Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

''Chi voterà per un candidato che non rispetta l'embrione si renderà complice dell'omicidio che sta dietro ogni aborto''

02 marzo 2006

Libera Chiesa in Libero Stato, giusto. Come giusto è il fatto che la Chiesa deve avere la possibilità di esprimere il proprio parere, senza essere accusata di ingerenza, quando al centro delle discussioni che interessano le persone stanno tematiche che riguardano la morale e l'etica.
Le parole di Jean-Marie Le Menè, membro della Pontificia accademia per la vita, però, dette nel corso della tavola rotonda che ha concluso il convegno internazionale sull'embrione umano svoltosi Oltretevere, e all'indomani del richiamo di Benedetto XVI sul Dio che ''non distingue un embrione da un adulto'', più che ingerenza sono sembrate un vero e proprio anatema: ''Chi voterà per un candidato che non rispetta l'embrione si renderà complice dell'omicidio che sta dietro ogni aborto''.
In vista della elezioni politiche del mese prossimo, Le Menè ha voluto lanciare questo minaccioso avvertimento, senza eufemismi di sorta, agli elettori di quei candidati, cattolici in primo luogo, schierati nelle liste del centrosinistra.
''Votare a favore di un candidato le cui convinzioni non sono rispettose dell'embrione - ha detto - costituisce una complicità con l'omicidio di quest'embrione, e quindi una grave mancanza di carità''.

Esternazioni dure, rincarata dall'autorevole esponente dell'accademia vaticana con l'invito a ''una resistenza attiva al genocidio programmato dell'embrione nella fase del pre-impianto, anticamera della clonazione umana''. Mentre per quanto riguarda i politici cristiani ''non dovrebbero accontentarsi di non fare ma hanno l'obbligo di fare proposte positive e innovative per proteggere l'embrione''.

Immediate le reazioni dei partiti dell'Unione: furibonde quelle dell'ala più laica, caute e ponderate, quelle dall'area cattolica.
Per il leader della Rosa nel pugno, Emma Bonino, a questo punto è stato superato il segno: ''Spero che almeno questa volta a sinistra si reagisca contro questa dichiarazione assurda da parte della Chiesa. Sono senza parole. Ribadisco: aboliamo il Concordato. Ci mancava solo che dicessero brucerete all'inferno''. Di ''inaccettabile intervento a gamba tesa del Vaticano nella campagna elettorale'' ha parlato invece il verde Paolo Cento.
I toni usati da Paola Binetti, presidente del comitato ''Scienza e vita'' che guidò la campagna pro astensione al referendum sulla procreazione, ora candidata della Margherita, sono stati molto più soft, anche se l'uscita non è piaciuta neanche a lei. ''Nella sostanza - ha commentato - ci sono affermazioni giuste e condivisibili, il tono però è così contundente che non facilita la comprensione del valore della vita''.

Tra sacro e profano...

La chirurgia estetica secondo l'Opus Dei

di Lorenzo Salvia (Corriere.it)

''Certo, non è facile ricevere un paziente che ti dice voglio un lifting e spiegargli che farebbe meglio ad andare dallo psichiatra. Ma la metà degli interventi richiesti andrebbero rifiutati: non servono o sono addirittura dannosi''. Anche i chirurghi estetici hanno un'etica. Perché a parlare non è un'eremita che rifugge le terrene tentazioni ma proprio uno di loro: Nicolò Scuderi, professore di chirurgia plastica alla Sapienza di Roma. E perché la sua non è un'uscita personale ma la sintesi di una posizione condivisa da molti suoi colleghi. Certo, si fa presto a predicare la continenza quando il convegno non è in un 5 stelle sulla Costa Azzurra ma in una sala del Comune di Roma con l'organizzazione niente meno che dell'Opus Dei. Ed è facile parlare di limiti della chirurgia estetica quando la domanda è in continua crescita e si fatica a star dietro alle richieste: 600 mila interventi nel 2004 solo in Italia, con un aumento che supera il 10 per cento l'anno. Ma resta il segnale di una piccola svolta.
Spiega Paolo Persichetti, professore di chirurgia plastica all'Università campus biomedico di Roma, il policlinico vicino all'Opus Dei che ha promosso l'incontro, affollato da medici e scienziati di comprovata fede: ''Il nostro compito dovrebbe essere quello di rimuovere solo quei difetti fisici che diventano un problema psicologico. Dovremmo invece opporci all'uso consumistico del bisturi, fermare chi rincorre un'ideale di bellezza artificiale e chi ne approfitta per far soldi''. Chirurghi dell'anima e non semplici cancella rughe. ''Un conto - dice ancora Persichetti - è correggere un difetto, ricostruire un seno dopo l'asportazione di un tumore, un altro è trasformare un individuo''. E allora sì, naturalmente, agli interventi che ricostruiscono una parte del corpo rovinata da un incidente (è chirurgia plastica anche questa). Sì alle operazioni che modificano sì l'estetica ma restituiscono anche una funzione del corpo, come nel caso del labbro leporino.

Ma come capire se chi bussa alle porte della clinica lo fa perché quel difetto fisico gli sta rovinando la vita oppure perché vuole costruirsi una bellezza che esiste solo in tv. Come distinguere tra sofferenza psicologica e semplice sfizio?
''Non è facile - ammette il professor Scuderi - bisogna analizzare caso per caso''. Ma qualche esempio è possibile. A farli è proprio il professor Persichetti, l'organizzatore del convegno che lavora nel policlinico dell'Opus Dei.
Va bene l'eliminazione delle orecchie a sventola: ''Specie per i bambini - spiega -può diventare un vero e proprio trauma quando vengono presi in giro dai compagni di scuola''.
Sì anche a chi ritocca il naso, ''quando il difetto è grave e il paziente finisce per non accettarsi''. Comprensibile la liposuzione, anche qui ''se la massa da eliminare è tanta e non serve solo a creare una silhouette da modella''.
Niente bisturi, invece, per chi vuole rinforzare le labbra, per chi pensa già al lifting sotto i 30 anni. E per chi vuole rifarsi il seno: ''Non quando il problema è grave ma solo quando l'intervento serve solo a guadagnare quella misura in più''.

Solo belle intenzioni? No secondo Paola Binetti, la neuropsichiatra infantile che siede nel Comitato nazionale di bioetica, la ruiniana di ferro che alle prossime elezioni correrà per la Margherita. Anche lei ha partecipato al convegno organizzato dall'Opus Dei: ''È una distinzione sensata - spiega - anche perché gli interventi ammessi sono quelli che rafforzano l'immagine già esistente mentre quelli criticati rischiano di costruirne una artificiale''.
Lei, però, alla chirurgia estetica come rimedio all'età che avanza non ci pensa proprio: ''Non mi tingo nemmeno i capelli, figuriamoci il bisturi, ma riconosco che ognuno di noi ha il diritto di sentirsi a proprio agio con se stesso. Quella che bisogna cercare davvero, però, è la bellezza che non finisce mai, quella dentro di noi''.
Certo, se tutti facessero così, i chirurghi estetici che fine farebbero?

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

02 marzo 2006
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia