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''Così ci privano delle nostre libertà più preziose''

In piazza a Roma per dire no alla legge sul 'Testamento biologico', tanta gente comune

23 febbraio 2009

Sabato scorso, a piazza Farnese, a Roma, dove la rivista 'MicroMega' ha organizzato la manifestazione per dire 'no' alla legge sul testamento biologico che il Parlamento andrà ad approvare, c'erano soprattutto cittadini comuni.
Per una volta, come ha detto lo stesso direttore di MicroMega, Paolo Flores d'Arcais, "la piazza è in mano alla gente comune. Più che i politici militanti ci sono soprattutto i cittadini comuni per dire che la vita di ciascuno non appartiene al Governo e non appartiene alla Chiesa ma solo a chi la vive".
Salendo sul palco allestito nella piazza, Flores d'Arcais ha chiesto: "Con che diritto il cardinal Bagnasco e Sacconi pretendono di decidere al posto nostro se staccare o no il sondino?".
La gente, tanta, che si è riunita in piazza, ha applaudito sentitamente. "Solo la chiesa gerarchica - ha detto Flores - vuole imporre il suo dettato perchè c'è una chiesa di tanti sacerdoti, a decine hanno mandato una adesione formale alla nostra manifestazione per non parlare di tanti fedeli". Ha poi sintetizzato: "i cittadini rifiutano una legge anticostituzionale e se il Parlamento la approverà si ritroveranno contro la Corte Costituzionale e i cittadini stessi che risponderanno con un referendum".

Alla manifestazione hanno aderito anche diversi intellettuali. Sul palco anche il contributo della scrittrice Lidia Ravera ("Ho pensato che c'è più pietà per i cani che per gli esseri umani ma per loro fortuna i cani non hanno l'anima. Quello che sta accadendo oggi con questa legge sul testamento biologico dimostra che anche l'anima nel nostro Paese è merce di scambio e quindi sarebbe meglio non averla"), il costituzionalista Stefano Rodotà ("La proposta di legge sul testamento biologico nega a ciascuno di noi il diritto di rifiutare le cure, un diritto costituzionalmente fondato. In realtà il 75% degli italiani ritiene che a decidere sulla vita devono essere le persone e le loro famiglie, non la Chiesa, non le maggioranze di governo"), e lo scrittore Andrea Camilleri. "Una qualsiasi legge che limiti la libertà di scelta sarà usata come grimaldello per altri leggi sempre più restrittive delle nostre libertà più preziose". Questo il monito lanciato da Camilleri dal palco della manifestazione. "Ho vissuto quattro quinti della mia esistenza in un Paese che continuo ad amare anche se spesso non mi è piaciuto e ora che ho 83 anni abbondantemente superati - ha aggiunto Camilleri - rischio di morire male per una legge fatta chi non mi ha fatto mai piacere del tutto il mio Paese".
Secondo Camilleri "il Vaticano ha partecipato alla stesura della legge in magna pars per interposta persona. E dico il Vaticano e non la chiesa perché fortunatamente l'atteggiamento di molti suoi componenti è assai diverso. Ma Berlusconi si inchina prono al volere del Vaticano".
La maggioranza infatti, ha aggiunto ancora, "ha preparato una legge che impedisce a ciascuno di morire come vuole. Una truffa perpetrata anche con la quiescenza di parte della cosiddetta opposizione. Non voglio avere la vergogna di andarmene - ha concluso molto applaudito - lasciando ai miei nipoti le macerie di un'Italia senza libertà devastata nella morale pubblica e privata, nella finanza e nell'economia reale e fin nel profondo della sua stessa coscienza"

Alla manifestazione è intervenuto telefonicamente anche Beppino Englaro, padre di Eluana. "Sono convinto che gli italiani non si lasceranno imporre una legge del genere" ha detto il papà di Eluana Englaro. Se approvato, il ddl sul testamento biologico, che impedirebbe una morte come quella di Eluana, sarebbe "una barbarie".
Alla manifestazione hanno aderito l'Italia dei Valori, i radicali e i partiti della sinistra radicale, ma non il Pd che sulla questione è diviso.
E per quanto riguarda i cattolici e la stessa Chiesa, non tutti sono sulle medesime posizioni del vaticano. Alla manifestazione hanno partecipato anche venti sacerdoti che chiedono "un dibattito all'interno della Chiesa che rimetta al centro la persona", una riflessione che tenga conto dei cristiani "come fedeli ma anche come cittadini rispettosi della Costituzione" e di mettere da parte "inutili crociate". Don Vitaliano della Sala, uno dei firmatari dell'iniziativa di piazza Farnese, sacerdote anti-camorra, ha fatto sapere che "condivide in pieno" la manifestazione. Al sacerdote non è piaciuta la posizione tenuta dalla Chiesa nella vicenda Englaro. "Condivido ovviamente il sostegno alla vita - ha precisato - ma non mi è piaciuto il modo sguaiato in cui la Chiesa ha posto il problema, imponendo e giudicando mentre dovrebbe proporre i propri valori e testimoniarli senza entrare nell'agone politico, senza fare ingerenza. Il Vangelo è una proposta, non si impone a nessuno mentre questa è una inutile crociata". Sul caso Eluana il sacerdote ha ricordato che "il principio generale della vita va applicato caso per caso" e non deve essere "una ossessione" con cui si arriva a "torturare". Anche per don Angelo Cassano la firma di adesione alla manifestazione significa un appello "ad aprire un dibattito all'interno della Chiesa", dibattito che "è mancato negli ultimi tempi". "Abbiamo assistito, infatti , a prese di posizione univoche nella Chiesa ma non è stata fatta crescere una coscienza su questi temi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

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23 febbraio 2009
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