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"Al Sud oltre 50 tavoli di crisi"

Gli industriali del Mezzogiorno al governo: "Non servono ricette miracolistiche, è necessario concentrare le risorse su poche cose e chiare"

19 gennaio 2013

"Il Mezzogiorno sta soffrendo in modo molto pesante le conseguenze della crisi. Più che altrove è l'economia reale ad essere colpita, il manifatturiero e il cuore dell'industria". E’ questa l’avvertenza del vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza.
Solo nel Sud, dice Laterza, "ci sono oltre 50 tavoli di crisi aziendali aperti e se non si interviene a sostegno della produttività e dei fattori di contesto si corre il rischio di una desertificazione industriale". In uno scenario "di costante riduzione delle risorse pubbliche per gli investimenti", i fondi strutturali europei "rappresentano la fonte finanziaria decisiva, forse l'unica tangibile al momento".

"Il metodo avviato dal ministro Barca è quello giusto. Dobbiamo proseguire su questa strada, coinvolgendo le parti sociali nella fase di proposta e di valutazione", dice ancora Laterza. Che aggiunge: "Le imprese vogliono e devono fare la loro parte, speriamo che in questo momento le forze politiche sappiano parlare al mezzogiorno con il linguaggio della verità e non con quello delle ricerca del consenso".
Tema al centro di un convegno organizzato da Confindustria su fondi strutturali e opportunità legate agli investimenti per infrastrutture nel Mezzogiorno. I fondi strutturali rappresentano "una cifra, che con il confinaziamento nazionale, può arrivare a 60 miliardi, non possiamo - avverte il vicepresidente di Confindustria - assolutamente permetterci di dissiparli. Per questo, è necessario individuare con chiarezza i criteri e il metodo con cui questi fondi saranno utilizzati. Il consolidamento dell'impresa industriale deve essere il cardine attorno cui far ruotare la nuova programmazione".

Il Mezzogiorno "ha in sè le potenzialità per farcela, come dimostrano i dati sull'export. Per questo, non servono ricette miracolistiche. Non serve l'assistenzialismo, non servono i grandi annunci e le promesse, che per tradizione si moltiplicano in campagna elettorale". Serve "concentrare le risorse su poche cose e chiare, su strumenti concretamente efficaci di politica industriale".
Ed in quest'ottica "la politica infrastrutturale è condizione imprescindibile per lo sviluppo del Sud. Ilgap infrastrutturale del mezzogiorno è uno dei principali freni agli investimenti delle imprese, italiane ed estere. Occorre selezionare gli interventi sulla base della loro capacità di connettersi ai corridoi di traffico europei e concentrare una quota significativa delle risorse sulle grandi reti; far convergere sia le risorse pubbliche sia quelle private sul completamento dei Grandi Progetti avviati; migliorare la collaborazione tra amministrazioni centrali e regionali nell' attuazione degli interventi". [Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]

- Un tavolo per lo sviluppo siciliano (Guidasicilia.it, 17/01/13)

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19 gennaio 2013
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