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"Chiedete scusa a Marcello Dell'Utri!"

Dal blog di Gianfranco Miccichè un rimprovero a chi non sopporta le persone che chiamano "eroe" Vittorio Mangano

13 luglio 2010

Eusebio Dali, assessore provinciale cultura e politiche giovanili, coordinatore Regionale del Parlamento della legalità, nonché responsabile dello staff che si occupa del blog di Gianfranco Miccichè, SUD, proprio da questo ha postato una sorta di "lettera rimprovero" agli appartenenti della Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl nato l'estate scorsa.
Dalì scrive: "L’ostinazione con cui Giovane Italia continua a voler screditare il Senatore Dell’Utri mi lascia alquanto perplesso e mi fa pensare che di giovane e puro ci sia poco in costoro, tanto risuonano, le loro uscite, di vecchie e consumate logiche di moralità partigiana: quella che cambia peso e misura a seconda da che parte si sta; quella che fa presto a trasformare i pensieri in giudizi, i luoghi di discussione in capziosi luoghi comuni e, forse, le giovani teste pensanti in teste di ponte". Lo scrive sul suo blog il sottosegretario Gianfranco Miccichè.
"Non sta certo a me - ha aggiunto Dalì - difendere la credibilità del Senatore Dell’Utri, né spiegare che mai il Senatore ha affiancato in maniera del tutto ambigua la figura di Mangano a quella dei due eroi assoluti, Falcone e Borsellino. Anche perchè, ho la netta sensazione che ogni spiegazione, ogni tentativo di confronto con questi sedicenti profeti di una giovane Italia sia inutile. E poi, non mi va di stare al loro gioco. Non si possono immaginare due fronti opposti, quando si solca il terreno della legalità, vieppiù quando su quel terreno s’incontrano le orme eterne di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: quelle sono orme che indicano una sola ed univoca direzione da seguire; quello è un terreno comune, su cui ogni tentitivo di scontro risulta pernicioso, rischia di affievolire la comune fiamma di legalità, che oggi scalda i cuori di milioni di siciliani".

"E' il sacro fuoco - continua il responsabile del blog del sottosegretario - che ci hanno consegnato Falcone e Borsellino, è la fiamma che arde nelle nostre coscienze, certamente più forte, più intensa delle fiaccolate, le quali rischiano di spegnersi, se lasciate in balia dei venti della retorica o del protagonismo meschino di chi utilizza il calendario e i suoi giorni neri, per affermare una pretesa superiroità etica. Ed è il sacro fuoco, ne sono certo, che anima lo spirito liberale di Marcello Dell’utri, un uomo che sta pagando un prezzo altissimo al suo impegno politico. Un uomo, che può anche non piacere a Giovane Italia, ma del cui coraggio i giovani di Giovane Italia dovrebbero solo prendere esempio: il coraggio di spendersi per un Paese e salvarlo dalla deriva comunista cui Mani Pulite lo stava destinando; il coraggio di affrontare, con dignità e a testa alta, un calvario giudiziario senza precedenti, che l’ultima sentenza ha smascherato in tutta la sua artificiosità; e il coraggio, anche, di dire di un amico, che non c’è più e su cui è fin troppo facile sputare adosso, che costui era un eroe, era il suo eroe. Credetemi, giovani di Giovane Italia, non c’è qualità migliore in un uomo: avere il coraggio delle idee!".
"E se poi quelle idee non dovessero piacervi - ha scritto ancora - allora pazienza: rispettatele, non interpretatele a vostro uso e consumo e siate piuttosto pronti a farvi ammazzare pur di difendere il diritto di affermarle… diceva pressappoco così qualcuno più famoso di me; e non credo che il buon Voltaire avrebbe mai dato addosso, con lo stesso accanimento con cui vi scagliate su Dell’Utri, a chi la pensava diversamente da lui. Prendete esempio! Smettetela di speculare su una questione abbastanza chiara (nessuno, lo ripeto ad abundantiam, ha mai accostato Mangano a Falcone e Borsellino). Smettetela di agitarvi, come pesci impazziti e parlottanti, nelle aque torbide di un barile troppo piccolo per voi. Smettetela di riflettervi allo specchio e domandare chi sia il più buono del reame: quello specchio è mendace, infetto da un’opalescenza moralista, che il vostro stesso ego secerne, nella sua continua ricerca di uno spazio da conquistare, in questa galassia infinita dell’esserci a tutti i costi". "Conquistatevi quello spazio - conclude Dalì - se volete e se sapete farlo, col silenzio e con la crescita: sarà uno spazio ben diverso, non effimero ed abusivo, quello che in tal modo potrete ritagliarvi nel futuro. Ve lo dico da giovane, abbastanza silenziosamente impegnato in politica: ascoltate, imparate, prendete esempio e miglioratevi: è un vostro dovere farlo, visto che vi proponente come classe dirigente del domani. E, se non è troppo per voi, chiedete scusa a Marcello Dell’Utri!".

Gli esponenti di Giovane Italia, Mauro La Mantia, presidente regionale, e Giancarlo Russello, portavoce regionale (provenienti da Alleanza Nazionale e Forza Italia), hanno voluto subito rispondere alle critiche mosse da Eusebio Dalì con una nota congiunta: "Chi ha come eroi uomini come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone non ha nulla di cui scusarsi. Sarebbe meglio che l’assessore alle politiche giovanili e coordinatore per la cultura del Parlamento della legalità Eusebio Dalì chiedesse scusa per le sue di parole e per l’inutile difesa che ancora prende di un senatore il cui eroe è pluriomicida assassino. Noi, se Dalì ce lo concede, chiediamo scusa a lui per l’imbarazzo che forse gli abbiamo provocato rivendicando per noi e per tutto il Popolo della Libertà la figura del nostro vero eroe, Borsellino".

[Informazioni tratte da Ansa, SiciliaInformazioni.com, LiveSicilia.it]

 

 

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13 luglio 2010
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