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"Alla Camera siamo la prima forza politica"

"E comunque non facciamo alleanze". Dall'incontro tra Partito democratico e MoVimento 5 Stelle...

13 marzo 2013

Mentre il 67% degli italiani, secondo un sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it, vuole un governo adesso, possibilmente con un esecutivo guidato da Bersani e appoggiato dall'M5S (52%), dall’incontro di ieri tra Pd e MoVimento 5 Stelle non è arrivato nulla di definitivo. Un incontro breve, durato poco più di mezz'ora, per discutere di una possibile corresponsabilità delle istituzioni parlamentari.
Per il Partito Democratico erano presenti, Luigi Zanda, Rosa Calipari e Davide Zoggia. Il MoVimento 5 Stelle ha scelto invece una formula molto più allargata con una rappresentanza molto più alta del previsto tanto che l'incontro è stato spostato dall'ufficio di Zanda alla sala del direttivo del gruppo del Pd. I grillini erano più di dieci, guidati dalla capogruppo designata alla Camera, Roberta Lombardi.

All'uscita, nessuno del MoVimento ha voluto rilasciare dichiarazioni. I parlamentari del M5S si sono limitati ad annunciare ai cronisti un video-bollettino, per spiegare i contenuti dell'incontro. Comunicato che è poi arrivato nel giro di un paio di ore, affidato al volto della Lombardi: "Nella serata di domani ci riuniremo e avremo i nostri nomi. Vedremo se la disponibilità e l'ascolto del Pd oggi dimostrato si tradurrà in nomi all'altezza".  "I nostri candidati - ha aggiunto - saranno persone specchiate, in totale assenza di conflitti di interesse per il ruolo che ricopriranno". "Noi non facciamo alleanze, abbiamo voluto evidenziare che ci aspettiamo che all'interno della ricerca di queste figure si tenga conto del ruolo che i nostri concittadini hanno affidato alle forze politiche. Noi alla Camera siamo prima forza politica e anche al Senato siamo ben messi", ha detto ancora la futura presidente dei deputati riferendosi al confronto con il Pd.

Soddisfatti i commenti da parte democratica. "Un incontro che posso definire positivo. C'è stata una condivisione dell'obiettivo generale, quello di mettere in moto la macchina del Parlamento con le sue articolazioni. Un percorso lungo e nuovo", ha detto Luigi Zanda. Il parlamentare del Pd ha negato poi che da parte dei Cinque Stelle sia stata rivendicata la presidenza di Montecitorio. "Terremo conto anche della volontà dei cittadini - ha aggiunto Zanda - senza alcuna prevaricazione da parte di nessuno. I parlamentari Cinque stelle e noi condividiamo che chi occuperà le cariche abbia tutte le caratteristiche politiche e personali necessarie. Ma nomi non ne sono stati fatti".
In serata una delegazione del Pd ha incontrato Lucio Milan e Simone Baldelli del Pdl. Un incontro di "metodo", ha chiarito Zanda. "Il tema è quali sono le regole del gioco", ha detto Zanda. "Il nostro compito - ha precisato ancora il senatore del Pd - non prevede alcun tipo di trattativa ma una ricognizione. Il nostro obiettivo è esplorare la possibilità di condividere un percorso per l'elezione delle presidenze dei due rami del Parlamento in modo molto trasparente ed aperto".

Qualche passo avanti nella normalizzazione dei rapporti sembra insomma essere stato fatto, malgrado l'ennesimo attacco sferrato da Beppe Grillo sul suo blog quasi in concomitanza con l'avvio dei colloqui al Senato. Il leader del Movimento ha rilanciato infatti un video del Fatto Quotidiano che mostra Pierluigi Bersani e Dario Franceschini che evitano di rispondere ad una domanda sulla richiesta di pronunciarsi per la soppressione del finanziamento pubblico ai partiti. "Franceschini-Bersani fanno 'scena muta' sui rimborsi elettorali e la gente continua a rompere i c...ni al M5S... ma incominciassero a rinunciare ai rimborsi e poi si vede, 'sti magna magna da 4 soldi. Tutti a casa", scrive Grillo. Accuse alle quali Franceschini ha replicato via Twitter: "Mentre Grillo gridava, come ora e sempre, noi in Parlamento abbiamo dimezzato il finanziamento ai partiti destinando 91 milioni ai terremotati", ha scritto il deputato del Pd.
Sui rapporti tra Pd e M5S è intervenuto anche il neosenatore del M5S Maurizio Buccarella. "Non ci fidiamo della classe dirigente del Partito democratico, non possiamo votargli la fiducia", ha affermato dai microfoni di Radio2. Buccarella ha chiuso quindi nuovamente a qualsiasi ipotesi di voto di fiducia. "No, io non vedo possibilità" ha detto.

Intanto, dalle colonne del quotidiano tedesco Handelsblatt, Beppe Grillo punta il dito contro la governance europea. L'Italia è già fuori dall'euro, "de facto”, ha detto Grillo. I governi dei Paesi del Nord Europa manterranno Roma entro l'Eurozona "fino a che non riavranno gli investimenti effettuati dalle loro banche sui titoli di Stato italiani. Dopo di che ci lasceranno cadere come una patata bollente".
Grillo ha anche menzionato la possibilità di un referendum popolare sull'euro: un abbandono dell'euro non sarebbe, ha detto, una decisione "che prendo io da solo", ma con un referendum online esattamente come per il Trattato di Lisbona, "tutti temi - dice Grillo - sui quali non si è tenuto conto della Costituzione".
E dopo aver definito l'ex premier, Mario Monti, "un amministratore fallimentare per conto delle banche", Grillo ha aggiunto che l'Europa "non deve avere paura" del M5S. È necessaria, però, una netta svolta e "più democrazia". Secondo Grillo, il M5S "è come la Rivoluzione Francese, ma senza ghigliottina" e l'Europa ha, comunque, bisogno di "un piano B". "Perché - si chiede Grillo - non abbiamo una politica comune sul fisco o sull'immigrazione? Perché si è arricchita solo la Germania?".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it, Corriere.it]

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13 marzo 2013
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