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"Crimine di guerra contro l'umanità"

Dal rapporto Onu sugli attacchi in Siria: "Gas sarin lanciato con razzi terra-terra"

17 settembre 2013

Il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha illustrato al Consiglio di sicurezza, in una seduta a porte chiuse, i contenuti del rapporto degli ispettori Onu sull'uso di armi chimiche in Siria. In apertura del suo intervento, Ban non ha usato giri di parole: "Con l'attacco coi gas in Siria è stato commesso un crimine di guerra.  Il più significativo attacco coi gas contro civili dal 1998, quando Saddam Hussein li usò ad Halabja".
Dalla Casa Bianca, il presidente Obama ha parlato del piano concordato con la Russia a Ginevra per lo smantellamento dell'arsenale chimico siriano. "L'accordo può mettere fine alla minaccia delle armi chimiche siriane", ma c'è ancora da lavorare, perché non sono state ancora identificate e distrutte le armi chimiche di Assad.

"E' stato impossibile agli ispettori verificare il numero totale delle vittime dell'attacco coi gas - ha spiegato il segretario Onu - data la situazione della sicurezza e altre limitazioni. Il team ha parlato con oltre 50 sopravvissuti, personale medico e di primo intervento. Ha valutato i sintomi di ognuno e raccolto campioni biomedici, anche da capelli, urina e sangue". Gli ispettori Onu, ha quindi annunciato Ban, torneranno in Siria "non appena avremo un accordo con il governo siriano".
Il segretario Onu ha reclamato che i responsabili "rendano conto" dei loro crimini e ha chiesto al Consiglio di sicurezza una "chiara risoluzione" in cui siano previste sanzioni se Damasco non dovesse rispettare l'impegno di smantellare il suo arsenale chimico. A questo proposito, Ban ha citato un paragrafo dell'accordo di Ginevra tra Usa e Russia secondo cui, in caso di mancata attuazione, il Consiglio "dovrebbe imporre misure sotto il Capitolo 7 della Carta dell'Onu", che autorizza l'uso della forza contro gli Stati inadempienti.
Ban Ki-moon ha fatto appello all'unità d'intenti dei 15 membri del Consiglio, facendo implicito riferimento ai cinque membri permanenti (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna), il cui diritto di veto paralizzerebbe ogni mossa. L'unità, ha detto Ban, è "cruciale" data la gravità della situazione, i membri del Consiglio di sicurezza sono chiamati ad "assumersi le loro responsabilità politiche e morali dimostrando la volontà politica per agire in modo decisivo".

Alcuni contenuti del rapporto sono emersi grazie all'ingrandimento della foto ufficiale tra il segretario generale e Ake Sellstrom, capo del team di esperti, in cui campeggia la prima pagina del documento. "I campioni raccolti - si legge - forniscono prove chiare e convincenti che sono stati utilizzati razzi contenenti gas sarin", in Siria. In particolare, gli ispettori Onu ritengono evidente che "armi chimiche sono state usate in una scala relativamente ampia" contro "civili, inclusi bambini", nell'attacco del 21 agosto a Ghouta, periferia di Damasco. "I campioni ambientali, chimici e medici che abbiamo raccolto - si leggerebbe nella prima pagina del rapporto - forniscono chiare e convincenti prove che il 21 agosto razzi sono stati impiegati terra-terra contenenti l'agente nervino sarin".
Tra le "prove", anticipa la Cnn citando fonti diplomatiche, la traiettoria dei razzi e la quantità di gas: 350 litri di sarin scaricati su Ghouta. Altro dettaglio da Cnn: su alcuni missili, scritte in cirillico. Altre fonti del Palazzo di Vetro riferiscono che il rapporto degli ispettori parla di un 85% dei campioni di sangue analizzati risultato positivo al test per il gas sarin.

Il presidente della commissione d'inchiesta sui Diritti umani, Paulo Sergio Pinheiro, ha dichiarato che si indaga sulle responsabilità di 14 sospetti attacchi con armi chimiche, compiuti dopo il settembre del 2011. Lo stesso Pinheiro ha detto che la commissione Onu ritiene che il regime siriano abbia commesso crimini di guerra e contro l'umanità. Anche i gruppi ribelli si sono macchiati di crimini di guerra, ha aggiunto il presidente della commissione, ma non contro l'umanità, perché "non c'è una chiara catena di comando".
Dopo aver riferito al Consiglio di sicurezza, Ban presenterà i risultati dell'inchiesta anche ai 193 membri dell'Assemblea generale. Il mandato degli esperti non prevede l'indicazione di un colpevole che, secondo gli occidentali, non può che essere il regime siriano.

