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''Deve pagare il canone chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni''

26 febbraio 2008

Negli ultimi tempi i ricorsi dei cittadini contro il Servizio abbonamenti televisivi, il "Sat", atto a riscuotere il pagamento del canone Rai, sono aumentati. Se due anni fa le segnalazioni all'ufficio del Garante del contribuente del Piemonte erano meno di 200, l'anno scorso il numero è salito a circa 600 e, a quanto pare, il numero sembra essere destinato ad aumentare.
Ma qual'è il motivo di queste proteste? Il motivo è presto detto: le lettere, dai toni severi e intimidatori, che il Sat invia ai cittadini e con le quali si invita a regolarizzare la loro posizione e a pagare, anche a se i cittadini hanno disdetto l'abbonamento alla televisione e anche a quelle che non hanno un apparecchio televisivo.
"Non si capisce con quale criterio il Sat invii queste lettere - ha detto Silvio Pieri, presidente dell'ufficio del Garante del contribuente del Piemonte, competente per territorio - ma è sicuro che hanno dei toni decisamente minatori. Si paventano blocchi amministrativi delle auto o pignoramenti senza che la legge lo preveda. Per questo stiamo valutando la possibilità di presentare un esposto in procura per abuso d'ufficio".

Rintracciati e ''intimiditi'' dal Sat, sono molti i cittadini che preferiscono comunque pagare, ma sono sempre più numerosi coloro che si rivolgono al Garante, magari attraverso le associazioni dei consumatori.
In effetti la questione è alquanto ingarbugliata e interpretare nella giusta maniera (o almeno in una maniera valida per tutti), la regolamentazione del pagamento del canone Rai, che si basa ancora su di un regio decreto del 1938, quando addirittura c'era soltanto la radio, risulta complicato pricipalmente perché poco si adatta alle evoluzioni della tecnologia che da allora ci sono state.
Secondo la legge, e questo lo ha specificato la Rai dopo che il caso ha avuto rilievo tramite i quotidiani, “deve pagare chiunque detenga un apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni" e questo significa che anche un computer con una scheda tv, ma paradossalmente anche un videofonino, possono essere adattati per ricevere programmi tv. E infatti nelle lettere che la Rai invia nelle case si precisa "compresi personal computer, decoder digitali e altri apparati multimediali". “Il canone televisivo - ha puntualizza ulteriormente l'ufficio stampa Rai - è una tassa che viene pagata allo Stato in base alla legge e che lo Stato poi riversa alla Rai grazie al contratto di servizio. Le lettere che ingiungono di pagare il canone sono infatti firmate dal Sat (Sportello abbonamenti tv) che dipende dal ministero dell'economia”.

Ve bene (insomma), il canone è una tassa che si paga allo stato, ma francamente, a questo punto e visto le condizioni poste, viene da chiedersi: avere un pc senza scheda tv significa lo stesso avere un televisore?
"Un tempo chi comprava un televisore veniva registrato con nome e indirizzo, mentre adesso questo non si fa più e in effetti l'evasione è aumentata moltissimo - riferisce Silvio Pieri - Ma non si può rispondere all'illegalità con altra illegalità. A norma di legge per rescindere un contratto tv basta mandare una raccomandata, ma il Sat poi continua a tempestare di lettere chiedendo la compilazione di moduli. Inoltre quando si chiude un abbonamento si paga ancora una tassa di suggellamento che sarà pure di pochi euro, ma non c'è più nessuno che venga a impacchettare il televisore che non si usa più".

"Credo sia opportuna una modifica della legge - ha spiegato ancora il Garante piemontese - una proposta potrebbe essere quella di una tassa sull'acquisto di un televisore in cambio dell'abolizione del canone. In effetti, l'origine stessa del canone viene meno, visto che un tempo doveva servire per garantire il servizio pubblico anche nelle zone in cui non rendeva trasmettere, mentre ora con il satellite si arriva ovunque senza problemi".
E così, alla petizione dell'ADUC, l'associazione dei consumatori e degli utenti, per l'abolizione del Canone RAI (fin qui sostenuta da più di 200mila firmatari) si è aggiunto ora un nuovo appello di Repubblica.it (clicca qui) affinché non sia richiesto il pagamento del Canone quantomeno per il possesso di un computer.
Intanto la questione ha scatenato anche polemiche politiche. Il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, per esempio, ha definito le lettere del Sat "un atto illegittimo". A suo dire "questo della Rai e dell'organo del ministero dell'Economia è un inaccettabile attacco al popolo del web". Bonelli ha chiesto l'immediato intervento del ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni.

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26 febbraio 2008
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