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''Così abbiamo ucciso Nicolò Ingarao''

il pentito Andrea Bonaccorso ripercorre le fasi dell'assassinio del boss di Porta Nuova avvenuto nel 2007

03 ottobre 2009

"Eravamo su una moto Honda Transalp color melanzana. Io guidavo, Pulizzi era dietro di me. Abbiamo seguito Ingarao mentre usciva dal commissariato. Ci siamo accostati e Pulizzi ha fatto fuoco. Prima ha sparato un paio di colpi con la calibro 38. Ingarao ha tentato la fuga, ma Pulizzi è sceso ha scaricato contro di lui l'intero caricatore, poi l'ha finito con la calibro 9".
Così il pentito Andrea Bonaccorso ha raccontato alla prima sezione della Corte d'Assise di Palermo le fasi principali dell'omicidio del capomafia Nicolò Ingarao, assassinato il 13 giugno del 2007 a Palermo (Leggi: "La mafia torna a sparare", Guidasicilia.it 14/06/07).

Bonaccorso, assieme a Pulizzi, è stato già condannato per l'omicidio Ingarao a 10 anni e 6 mesi in abbreviato. Seguono, invece, il rito ordinario Salvatore e Sandro Lo Piccolo, capimafia di Tommaso Natale, Andrea Adamo, boss di Brancaccio, Vito Palazzolo e Francesco Paolo Di Piazza, di Cinisi e Terrasini (PA).
"La morte di Ingarao - ha proseguito Bonaccorso - era stata decisa un paio di mesi prima dai Lo Piccolo. Fu Salvatore a convocarmi a Giardinello, nella villa dove poi i due boss furono arrestati, e a chiedermi se potevo partecipare all'operazione. Io dissi subito di sì, anche perché non avevo scelta. Poi Sandro mi illustrò le modalità dell'omicidio. Quella volta a Giardinello c'erano anche Adamo, Gaspare Di Maggio e Palazzolo. Lo Piccolo senior mi diede solo alcuni consigli. Mi disse di non guardare mente Pulizzi sparava perché mi sarei impressionato".

L'omicidio, come ha confermato Bonaccorso, era stato deciso dai Lo Piccolo per dare una lezione a Nino Rotolo, boss di Pagliarelli. Dalle intercettazioni dell'operazione Gotha del 2006 emergono i contrasti tra le fazioni di Rotolo e Lo Piccolo. "Sandro andò su tutte le furie - ha raccontato Bonaccorso - quando lesse che Michele Olivieri aveva detto: 'Se catturano Sandro Lo Piccolo sono sicuro che si butta pentito'. Voleva ucciderlo prima di Ingarao, ma Olivieri era agli arresti domiciliari".
L'omicidio Ingarao doveva essere molto eclatante, ma poi i continui arresti portarono a una maggiore prudenza. "Dovevamo intervanire in macchina e poi sparare con i fucili a pompa o dei kalashnikov - ha detto - Doveva essere una lezione in grande stile. Poi, considerata anche la zona, i Lo Piccolo preferirono le moto e le pistole". Bonaccorso ha raccontato anche i "festeggiamenti" dopo l'omicidio. "Ci siamo visti a casa di Di Piazza, dove abbiamo posato le armi - ha detto - Eravamo tutti molto contenti. C'erano anche Sandro Lo Piccolo, Vito Palazzolo, Andrea Adamo. Ci siamo abbracciati e complimentati a vicenda perché era andato tutto bene. In particolare Adamo era felice di come mi ero comportato, perché avevo avuto sangue freddo. Per me era la prima volta".

[Informaioni tratte da Ansa.it, SiciliaInformazioni.com]

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03 ottobre 2009
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