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"Diceva di volermi fare del bene"

Quando il coraggio di parlare arriva, non si ferma: una vittima accusa pubblicamente il prete pedofilo

23 marzo 2012

"Io ti inseguivo, e qui forse è stato l'errore, inseguivo il tuo desiderio di essere voluto bene. E questo lo facevo non ponendomi limiti. Tu forse non ricordi, ma io quasi mai prendevo l'iniziativa: cioé io avvertivo che tu avevi bisogno di essere abbracciato. Ma è stato una volta?". "Sì... un paio di volte". "Io avevo solo il ricorso di una volta.. così... non perché ci fosse un piano, né perché io avessi desideri: c'é stato un momento che mi sembrava di compiacerti, mi sembrava addirittura di farti del bene, come se tu avessi bisogno di liberarti, di esprimerti. è stato un modo di dirti che ti volevo bene".
E' uno dei passaggi centrali di una conversazione tra un sacerdote e un uomo che da ragazzino, ad Acireale, afferma di essere stato vittima di abusi da parte del religioso, una conversazione registrata all'insaputa del prete, fatta ascoltare ieri a Roma, nel corso di una conferenza stampa e soprattutto acquisita proprio ieri dalla polizia postale di Catania, che da un mese a questa parte, su disposizione del pm Marisa Scavo, sta raccogliendo testimonianze su questo e altri casi di pedofilia.

A denunciare l'intera vicenda, attivando così anche gli inquirenti che hanno aperto un fascicolo, è stata l'associazione antipedofilia 'La Caramella Buona'. Il protagonista del caso è Teodoro Pulvireti, nato a Catania nel 1975, oggi ricercatore negli Stati Uniti, che con una testimonianza-choc, estremamente toccante, ha raccontato la sua storia in conferenza stampa, accusando don Carlo Chiarenza, all'epoca parroco di San Paolo ad Acirealesuccessivamente decano della Basilica di S. Sebastiano, di aver abusato di lui quando aveva 14-15 anni tra il 1989 e il 1990. Il caso di Teodoro di fatto è caduto in prescrizione per la giustizia italiana. "Ma sono a conoscenza almeno di una decina di casi di abusi - ha dichiarato - per i quali è ancora possibile intervenire: è soprattutto per loro che ho deciso di parlare, perché trovino il coraggio di farsi avanti". "Io credo in Dio - ha aggiunto - ma non posso più credere nella Chiesa".
Denunciato a febbraio, Chiarenza è stato allontanato dal vescovo di Acireale, mons. Raspanti e trasferito in un centro di raccolta spirituale lontano dalla Sicilia. L'azione della magistratura si deve anche all'associazione 'La Caramella Buona', che ha seguito Pulvireti e ha organizzato l'incontro con la stampa, e al mensile di inchiesta siciliano S Magazine, che per primo ha sollevato il caso. Nel maggio scorso il presidente dell'associazione, Roberto Mirabile - che non esita a parlare di "protezioni" e "scaricabarile tra vescovi", definendo "più virtuale che concreto" l'impegno della Chiesa contro la pedofilia - ha scritto in Vaticano a mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede, segnalando i presunti abusi di don Chiarenza. Scicluna ha risposto invitando a "trasmettere tutte le informazioni utili al vescovo" della diocesi di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo.

Ed è straziante il racconto di Teodoro: "Avevo quasi 13 anni quando mi sono avvicinato alla parrocchia: don Carlo si comportava come una padre, per me era come un secondo padre ed era anche un amico di papà. C'era un gruppo di giovani più vicino a lui: andavamo insieme in montagna, al mare. A volte ci chiamavano gli eletti". "A circa 14 anni, mentre stavo guardando la tv in sagrestia, per la prima volta mi fece sedere sulle sue ginocchia, mi abbracciò, cominciò a baciarmi e infilare le mani sotto la maglietta. Avvertiva che ero teso: non avevo mai avuto rapporti, né una ragazza. Quella volta smise. Un giorno, dopo un litigio con mio fratello, sentivo la necessità di sfogarmi: da adolescente ero molto insicuro. Andai da don Carlo e scoppiai a piangere. Lui mise la mia testa sulla sua spalla, iniziò a dirmi 'ti voglio bene', a baciarmi, mise le mani sotto la maglietta e poi più in basso. Capivo che c'era qualcosa di sbagliato, ma non capivo cosa stesse succedendo. Ancora oggi mi condanno per non aver avuto il coraggio di reagire".
Dalle parole di Teodoro - che hanno commosso il sindaco di Acireale, Nino Garozzo, che gli ha manifestato la sua solidarietà - traspare una situazione di sudditanza psicologica vissuta per anni. "Successe altre volte: mi ero come rassegnato. Quando cercavo di tirarmi indietro, mi tagliava fuori da tutto. E mi diceva: vuoi raccontare tutto? Vediamo chi ti crede. Mi sentivo una nullità".

Gli impegni "virtuali" della chiesa - "L'impegno della Chiesa contro la pedofilia lo valuto più virtuale che concreto" e spesso "si sperimenta la tattica dello scaricabarile". Così Roberto Mirabile, presidente dell'associazione contro la pedofilia La Caramella Buona, giudica l'atteggiamento della Chiesa su questo fronte. L'occasione per esprimere questo parere è stata la conferenza stampa incentrata sul caso di Teodoro Pulvireti, che ha pubblicamente accusato don Carlo Chiarenza di aver abusato di lui quand'era un ragazzo. Oltre a una registrazione in cui il religioso si esprime con frasi che suonano come un'ammissione di colpa, sono state presentate le copie di una lettera e di una cartolina, firmate da don Carlo, inviate a suo tempo Pulvireti. In una si legge "un bacio 'mangereccio' ciao". Nell'altra si allude alla frequentazione di una ragazza da parte del giovane: "Nonostante i tuoi furiosi e ripetuti tradimenti tedeschi ti voglio un mare di bene! Non lo fare più potrei mangiarti tutto. Un bacio furioso".
Il presidente di Caramella Buona con una lettera datata 16 maggio 2011 ha inviato in Vaticano a mons. Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede una segnalazione per i presunti abusi sessuali di don Chiarenza, a cui Scicluna ha risposto l'8 giugno 2011, rimandando al vescovo competente. "Ella - si legge nella lettera a Mirabile - potrà trasmettere tutte le informazioni utili al vescovo della predetta Diocesi" (di Acireale, ndr), mons. Pio Vittorio Vigo "onde lo stesso possa dar luogo a un'indagine canonica e riferire, al termine della stessa" "le proprie conclusioni in merito a questo Dicastero".
L'associazione riferisce anche di un caso che riguarderebbe un'animatrice parrocchiale, che "nel 2000 circa denunciò con una lettera alla Curia di Acireale, a mons. Paolo Urso, attuale vescovo di Ragusa, gli atteggiamenti di don Chiarenza. Urso disse che aveva già avuto altre voci del genere e che si sarebbe attivato, ma precisando che don Chiarenza era protetto dal cardinale Paolo Romeo, attuale arcivescovo di Palermo". Quanto alla lettera della ragazza, sarebbe "andata persa".

- Fuori dalla grazia del Signore (Guidasicilia.it, 28/02/12)

 

 

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23 marzo 2012
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