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''Caravaggio. L'immagine del Divino''

14 capolavori per celebrare i 400 anni del passaggio di Caravaggio in Sicilia

27 dicembre 2007
























Come poté un ragazzo lombardo, apprendista pittore, arrivato a Roma all'età di circa diciotto anni, costruirsi, crescere, straripare dalle zone basse di piazza Navona, oltre Tevere, oltralpe, oltre il suo secolo e i secoli successivi, arrivare fino a noi quale uno dei più alti moniti (forse il più stabile e compatto), imporsi quale bandiera del moderno alle scelte più disparate, alle fazioni più contrastanti? Com'è possibile che ancora oggi, dopo Kandinsky o Mondrian, il passane più casuale, o il patito di Pollock o di Rauschenberg, o il più condiscendente elettore dell'arte ludica, entri in San Luigi dei Francesi e senta riaprirsi in petto una piaga che credeva chiusa per sempre?
Sono domande senza risposta, o la cui sola risposta possibile (da molti tenuta in dispregio) è che la verità di una grande passione creativa si misura dalla sua durata, dalla sua capacità di riproporsi come fonte d'acqua viva alle ideologie, alle nuove convinzioni, ai nuovi gusti: mostrare una faccia nuova, mai vista prima.
[...]

Dopo Giotto e dopo Masaccio egli riafferma il principio secondo cui non concetti astratti o prevenute concezioni filosofiche siano da incollare sulla tela, ma la conoscenza della realtà, le cose come esse sono, indagate ed esplorate nelle loro relazioni di luogo, spazio, luce: le cose, da sole, esprimono idee, filosofia e storia, perché da esse sprigiona il “presente” e il suo suono, la nuova condizione umana, i nuovi concreti rapporti tra gli uomini e degli uomini con le cose e la storia. [...]

Dopo Siracusa: Messina e Palermo; sempre lasciando tracce operative del suo passaggio. Fino alla sua morte sul tragico litorale tirreno che rotolò anche le ossa di palinuro, di Shelley, di Nievo. Ma Roma non seppe prendere coscienza di quella morte, né di quella vita. Per secoli lasciò in ombra la straordinaria occasione rivoluzionaria che l'opera di Caravaggio offriva. E toccò, da allora in poi, a rari uomini nuovi, a creatori solitari e convinti, riprendere in mano i fili di quell'occasione e perseguire l'idea della pittura come affermazione della verità delle cose, coscienza della vita e della morte.
Renato Guttuso, dalla presentazione di un catalogo Rizzoli/Skira

''Caravaggio. L'immagine del Divino''
Museo regionale Conte Agostino Pepoli di Trapani
Fino al 31 marzo 2008

Adorazione dei PastoriIl Museo Pepoli di Trapani ha l'onore di ospitare un'importante selezione di opere di Caravaggio.
“Caravaggio. L'immagine del Divino” è la mostra che a novembre ha lasciato Malta, dove ha fatto tappa al Museo nazionale dell'Archeologia, per trasferirsi in Sicilia dove si celebrano i 400 anni del passaggio di Caravaggio. La mostra, realizzata sotto l'Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica Italiana, è curata da Sir Denis Mahon: appassionato ed esperto conoscitore dell'arte italiana e di Caravaggio.

La mostra è organizzata da RomArtificio e dal Consorzio Universitario della Provincia di Trapani, sotto l'Alto patrocinio del presidente della Repubblica di Malta, Edward Fenech Adami e del presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. “Caravaggio. L'immagine del Divino” è promossa anche dalla Provincia Regionale di Trapani e dalla Regione Sicilia.

La genialità inconsueta ed indiscutibile di Caravaggio si è confrontata con i temi sacri in maniera assolutamente unica: la composizione delle scene, l'uso della luce e rappresentazione coraggiosa e originale delle figure hanno aperto la strada ad un nuovo modo di intendere ed esprimere il Divino. Sconvolgendo le tradizionali iconografie con nuove composizioni, l'artista seppe dar voce al sentimento religioso che caratterizzò la cultura seicentesca, dalle prove giovanili fino alle ultime tragiche opere.
La mostra presenta quattordici dipinti autografi, selezionati dal maggiore critico d'arte del Seicento Sir Denis Mahon autore, tra l'altro, dell'eccezionale scoperta della prima versione dell'opera "I Bari" che il Caravaggio realizzò tra il 1545 ed il 1546 a Roma ed alla quale fece seguito una seconda e differente versione commissionata dal cardinale Del Monte, per quale il pittore di origini lombarde in quel periodo prestava servizio.
Gli approfondimenti offerti dalla mostra dimostrano che il Caravaggio ripeteva più volte lo stesso soggetto, Maddalena in estasiintuizione dello stesso Sir Denis Mahon; che la genesi dell'esecuzione delle sue opere era complessa: radiografie dei dipinti hanno, infatti, individuato stesure sottostanti alle versioni finali. Il pittore copiava dal naturale direttamente sulla tela con disegni a pennello, che indicavano sommariamente la composizione e che, attraverso ripensamenti e modifiche successive, erano elaborati fino ad arrivare alla versione finale del dipinto.

