'ombra della mafia, come recita la sentenza, va sequestrata nella sua interezza e non vanno preservate né amicizie né parentele. Se dico qualcosa di sbagliato sfido Grasso a querelarmi, ho denunciato tutto alla procura di Catania". "Grasso - ha aggiunto Ciancimino - ha emarginato procuratori come Scarpinato e Ingroia. Per dodici anni non ha mai fatto una domanda a mio padre sul tesoro, mi ha iscritto per riciclaggio nel registro solo una volta che è morto mio padre. Mentre reggeva la procura ha compiuto degli atti che grazie al processo sulla trattativa saranno discussi. Grasso sarà uno dei miei teste, insieme a Napolitano". "Grasso - ha proseguito Ciancimino - è il Procuratore che quando fecero la perquisizione a casa mia all'Addaura nella cassaforte c'erano papello, soldi in contanti, pizzini e altro. Possiamo dire che non ne sapeva niente? Ma il capo ne risponde sempre. Forse si è circondato di collaboratori poco attenti, anche questo lo dovrà chiarire in tribunale. Ci sono state delle anomalie, non ha mai voluto investigare in una certa direzione, ha eluso certe indagini".

[Informazioni tratte da ANSA, Repubblica.it, Corriere.it, LiveSicilia.it]

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27 marzo 2013
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