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"Chiudono il Museo della Mafia e vogliono sviluppare l'eolico"

La denuncia di Vittorio Sgarbi: "A Salemi anime morte, incapaci di comprendere la bellezza"

24 maggio 2012

Vittorio Sgarbi replica ai tre Commissari straordinari (Leopoldo Falco, Nicola Diomede e Vincenzo Lo Fermo) che guidano il Comune di Salemi dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale. I tre nei giorni scorsi hanno indetto una conferenza stampa, annunciando di avere disposto la revoca dei contratti pubblicitari del Museo della Mafia e, fatto clamoroso, di voler "sviluppare l'eolico" (parole del Prefetto Leopoldo Falco), un settore in cui, in provincia di Trapani in particolare, secondo le ultime inchieste della magistratura, la mafia ha rivolto i propri interessi, e dove, per facilitare concessioni e passaggi burocratici, sarebbero state pagate lucrose tangenti anche ad amministratori comunali.

"Nessun dubbio che la retorica e la menzogna - osserva Vittorio Sgarbi, che di Salemi è stato sindaco fino allo scorso febbraio - guidino l'azione di tre commissari inviati a Salemi da uno Stato inconsapevole. Incapaci di comprendere l'arte e la cultura, cui manifestano ipocritamente sostegno, hanno stabilito la revoca dei cartelloni pubblicitari del Museo della Mafia collocati all'aeroporto di Palermo, uccidendo, di fatto, un museo - apprezzato da anche da illustri magistrati e dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - che in una città ferma e senza alcuna ombra di mafia, aveva determinato un afflusso di turisti straordinario (oggi non viene più nessuno), tale da ripagare in pochi mesi i costi di allestimento e anche quelli del cartellone pubblicitario (14 mila euro all'anno, e non 48 mila)".

"Disdire il contratto pubblicitario - continua Sgarbi - sembra sia stata la priorità di queste anime morte, incapaci di comprendere la bellezza, il genio, il gesto, l'intelligenza creativa dell'autore del Museo, Cesare Inzerillo, con una invenzione apprezzatissima alla Biennale di Venezia, così come le opere di un artista belga, Patrick Yasebaert, che avrebbe guardato inorridito il comportamento contro la cultura di chi, a parole, dice di combattere la mafia.
E mentre soffocano un Museo di cui ha parlato tutto il mondo
- accusa Sgarbi - contribuiscono a distruggere il paesaggio, annunciando di volere 'sviluppare l’eolico', unico grande affare della mafia nel trapanese, in perfetto contrasto con l’articolo 9 della Costituzione, da loro ignorato".

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24 maggio 2012
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