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''Chi ha sbagliato sarà cacciato''

L'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ancora sul caso dell'ospedale di Mazzarino

02 settembre 2009

Ieri la Commissione sanità dell'Assemblea regionale siciliana si è riunita su convocazione straordinaria decisa dal presidente Giuseppe Laccoto, per discutere del caso dell'ospedale Santo Stefano di Mazzarino dove lo scorso 20 agosto Filippo Li Gambi, un ragazzo di 23 anni, è morto per i postumi di un incidente stradale. A tal fine il presidente Laccoto ha chiesto all'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo di partecipare alla seduta. E' stato convocato anche il sindaco della comune nisseno Vincenzo D'Asaro. "È necessario ottenere un chiarimento su quanto accaduto - ha detto Laccoto - e sollecitare eventuali opportuni interventi di propria competenza. Per questo ho chiesto che fossero presenti anche l'assessore regionale alla Sanità e il sindaco di Mazzarino".
Il sindaco D'Asaro ha però lasciato la seduta in forma di protesta perchè "non hanno permesso - ha detto - ai miei consulenti di parlare".
"Il clima del dibattito in Commissione - ha riferito poi il presidente Laccoto - è stato tranquillo e si sta pensando di convocare una seduta anche a Mazzarino".

L'assessore Russo ha illustrato una relazione sulla vicenda. "Chi ha sbagliato sarà cacciato. I primari che hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa hanno detto cose errate e avventate, è stato creato un grave danno d'immagine al sistema sanitario siciliano", ha detto Massimo Russo che ha annunciato azioni disciplinari e perfino "licenziamenti" non appena avrà sul tavolo la relazione degli ispettori di piazza Ottavio Ziino inviati nell'ospedale di Mazzarino e al Sant'Elia di Caltanissetta. Una risposta dura, quella dell'assessore ex magistrato, dopo che i medici e i primari dei reparti degli ospedali di Caltanissetta e Mazzarino, hanno puntato il dito sui tagli alla spesa e l'inefficienza del servizio d'emergenza. A partire dal primario di chirurgia dell'ospedale di Mazzarino, Antonino Tirrò, che ha detto che la sala operatoria "non era abilitata alle emergenze" e che "non c'era personale sufficiente" perché con la riforma si è bloccato il turn over. Accuse di inefficienza al sistema sanitario, e in particolare al 118, sono arrivate poi dal responsabile dell'ospedale di Caltanissetta, Elio Barnabà: "Ora cercano un colpevole a tutti i costi e per difendere la riforma del sistema devono trovarlo fra i medici - ha detto Barnabà - Ma a Caltanissetta potevamo fare ben poco per salvare quel povero ragazzo: se l'ambulanza fosse stata medicalizzata e se non ci fosse stata la tappa a Mazzarino, dove il paziente è rimasto 50 minuti, forse si sarebbe salvato".

Parole, quelle dei due primari, che hanno fatto andare su tutte le furie Russo: "Le frasi di Barnabà e di Tirrò hanno creato un grave danno d'immagine al sistema sanitario siciliano, ma sono errate e poco veritiere, forse dette per difendere un primariato o il posto di lavoro a 150 metri da casa. La verità è che ci sono delle responsabilità da parte dei medici intervenuti nei soccorsi al ragazzo morto e una volta accertate scatteranno i provvedimenti disciplinari, e se qualcuno avrà commesso errori sarà cacciato".

"Ecco i numeri dell'ospedale di Mazzarino" - L'assessore Massimo Russo ha ufficializzato in una nota i numeri relativi l'attività dell'ospedale di Mazzarino nel 2008. Il Santo Stefano, che ha tre unità operative (chirurgia generale, medicina generale, ostetricia e ginecologia), ha effettuato 1.515 ricoveri ordinari, di cui il 54% di complessità inferiore a uno.
La chirurgia generale, in particolare, ha effettuato 436 ricoveri (di cui il 58% di natura medica), il 34% dei quali assolutamente inappropriato, casi cioè che avrebbero dovuto essere trattati in regime ambulatoriale. Il maggior numero di ricoveri, 239, sono riconducibili a chirurgia ambulatoriale di bassa complessità. Nel 2008 si sono registrati meno di 150 parti, molto al di sotto dunque della soglia di sicurezza stabilita dal Ministero.
"Ecco perché nel progetto di riforma, attuando anche in Sicilia le indicazioni del Ministero - ha spiegato Russo - l'ospedale di Mazzarino cesserà le funzioni per acuzie ma svolgerà funzioni territoriali, e dunque anche ambulatoriali, tali da accrescere sensibilmente la qualità e l'offerta delle prestazioni sanitarie. Inoltre, ho già dato disposizione al nuovo manager dell'Asp di Caltanissetta, Paolo Cantaro, di potenziare e migliorare la rete di emergenza urgenza del 118 con la realizzazione di una postazione dell'elisoccorso".
Per l'assessore Russo "la verità è che la riforma sanitaria e i provvedimenti di rimodulazione della rete ospedaliera non c'entrano nulla con questa tragedia. Il comportamento dei sanitari di Mazzarino, secondo una prima ricostruzione, appare sostanzialmente corretto e tempestivo. Eppure qualcuno continua a far credere che dietro i fatti della scorsa settimana ci siano precise responsabilità di questo assessorato e continua a operare indegne e vergognose strumentalizzazioni che non servono certamente a fare il bene dei cittadini di Mazzarino e neanche all'immagine della Sicilia".

Intanto, come già accennato, gli ispettori dell'assessorato regionale alla Sanità torneranno nei prossimi giorni all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta per un approfondimento della tipologia e della qualità dell'assistenza prestata a Filippo Li Gambi. Il controllo è stato disposto dall'assessore Russo, in seguito al rapporto preliminare presentato dagli ispettori secondo cui il trattamento del paziente, al Sant'Elia di Caltanissetta, "presenta sotto il profilo cronologico e della sequenzialità aspetti che meritano un ulteriore approfondimento, al fine di valutare il modo in cui i diversi fattori causali o contribuenti potrebbero avere influito sull'esito finale".
"Sono abituato a parlare con i fatti - ha detto Russo - e non certo a fantasticare su temi così delicati come ha sostenuto inopportunamente Elio Barnabà in un'intervista rilasciata domenica al quotidiano Repubblica".
Per Russo "è necessario approfondire quanto avvenuto a Caltanissetta tra le 0.30 (ora di arrivo del paziente) e le 2.40 (ora del decesso), per potere stabilire con precisione le responsabilità e che stanno dietro alla morte del giovane. Siamo in presenza di una evento tragico, dobbiamo delle risposte precise ai familiari di Filippo Li Gambi che giustamente chiedono di sapere la verità e dobbiamo far in modo che i cittadini ritrovino la necessaria fiducia nel sistema sanitario siciliano, facendo comprendere con chiarezza che il sistema è cambiato rispetto al passato".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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02 settembre 2009
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