Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''C'è tutta acqua... è la fine del mondo''

Nella provincia Messinese si continua a scavare. 24 le vittime, 39 i dispersi, e il bilancio è ancora provvisorio

05 ottobre 2009

"Sono Briguglio, chiamo da Giampilieri superiore, il paese è cancellato dalle frane, ci sono morti". Queste sono le parole di una delle telefonate che la sera di mercoledì 1 ottobre sono arrivate ai centralini del 113 e dei Carabinieri di Messina.
Parole concitate di uomini, donne e anziani che chiedono aiuto o, semplicemente, cosa fare davanti alla massa di fango. Al carabiniere che gli dice di non allarmarsi, l'uomo risponde: "ci sono due morti sotto il mio balcone di casa, sono nel fango. E guardi che non sono solo questi. Noi non siamo allarmati, ma terrorizzati".
"E' la fine del mondo - urla una donna nella cornetta del telefono - siamo sott'acqua, il fango é arrivato al secondo piano, è una situazione veramente drammatica. non c'é luce, ci sono crolli". Il tenore delle telefonate è sempre lo stesso: paura e richieste di aiuto, immediato. "Mia figlia è bloccata in casa con una bambina di otto anni - spiega una signora anziana di Giampilieri al poliziotto che le risponde -. La casa trema ed è tutta allagata. Si chiama Gangemi Maria Gabriella, abita in via placida 1. C'é tutta acqua, è tutto franato, non si può uscire, acqua e fango, è tutto franato".
Parole ripetute da un signore che non si presenta ma che esprime concetti chiarissimi: "c'é stata una frana tremenda sono cadute le case in via Vallone Puntale, ci saranno morti e feriti venite subito".
"E' caduta tutta la montagna - racconta piangendo una donna - tutte le case sono distrutte. C'é la gente dentro, aiutateci, abbiamo le porte bloccate".
E sempre da Giampilieri superiore chiama il signor Pellegrino e con voce pacata dice al carabiniere: "portate qualche mezzo, nella strada c'é un buco. Sotto il ponte è tutto otturato, ci vuole l'elicottero, io non so cosa fare". A quel punto si sente una voce da dentro la casa che forse suggerisce di prendere l'auto. E l'uomo risponde: "casa o auto, non so che fare". Anche il militare non ha molti suggerimenti da dare: "speriamo che non cada". Il signor Pellegrino continua a chiedere ai suoi interlocutori in casa "fuori, fuori dove?". E poi aggiunge, "con i miei figli?". "Quanti anni hanno i suoi figli?", chiede il carabiniere. "Uno 15 e uno 12".

Telefonate arrivano anche dagli altri villaggi e paesi colpiti dall'alluvione, da Scaletta Zanclea a Briga e Santa Margherita. "Correte, stiamo allagando" dice un uomo. E un altro aggiunge "siamo tutti allagati, c'é un metro d'acqua nella strada". Da Briga Superiore chiama un uomo in preda al panico e quasi piangente: "aiuto, è crollata la mia casa, mia moglie è sotto. Ho due bambini. Sono al di là del fiume. Venite con l'elicottero". Dalla frazione di Scaletta Zanclea, Guidomandri, ancora oggi non raggiungibile via terra, arrivano richieste d'aiuto: "siamo nei guai, l'acqua ci sta portando via, le strade sono allagate, ci sono tre-quattro metri di fango"...

