''Così fermeremo gli sbarchi''
Ecco come il nuovo ministro dell'Interno, Roberto Maroni, pensa la lotta alla clendestinità
Gli stranieri irregolari abitano in tutta Italia, ma la loro condizione, o meglio, la loro presenza, fa più paura al Nord. Il motivo sta principalemnte nelle cifre: nella graduatoria delle aree ad alta densità di immigrazione clandestina le prime dieci sono nel ricco Nord e undicesima è Macerata, nelle Marche. Tale graduatoria è il primo "censimento" dei clandestini sul territorio nazionale realizzato - sulla base delle 724mila domande presentate per il decreto flussi 2007 - dal dipartimento di Demografia dell'Università Milano Bicocca per il Sole 24 Ore e per la Fondazione Ismu.
I risultati dicono che i sans papier sono almeno 650mila e aumentano all'aumentare degli stranieri regolari. Risultati che arrivano proprio in questi giorni in cui potrebbero arrivare le misure "restrittive" annunciate dal nuovo Governo.
Le ultime settimane sono state giornate di "arrivi a massa compatta". Sono quelli che fanno più paura e avvengono quando la Libia allenta i controlli sulle proprie coste e in Sicilia approdano barconi con centinaia di clandestini. Già da fine aprile il Cpt di Lampedusa, avamposto europeo nell'accoglienza degli irregolari, rischia il collasso. La scorsa settimana, quando il figlio del colonnello Gheddafi pronunciò il suo anatema contro l'Italia minacciando ritorsioni se Roberto Calderoli fosse diventato ministro, sono arrivati più di 400 stranieri. E la capienza di ottocento persone è stata ampiamente superata con oltre mille presenze. Nelle ultime ore le presenze sono nuovamente scese a 300, ma nessuno si illude perché gli analisti sanno che senza intese forti con Tripoli gli saranno sbarchi continui.
Quello dell'immigrazione è il tema che il nuovo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha voluto affrontare venerdì, nel giorno del suo insediamento al Viminale. E così la prima riunione con i capi dei Dipartimenti si è trasformata nell'occasione per fare un punto di situazione e dare la linea anche in materia di sicurezza.
Per domani, martedì 13 maggio 2008, è stata fissata a palazzo Chigi la riunione tecnica sul decreto che il governo vuole approvare al massimo durante il secondo consiglio dei ministri. E già oggi Maroni incontrerà i colleghi di Giustizia, Esteri e Difesa per analizzare il problema e le possibili risoluzioni da vicino.
Il potenziamento dei controlli in acque italiane non serve da deterrente, come è stato ampiamente dimostrato in questi ultimi anni, dunque altri saranno i provvedimenti per cercare di frenare gli arrivi. Il principale, quello su cui la Lega batte da anni, riguarda l'introduzione del reato di immigrazione clandestina con la previsione dell'arresto obbligatorio per chi varca il confine senza permesso. Una misura che, unita alla possibilità di prolungare la permanenza nei centri di prima accoglienza - ora limitati ad un massimo di sessanta giorni -, si ritiene possa scoraggiare chi salpa da porti e spiagge per cercare fortuna in Italia. Il governo dovrà dunque affrontare il problema delle strutture visto che la maggior parte dei Cpt sono già pieni e la possibilità di aprirne altri si è sempre scontrata con le resistenze dei cittadini.
Quindi, tra le misure del nuovo decreto legge che il governo approverà durante la riunione del Consiglio dei ministri prevista a Napoli in questi giorni, quello dell'arresto obbligatorio degli immigrati clandestini. Una misura che rischia di far scoppiare le carceri, per queso nel "piano Maroni" c'è l'idea di trasformare i Cpt in centri di detenzione temporanea. In attesa del processo che dovrà essere celebrato con rito direttissimo, gli stranieri arrivati senza permesso saranno rinchiusi nelle strutture finora utilizzate per la prima accoglienza. E lì aspetteranno anche l'esecuzione del provvedimento di espulsione che scatterà in maniera automatica e prevederà l'accompagnamento alla frontiera.
Per questa "novità" gli uffici tecnici del Viminale, della Giustizia, della Farnesina e della Difesa sono al lavoro per mettere a punto la norma ed evitare possibili contestazioni in sede europea.
L'Unione ha infatti fissato regole rigide per la gestione dei Cpt e dunque è necessario rispettare le direttive. Non ha dubbi sulla legittimità della procedura l'onorevole Nicolò Ghedini, uno degli avvocati del premier che si è occupato di redigere con lui la bozza di testo che contiene una quarantina di nuove norme: "Non c'è alcuna violazione o forzatura, perché le nuove disposizioni verranno attuate garantendo i diritti di difesa. E' necessario porre un freno agli ingressi illegali e questo risultato si ottiene soltanto mandando un messaggio chiaro e inequivocabile: entrare in Italia senza avere i titoli è un reato grave e dunque fa scattare l'arresto. Il sistema alternativo nei Cpt è assolutamente legittimo".
Altra misura contenuta nel "pacchetto sicurezza Maroni" nello specifico capitolo immigrazione, il "blocco navale anticlandestini", ossia il respingimento dei clandestini che vogliono arrivare in Italia potrà essere effettuato anche in mare. Le direttive che saranno impartite a chi ha il compito di pattugliare le frontiere marittime sono di impedire l'ingresso in acque territoriali e quindi l'attracco nei porti di Sicilia, Calabria e Sardegna. Ma soprattutto l'approdo nell'isola di Lampedusa.
Dunque, il contrasto contro l'immigrazione clandestina camminerà di pari passo con il contrasto contro la criminalità, un percorso in linea con quell'allarme sulla sicurezza che ha segnato l'intera campagna elettorale del centrodestra. Una lotta che riguarderà anche i cittadini comunitari, e nella fattispecie dei romeni. Prima dei clandestini provenienti dal mare, e quindi dalle coste settentrionali dell'Africa, il piano del ministro Maroni prevede lo spostamento dei campi nomadi lontano dai centri abitati. Nell'agenda del titolare del Viminale ci sono incontri con i sindaci delle principali città per rinegoziare i "patti" partendo proprio dagli insediamenti dei nomadi. Tra i suoi obiettivi c'è anche la limitazione della libera circolazione per i romeni e la sospensione del trattato di Schengen in modo da ripristinare i controlli alle frontiere. Ma in questo caso i tempi saranno più lunghi perché è necessario concordarlo in sede europea.
"E' necessario conciliare il bisogno di sicurezza che avvertono i cittadini con la salvaguardia dei diritti europei acquisiti": ha avvertito il commissario europeo al multilinguismo, il romeno Leonard Orban, precisando comunque che "i casi di criminalità vanno perseguiti con severità". E poi, al di là dei dubbi di costituzionalità avanzati da numerosi giuristi, c'è l'incognita della "copertura finanziaria". Un provvedimento così complesso prevede infatti lo stanziamento di numerosi uomini delle forze dell'ordine da impiegare per il controllo del territorio e negli adempimenti che riguardano l'identificazione degli stranieri. Ma anche tecnologia che possa garantire tempi rapidi negli adempimenti procedurali.
[Informazioni tratte da Il Sole 24ORE e dagli articoli di Fiorenza Sarzanini del Corriere.it]