Al Museo Pepoli sono in mostra opere come l'Adorazione dei Pastori e la Resurrezione di Lazzaro (Museo Regionale di Messina), il Sacrificio di Isacco e il San Francesco in estasi (Princeton, New Jersey), il San Francesco in meditazione sulla morte (Carpineto Romano), il San Francesco (Cremona) l'Estasi di S. Francesco (Udine), il San Giovannino (Galleria Corsini), il San Giovannino alla sorgente (collezione privata), la Decapitazione di San Gennaro (Palestrina), il Sacrificio di Isacco (Modena), la Maddalena in estasi (Roma).
Purtroppo, tra le quattordici importanti tele del Caravaggio, spicca l'assenza della "Natività", rubata nel 1969 a Palermo che rappresenta “la perdita più dolorosa, all'interno di un panorama di opere che sono la quintessenza dell'elaborazione caravaggesca del sacro”, ha detto Claudio Strinati, soprintendente del Polo museale Romano.

Informazioni su alcune delle opere in mostra
Resurrezione di LazzaroMaddalena in estasi -
I biografi del Caravaggio sono concordi nel riferire di una “S. Maria Maddalena a mezza figura” realizzata nel periodo di latitanza del pittore. Eseguito nel 1601, sotto la protezione di Don Marzio Colonna e della Marchesa di Caravaggio, Costanza Colonna, la prima testimonianza dell'opera risale ad una lettera del 29 luglio 1610. La vicenda critica dell'immagine caravaggesca segue varie traversie, ed ha inizio nel 1935 con un'intuizione di Roberto Longhi che ipotizza che la Maddalena a mezza figura firmata dal fiammingo Louis Finson, sia attribuibile al Merisi.

Decollazione di San Giovanni Battista - Commissionato dal Gran Maestro dell'Ordine Alof de Wignacourt per il nuovo oratorio dei cavalieri di Malta, l'opera valse a Caravaggio “oltre l'onore della croce [...] una ricca collana d'oro [il] dono di due schiavi con altre dimostrazioni della stima e del compiacimento dell'operar suo” e, il 14 luglio 1608, egli fu fatto cavaliere.

Resurrezione di Lazzaro - Appena arrivato a Messina, Caravaggio ricevette una commissione per l'esorbitante cifra di mille scudi. L'opera gli fu pagata dal mercante Giovan Battista de' Lazzari, che si era impegnato a costruire, a sue spese, la cappella maggiore della chiesa, detta dei Ministri degli Infermi, o dei Padri Crociferi, e a decorarla di un quadro, restando perpetuo proprietario del complesso.

Adorazione dei Pastori - E' stata considerata una delle opere più complesse del Merisi, che fu probabilmente compiuta dopo la "Resurrezione di Lazzaro". La prima citazione della composizione risale al Samperi che la denominava, nella sua "Iconologia" (1654, ed.1742), "Madonna del parto". Poco dopo, nel 1672, Bellori individuava erroneamente San Giuseppe nel pastore appoggiato al bastone, sulla destra della composizione, mentre esso risulta invece riconoscibile nel personaggio inginocchiato in primo piano, a destra, e che reca sul capo una sottile aureola, simile a quella che compare intorno alla testa della Vergine ed ispirata alle tipologie di aureola presenti già nelle precedenti rappresentazioni sacre compiute dal Caravaggio.

San Francesco in meditazione - E' un dipinto ad olio su tela realizzato da Caravaggio tra il 1605 ed il 1606. Il dipinto, che ritrae un momento particolarmente intenso della agiografia francescana, ha una storia critica recente, in quanto fu messo in relazione al Caravaggio dallo storico Sacrificio di Isacco (all'alba)dell'arte Roberto Longhi nel 1943, come probabile opera di un imitatore di qualità, se non una copia fedele di un originale. Stilisticamente il dipinto è di grande effetto e suggestione. Tutta la composizione è incentrata sulla figura del Santo solo di fronte all'immagine della morte. L'assenza di ogni altro elemento esalta la grandezza morale di Francesco e a profondità del suo pensiero.

San Francesco in orazione - La committenza del dipinto non è a tutt'oggi verificabile. A tal proposito va segnalato il suggerimento di F. Bologna (1987-1990) per cui s'identificherebbe nel San Francesco in estasi appartenuto al cardinale Francesco Maria del Monte, primo, potente, patrocinatore dei giorni romani del giovane Caravaggio.

Sacrificio d'Isacco (all'alba) - L'autografia del quadro è accertata sia dall'altissima qualità della superficie dipinta (peraltro in condizioni conservative eccellenti), sia dalle peculiarità tecniche quali si ravvisano alle indagini scientifiche (raggi X e riflettografie). In quest'ultimo caso sono leggibili alcuni, significativi, “pentimenti” in corso d'opera, nonché varianti di minore entità, ma, comunque valide ai fini dell’originalità dell'“invenzione”.

INFO
Museo Pepoli - Via Conte Agostino Pepoli 200 - Trapani
Costo dei biglietti: Intero € 8.00 - Ridotto € 5.00 (visitatori oltre i 60 anni, studenti universitari con libretto, ragazzi 7 - 18 anni, famiglie composte da due adulti con bambino) - Scuole € 3.00
Gratuito: Bambini da 0 a 6 anni; 1 accompagnatore per gruppo; disabili e loro accompagnatori; giornalisti e pubblicisti accreditati; militari in divisa.
Orari d'apertura della mostra: tutti i giorni 10:00/19:00 (Lunedì chiuso)

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27 dicembre 2007
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