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''Caro bebè mi consenta...''. E la lettera del Cavaliere per il bonus bebè diventò una beffa per gli immigrati

20 aprile 2006

Ben tremila cittadini stranieri rischiano a breve di finire sotto processo per aver ritirato il bonus bebè per i nati nel 2005, pur non avendone diritto. Un assegno da mille euro che può costargli caro: una denuncia per truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico, oltre al ritiro della carta di soggiorno.
A sollevare il caso è l'Asgi, l'associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, che ha registrato in Veneto le prime denunce a carico di alcuni immigrati, che si sarebbero recati agli uffici postali per ritirare la somma prevista dalla Finanziaria 2006.

Ma cerchiamo di spiegare meglio il fatto. La storia del bonus ha inizio con la lettera spedita, il 26 gennaio scorso, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per 600 mila bebè italiani (leggi). Il premier si è rivolto a tutte le famiglie con neonati residenti in Italia per informarle del diritto a percepire un bonus di mille euro. La missiva è perciò arrivata anche nelle caselle postali degli immigrati, malgrado il ''dono'' fosse riservato ai soli cittadini italiani e comunitari.
Cosa è accaduto allora? ''Gli stranieri - spiega l'avvocato Marco Paggi dell'Asgi - hanno compilato il modulo necessario per riscuotere il bonus, con cui, forse per la scarsa conoscenza della lingua, forse perché convinti che dalla nascita derivasse automaticamente la cittadinanza, hanno autocertificato la nazionalità italiano del figlio''. E così, siccome gli impiegati dell'ufficio postale non hanno titolo a verificare la veridicità di quanto dichiarato, la somma è stata regolarmente assegnata.

A fare domanda, senza averne diritto, sarebbero state tremila famiglie, che oggi rischiano ricadute penali pesanti. L'Asgi è convinta che nella maggioranza dei casi si tratti di comportamenti attuati in buona fede, dovuti alla scarsa conoscenza della lingua e della legge. E se è vero che ''ignorantia legis non excusat'', secondo l'avvocato Paggi essa ''è stata alimentata da quanto scritto nella lettera del tutto generica'' di Silvio Berlusconi.

Anche per l'Inas-Cisl l'errore commesso dalle famiglie straniere è principalmente da attribuire alla poca chiarezza del messaggio contenuto nella missiva firmata da Berlusconi, e tramite il proprio presidente, Giancarlo Panero, l'Inas-Cisl dice: ''Riguardo alle denunce scattate contro gli immigrati che hanno ritirato i mille euro promessi dalla lettera della Presidenza del Consiglio dei Ministri per i nati nel 2005, riteniamo che il comportamento adottato nel dare tale comunicazione e nel far predisporre i moduli delle autocertificazioni sia stata la causa primaria che ha creato false aspettative, la cui risoluzione dovrà essere sollevata in sede politica''.
Una situazione che ''il patronato della Cisl aveva denunciato per primo, segnalando il grave errore nella gestione degli avvisi per ritirare i mille euro: in molti hanno ricevuto la lettera del premier Silvio Berlusconi che assegnava il bonus previsto dalla finanziaria 2006''. Purtroppo, però, ''tale comunicazione era stata inviata in maniera indiscriminata, anche a chi non ne aveva diritto, compresi migliaia di genitori stranieri che hanno avuto figli nel 2005, ma che, secondo la legge, non hanno diritto al bonus anche se in possesso della carta di soggiorno''.
Di fronte a questa ''grave situazione'', l'Inas ha perciò chiesto a tutte le proprie strutture di informare tempestivamente i cittadini stranieri sulle conseguenze che tale autocertificazione può comportare.

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20 aprile 2006
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