"Bestiario Ibleo": miti, credenze popolari e verità
Presentato a Ragusa al festival "A Tutto Volume" un volume nato dall'incontro tra un biologo ed un antropologo
Un biologo e un antropologo insieme per raccontare in un volume, il "Bestiario ibleo. Miti, credenze popolari e verità scientifiche sugli animali nel sud-est della Sicilia".
Gli autori sono Giovanni Amato e Alessandro D’Amato, rispettivamente biologo di Monterosso Almo e antropologo di Chiaramonte Gulfi. Le Fate Editore, che con questo volume fa il suo esordio nel mondo dei libri, dopo essersi affermata nel campo dell’editoria con la rivista culturale Le Fate, ha scelto Extra Volume del festival di "A Tutto Volume" per presentare ufficialmente la nuova pubblicazione. L’appuntamento si è svolto presso il "Girodivite wine bar" nel centro storico di Ragusa superiore.
L’intento dei due autori è stato duplice: prima quello di poter ricomporre una frattura insanabile fra due ambiti disciplinari, quello delle scienze umane e quello delle scienze esatte. In secondo luogo poter esplorare la fauna del nostro territorio tra le province di Siracusa e Ragusa, non potendo far a meno della relazione che intercorre tra uomo e ambiente. Il libro contiene una bellissima e dettagliata prefazione del cantautore e studioso di tradizioni popolari, Carlo Muratori che anche in questa ricerca non manca di accostare l’ambiente ai suoni ("è una sinfonia a cui manca solo la musica", scrive) e ad apprezzare la dimensione molto meditativa della gens iblea poiché immersa in distese agricole in cui pascolano al suono di campanacci, varie specie di animali a cui sono legate, tra l’altro, tantissime nenie e canzoni di cui la più popolare fa riferimento all’asino ovvero "lu seccareddu".
E Muratori, che ha presentato il libro, scrive anche "Non è un caso che sia iblea la provenienza di questi due studiosi, autori di quest’opera", volendo così sottolineare che questo territorio ha mantenuto una certa memoria e non si è fatto travolgere dall’oblio dovuto al progresso poiché lontano dalle tentazioni più festaiole della costa.
Sono 14 capitoli quelli che compongono il "Bestiario Ibleo", che partendo da un’individuazione preliminare delle specie animali ne indaga la storiografia, i miti a cui sono legati nonché tutte quelle credenze popolari che hanno da sempre pervaso la tradizione orale degli Iblei. Si indaga soprattutto tra le storie popolari, i cunti, le dicerie e tutto ciò che da secoli ci è stato tramandato attraverso le tradizioni popolari. Ed i veri "giullari", infatti, sono stati i contadini, gli allevatori e tutte quelle persone che hanno vissuto a contatto con la fauna addomesticata e non dell’area del Sud-Est siciliano.
Tra gli animali descritti, divisi per mammiferi, rettili e volatili (accomunati insieme per la loro specifica evoluzione che ci riporta ai tempi dei dinosauri) e insetti, balza all’occhio la parte riguardante le specie estinte da secoli tra cui l’elefante nano, da cui pare abbia avuto origine la stirpe, o meglio il mito, dei ciclopi di cui Omero fa grande menzione nell’Odissea. Partendo dalla sezione dedicata ai mammiferi, quale specie più evoluta, i due autori puntano poi l’attenzione sulle specie esistenti. "Ogni specie citata nel testo - spiegano gli autori - viene identificata, ove possibile, per mezzo del suo nome comune in italiano e ad esso si accompagna il nome scientifico in latino". Desiderio degli autori è stato anche quello di offrire uno strumento di lettura ludica e didattico-scientifica. Ed è per questa ragione che a ciascun paragrafo segue la bibliografia di riferimento per poter procedere, qualora lo si desiderasse, con un proprio ordine di interesse. A corredo delle dettagliate descrizioni, il volume contiene le illustrazioni di Manuela Menta, che con passione ha reso esteticamente più gradevoli le pagine e la successiva lettura. Durante la presentazione il "Bestiario Ibleo" è stato accolto con grande entusiasmo ed interesse da parte del folto pubblico presente, che non ha esitato a rivolgere ai due autori parecchie domande così come all’editore Alina Catrinoiu che ha creduto fortemente in questo libro e curandone personalmente l’aspetto editoriale.