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"Denise non so se sia morta, non so dove sia"

Il pluriomicida Giuseppe D'Assaro ritratta la sua deposizione del 2007 sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone

26 maggio 2011

"Non so dov'è Denise, quello che ho detto oggi è la verità, come quello che ho detto fino al 2005. Quello che invece ho detto nel 2007 sono tutte fesserie. Non è vero niente. Ho detto che la bambina era morta perché mi volevo accattivare gli inquirenti. Chiedo perdono alla signora Piera Maggio per quello che ho detto. Mia moglie Rosalba Pulizzi mi ha detto che è stata lei a portare la bambina a Palermo assieme a Jessica".
È quanto ha dichiarato ieri, rispondendo alle domande dell'avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta, il pluriomicida Giuseppe D'Assaro davanti il Tribunale di Marsala nel corso del processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone, la bambina rapita a Mazara del Vallo (Tp) l'1 settembre 2004, quando aveva poco meno di quattro anni. Imputata è Jessica Pulizzi, 24 anni, sorella (per parte di padre) della bambina rapita: è accusata di concorso in sequestro di minorenne. Sul banco degli imputati c'è anche il suo ex fidanzato, Gaspare Ghaleb, 26 anni, italo-tunisino, accusato di false dichiarazioni al pubblico ministero.

D'Assaro alla fine del 2007 raccontò di essere stato chiamato dalla ex moglie, Rosalba Pulizzi, che gli consegnò, nel marzo 2007, una borsa estratta da un congelatore col corpo di Denise che lui gettò in mare a Palermo. Una versione che non ha trovato riscontri e alla quale Piera Maggio non ha mai creduto. Proprio in base a queste rivelazioni, però, D’Assaro è indagato (per occultamento di cadavere, calunnia e autocalunnia) in un secondo filone d’inchiesta assieme alla figlia Giovanna D’Assaro, al marito di questa, Antonino Cinà, e ad Anna Corona, ex moglie di Piero Pulizzi e madre di Jessica Pulizzi, a Maria Silvana Costa e a Giuseppe Lo Bono, tutti tirati in ballo dal D’Assaro che li ha accusati di avere avuto un ruolo nel sequestro della bambina.
L'uomo, nel giugno 1985, uccise a colpi di bastone Antonio Signorelli, 75 anni, per centomila lire. Per questo venne condannato e uscì dal carcere definitivamente alla fine del 2005.  Il suo nome tornò tristemente alla ribalta nel  luglio 2010 quando si costituì ai carabinieri per l'omicidio di Sabine Maccarrone, 39 anni, una donna di origine elvetica trovata morta il 16 aprile in un pozzo in un terreno di D'Assaro a Mazara del Vallo. D'Assero raccontò che Gianni Melluso, il pentito che accusò Enzo Tortora, era il mandante dell'omicidio di Maccarrone.

"In carcere sono stato minacciato per le mie dichiarazioni sulla scomparsa di Denise. Alcuni detenuti mi hanno detto: tu parli troppo" ha raccontato D'Assaro, che inizialmente, dopo avere fatto ingresso in aula, aveva detto di non volere rispondere ad alcuna domanda. E ciò nonostante il presidente Riccardo Alcamo gli abbia più volte ripetuto che essendo testimone, sia pure "assistito", in quanto indagato di reato connesso, non poteva rifiutarsi di rispondere o avrebbe commesso un reato (falsa o reticente testimonianza) e per questo sarebbe stato perseguito dalla legge. Prospettiva che, però, non gli ha fatto cambiare idea, che sta scontando una condanna all'ergastolo per l'omicidio di una ragazza elvetica, Sabine Maccarrone.
A far breccia è stato l'avvocato Giacomo Frazzitta, legale di parte civile che assiste Piera Maggio, madre di Denise. "C'è una mamma che soffre." ha detto Frazzitta. "Allora parlo" ha risposto D'Assaro, che poco prima aveva detto: "Non voglio rispondere a nessuno. Tanto dicono che sono inattendibile".

Quindi D'Assaro ha raccontato: "Quando Denise sparì ero in carcere a Catania. La notizia l'ho appresa in tv e poi me ne parlò mia moglie, Rosaria Pulizzi, in un colloquio. In una lettera, inoltre, mia moglie mi disse 'ti parlero dopo'. Poi, durante un permesso dal carcere, mia moglie mi disse che la 'bambina si trovava a Palermo' e che 'l'aveva presa Jessica'. Non mi disse chi l'aveva portata a Palermo. Quando ho cercato di saperne di più, mi ha detto: 'Mica posso rovinare mio fratello', riferendosi a Piero Pulizzi (padre naturale di Denise, ndr)". "Vedevo che mia moglie aveva paura di parlare, anche se mi diceva che poi mi avrebbe detto come erano andate le cose, ma poi non me lo disse", ha proseguito. "I rapporti con la mia ex moglie si sono interrotti quando ho raccontato queste cose".
Infine, rivolto a Piera Maggio, D'Assaro ha aggiunto: "Non so nulla di sua figlia, mi creda, le chiedo scusa e perdono se mi sono permesso di dire quelle cose anche gravi; dove si trova Denise lo dovete chiedere a Piero Pulizzi e a sua figlia".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno, Repubblica/Palermo]

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26 maggio 2011
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