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''Aconcagua XP 05''. Angelo D'Arrigo ha conquistato in volo la vetta regina della Cordigliera delle Ande

Volare dove osano i Condor

03 gennaio 2006

IL PROGETTO: sorvolare le vette più alte del mondo in volo libero, emulando il volo dei grandi uccelli veleggiatori, è il progetto globale di Angelo D'Arrigo. Dopo aver sorvolato l'Himalaya nel 2004, Angelo progetta di trasferirsi sulla seconda catena montuosa più alta del mondo: la Cordigliera Andina.
LA MOTIVAZIONE: il Condor delle Ande rappresenta nel mondo dei rapaci l'uccello veleggiatore più avanzato della specie. In effetti la tecnica di volo e la caratteristica aerodinamica delle sue ali gli consentono di volare e di sfruttare condizioni meteorologiche estreme. Sono stati avvistati, da piloti di aerei di linea tra Buenos Aires e Santiago del Cile, dei condor in volo sopra il massiccio dell'Aconcagua a quote superiori ai 10.000 metri. Queste quote stratosferiche sono state raggiunte soltanto grazie allo sfruttamento delle correnti ascensionali generate dall'impatto dei venti alisei provenienti dall'Oceano Pacifico sull'Aconcagua (6.962 mt).
Angelo d'Arrigo, dopo aver sorvolato l'Everest, attratto da questo fenomeno aerologico ha deciso di cimentarsi in questa nuova sfida sopra l'Aconcagua: volando come i condor.
OBIETTIVI: sorvolare la vetta dell'Aconcagua in volo libero, sfruttando le correnti ascensionali generate dalla parete nord ovest. Superare la quota del record mondiale raggiunta in volo trainato sull'Himalaya dallo stesso Angelo D'Arrigo insieme a Richard Meredith (pilota trainatore)

Angelo D'Arrigo ce l'ha fatta!

L'Uomo Aquila ha vinto la sua scommessa: sfidare i condor nel loro ambiente naturale e volare sfruttando la stessa loro aerodinamica, lungo la Cordigliera delle Ande e sull'Aconcagua.
La nuova impresa messa a segno dall'ecologista catanese Angelo D'Arrigo, detentore del record mondiale di altezza in deltaplano trainato, è stata preparata a lungo e con molta cura. ''Mi ero posto per questa missione 'Aconcagua xp 05' due obiettivi. Il primo era sorvolare, come ho fatto sabato, la montagna più alta d'America con il mio 'Delta Condor' dopo l'impresa simile del 2004 sull'Everest. Il secondo - aggiunge - è invece quello di superare in Argentina il mio primato di altezza di 9.000 metri in volo trainato raggiunto sull'Himalaya, cosa che tenterò fra qualche giorno''.

D'Arrigo, che ha 44 anni ed è accompagnato da una equipe scientifica di 12 persone, ha avuto in Argentina una vasta eco, al punto che il Clarin, uno dei principali quotidiani nazionali, ha dedicato oggi metà della prima pagina ad una foto del suo deltaplano nero e bianco in volo sull'Aconcagua. Accompagnato dalla moglie Laura e dai figli Gabriele e Ivan, l'avventuroso siciliano si è sistemato a metà dicembre in un campo base a Puente del Inca, a 20 chilometri dalla frontiera con il Cile, dove a fine anno ha terminato i preparativi per la sua impresa andina.
''Sarà banale - prosegue - ma ad un certo punto pilotando il velivolo dotato di strutture che simulano le penne remiganti, mi sono sentito davvero simile ad un condor, ed ho avvertito la spinta miracolosa che trascina in alto quei rapaci avvistati dai piloti di linea anche a 10.000 metri d'altezza, ai limiti della stratosfera''. ''Durante il volo - dice ancora - non ho incrociato alcun condor, mentre ne avevo scorti giorni prima nella Valle de los Horcones, nella parte sud-orientale dell'Aconcagua. Posso dire però che il volo è servito anche per provare che la cima regina della Cordigliera è certamente un trampolino di lancio per il volo del condor nella direzione nord-sud''.

Durante le evoluzioni in quota, D'Arrigo non usa respiratore, ma una tecnica yoga denominata pranayama sperimentata presso il Centro di medicina aerospaziale dell'Aeronautica militare italiana. Questa, spiega, ''permette di superare i problemi dell'ipossia sfruttando in modo particolare il diaframma per allungare i tempi del metabolismo''. In questo modo, dice, ''per la prima volta lo sport si mette al servizio della scienza''.

Pronti ad applaudire il rientro a terra del primatista italiano, gli spettatori assiepati sul Puente del Inca hanno però trattenuto il respiro quando una ruota del 'Delta Condor' si è bloccata per il cattivo stato dell'asfalto, e la carlinga col pilota dentro ha sbattuto ripetutamente a terra, senza conseguenze per lo stesso D'Arrigo, come hanno dimostrato il suo sorriso e l'indice e il medio della mano destra levati in segno di vittoria.

Questo progetto binazionale che coinvolge l'Italia e l'Argentina, è stato reso possibile grazie al supporto del Governo Argentino e dei rispettivi Ministeri della Difesa e del Turismo.
Infine, dal progetto ''Aconcagua XP 05'' verrà tratto un documentario realizzato dal DocLab diretto da Marco Visalberghi per il National Geographic Channel.
Dopo aver guidato con il deltaplano uno stormo di cicogne dalla Russia all'Iran, dopo la conquista dell'Everest ed ora quella dell'Aconcagua, D'Arrigo rivela che ha già un progetto che lo attende nel 2007: il sorvolo del Monte Wilson (5.500 metri) nell'Antartide. ''Voglio contribuire facendo sventolare una bandiera italiana nel sesto continente - conclude - alle commemorazioni dei 50 anni della firma della Convenzione di ricerca scientifica nei poli''.

www.angelodarrigo.com

 

 

 

 

 

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03 gennaio 2006
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