E' stato l'attacco con i gas del 21 agosto alla periferia di Damasco a indurre Obama e l'amministrazione Usa ad annunciare un'azione militare contro Assad, che non avrebbe mai trovato il sostegno unanime del Consiglio di sicurezza e di cui la stessa opinione pubblica americana non sentiva proprio il bisogno. Di qui, il sostegno anche americano all'iniziativa russa: convincere Assad a smantellare il suo arsenale chimico, condicio sine qua non per scongiurare i bombardamenti americani.
Nel weekend a Ginevra è stata raggiunta la tanto sospirata intesa tra Usa e Russia: la Siria entro una settimana dovrà presentare l'inventario del proprio arsenale e consegnare tutto il materiale per la sua distruzione entro metà 2014.
"Una vittoria per Damasco" secondo il ministro siriano per la Riconciliazione Nazionale, Ali Haidar, autore del primo commento sull'accordo da parte di una alta carica del regime, raccolta dall'agenzia russa Ria Novosti.
Raggiunta l'intesa, la diplomazia ora duella sul "come" sintetizzare e suggellare l'impegno siriano in una risoluzione Onu. In particolare, sulla inclusione o meno di un richiamo al capitolo VII della Carta Onu, l'unico che autorizza l'uso della forza in caso di mancato rispetto degli impegni.

Contraria a una risoluzione che faccia sua l'opzione militare è la Russia, alleata della Siria. Che lo ha rimarcato ancora una volta attraverso il capo della sua diplomazia, Sergei Lavrov, secondo il quale qualsiasi appello per una rapida risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu in base al capitolo VII "dimostra una carenza di comprensione dell'accordo russo-americano sulle armi chimiche in Siria". Una risoluzione Onu che minacci l'uso della forza, ha avvertito il ministro degli Esteri russo, potrebbe far fallire il processo di pace.
Russia, Usa e rispettivi tecnici sono al lavoro all'Aia per attuare l'accordo che prevede il trasferimento sotto il controllo internazionale delle armi chimiche siriane, ha aggiunto Lavrov, precisando che è "una distorsione della realtà" considerare l'accordo in sei punti raggiunto a Ginevra sabato scorso come la richiesta di una risoluzione forte sulla Siria da parte del Consiglio di sicurezza. Piuttosto, ha concluso Lavrov, è giunto il momento non più di convincere, ma di "costringere" l'opposizione siriana ad aderire alla conferenza di Ginevra.

Di "risoluzione forte" continuano invece a parlare gli "occidentali", Usa, Gran Bretagna e Francia, riuniti in vertice oggi a Parigi. Il presidente francese Francois Hollande e per i capi delle diplomazia americana e britannica, John Kerry e William Hague, hanno sottolineato in conferenza stampa come sia "essenziale" riuscire ad arrivare a una "risoluzione forte e vincolante" per la Siria all'Onu, con un "calendario preciso" per il controllo e lo smantellamento dell'arsenale chimico.
Francia, Gb e Usa hanno auspicato di poter lavorare a una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu "entro la settimana" a New York, aggiungendo che il rapporto degli ispettori delle Nazioni unite che sarà pubblicato oggi rappresenta "indubbiamente un'occasione favorevole per un passo avanti". Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha poi annunciato che domani sarà a Mosca per incontrare Lavrov e ha commentato il rapporto Onu: "Nessun dubbio su chi sia il responsabile dell'uso di armi chimiche il 21 agosto".

Il segretario di Stato americano ha evidenziato come il momento sia "cruciale". "Se riusciamo a ottenere una soluzione negoziale per la Siria vinceremo la pace". E, ancora una volta, Kerry ha riaffermato la decisione degli Usa a non farsi prendere per il naso dalla Siria e dal suo alleato russo. "Non tollereremo misure dilatorie. Se il regime siriano verrà meno ai suoi doveri, ci saranno delle conseguenze. L'opzione militare è sempre sul tavolo". Kerry giovedì prossimo incontrerà a Washington il suo omologo cinese, Wang Yi, in un bilaterale che avrà al centro delle discussioni la Siria e la Corea del Nord.
Kerry si è spinto anche oltre, parlando di "costruzione di una nuova Siria". "Assad ha perso ogni legittimità, vogliamo transizione e passaggio di potere. Continueremo a spingere per una soluzione politica che porti la pace. Tutti noi parleremo con l'inviato speciale di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, a margine della riunione dell'Assemblea generale Onu, per fare di tutto per aiutare il popolo siriano a uscire da questa violenza che crea una catastrofe umanitaria per tutti noi".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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17 settembre 2013
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