Il bilancio, ancora provvisorio, è di 24 vittime e 40, forse 50 dispersi. Una trentina sono le persone ricoverate mentre 564 sfollati vengono ospitati negli alberghi della zona.
Sabato sera erano 12 i corpi identificati con sicurezza. La lista compilata dalla Protezione Civile dice che sono morti Martino Scibilia, nato il 9 luglio 1923 e ritrovato a Scaletta Zanclea; Concetta Cannistraci, del 1938, anche lei uccisa dal fango a Scaletta, come Carmela Maria Barbera, classe 1928, Santina Porcino, nata nel novembre del ’66, Monica Balascuja, cittadina romena, 48 anni, e Onofrio Sturiale, che era del 1983. Salvatore Scionti, del 1945, è morto a Giampilieri, assieme a Pasquale Neri, del ’79, Letterio Maugeri, classe 1931, e Giuseppe Tonante, del ’33. Roberto Carullo, 40 anni, ha perso la vita a Capo Scaletta. Il corpo di Agnese Falgitano, nata nel ’75, è stato recuperato a Briga Superiore. L'altro ieri in serata a Scaletta Zanclea è stata trovata Elena De Luca, un'anziana rimasta travolta dall'alluvione. A Questi si aggiungono Monica Barascia, di 48 anni; Carmela Oliveri, di 47; Maria Letizia Scionti, di 26; Cristian Maugeri, di 22; Letterio Laganà, di 72; Teresa Macina, di 40 e Francesco De Luca, di 74 anni.
"Ancora non è deciso quando si svolgeranno i funerali delle vittime del nubifragio che ha colpito i paesi della zona ionica di Messina". Lo hanno detto ieri dall'ufficio comunicazione della Protezione Civile di Messina anche se alcune fonti dicono che sta maturando l'ipotesi di svolgere le esequie delle vittime finora recuperate domani, martedì 6 ottobre. "Non abbiamo ancora deciso inoltre - hanno detto ancora - se fare un unico funerale per tutte le vittime, o farne prima uno per le vittime finora trovate e riconosciute e dopo quello per le altre che potrebbero essere ritrovate".
Inoltre bisogna attendere perché c'è in corso l'inchiesta della procura di Messina che ha disposto che prima venga fatto l'esame esterno sui corpi delle vittime trovate.
Ieri i familiari di alcune vittime dell'alluvione, che si trovano nella camera mortuaria del Policlinico di Messina, avevano chiesto con insistenza la restituzione dei corpi dei parenti per poter celebrare i funerali. Gli addetti all'obitorio hanno spiegato loro che senza autorizzazione i corpi non possono essere restituiti alle famiglie, considerato anche che è stata aperta un'inchiesta dalla procura. Il dipartimento servizi cimiteriali del Comune di Messina ha annunciato che le esequie saranno gratuite, grazie alla collaborazione offerta dalle imprese funebri, e che il dipartimento coordinerà tutte le procedure per i funerali.

Intanto si continua a scavare e continuano le ricerche dei dispersi e le operazioni di soccorso. Nonostante le condizioni meteorologiche avverse, che accrescono il pericolo di ulteriori smottamenti, nella notte a Giampilieri, il comune più colpito, sono stati recuperati 2 corpi e si sta scavando per il recupero di altre 5 vittime la cui posizione è già stata localizzata. L'attività di recupero delle persone intrappolate all'interno degli edifici oltre al rischio di crolli di parti pericolanti è ulteriormente ostacolato dal processo di solidificazione del fango. Le unità dei Vigili del Fuoco stanno intervenendo e presidiando le località maggiormente colpite dalla calamità: Giampilieri, Molino, Altolia, Scaletta Marina, Scaletta Superiore, Briga, Itala, Guidomandri Superiore.
Ieri mattina, davanti all'hotel Capo Peloro, a Messina, dove alloggiano 137 sfollati delle frazioni di Giampilieri, Molino, Altolia, sono arrivati numerosi cittadini che hanno portato sacchi con viveri, vestiti e giocattoli per i bambini. Anche nel vicino albergo, Le Dune, dove sono stati ricoverati altri sfollati, sono arrivate centinaia di persone che hanno chiesto ai senzatetto se hanno bisogno di qualcosa.

E nel corso di una riunione ieri in Prefettura, presieduta dal capo della Protezione civile nazionale, Guido Bertolaso, cui ha partecipato l'assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao, è stato istituito un centro di coordinamento per i soccorsi da effettuare nei comuni di Messina, Scaletta Zanclea e Itala. Le attività di coordinamento delle iniziative di soccorso e primo intervento saranno effettuate dalla Protezione civile regionale e dalla Prefettura di Messina fino all'insediamento del commissario delegato preannunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
La direzione del centro di coordinamento soccorsi è stata affidata, come concordato tra Bertolaso e Armao, al dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvatore Cocina. Il Centro soccorsi si articola in 10 funzioni: tecnica di valutazione, sanità, volontariato, materiali e mezzi, telecomunicazioni, servizi tecnici essenziali, viabilità e trasporti, assistenza alla popolazione, tutela ambientale, censimento e valutazione dei danni.
Per ogni funzione è stato costituito un gruppo di lavoro diretto da funzionari del dipartimento regionale della Protezione civile, della Prefettura, del 118, del Genio civile, della provincia regionale di Messina e dei comuni di Messina, Scaletta Zanclea e Itala.

Secondo Guido Bertolaso la somma che serve per la messa in sicurezza delle aree a rischio del Paese ammonta a circa 25 miliardi di euro. "Serve un piano complessivo - ha aggiunto il capo della Protezione civile - che parta dalle zone a maggiore rischio. Sistemare un'area e lasciare quella attigua nelle vecchie condizioni, non salva naturalmente dai rischi di disastri".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa.it, La Siciliaweb.it]

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

05 ottobre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia