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"È ormai tempo di indire un maxi concorso per la scuola"

Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo annuncia: "Nel 2012 un maxi concorso per 300mila insegnanti"

20 dicembre 2011

Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha confermato che saranno riaperti "al più presto" i concorsi nella scuola pubblica. "Dobbiamo farlo al più presto - ha detto il ministro - Da 13 anni non ci sono più concorsi pubblici, e questo è senz'altro un tema su cui bisogna lavorare".
L'ultimo concorso per la scuola risale al 1999. Secondo il ministro "è ormai tempo" di varare entro il 2012 un maxi concorso, al quale potrebbero essere interessate "trecentomila persone", dalle scuole elementari, alle medie, alle superiori.
Secondo il ministro Profumo, se davvero l'Italia vuole crescere, deve essere complessivamente "più attenta" alla scuola. "Dobbiamo avere molto più rispetto e attenzione di quanto è stato fatto finora. Università, ricerca e innovazione sono il punto di partenza del nostro Paese". L'attenzione alla scuola parte dalla "sicurezza" che secondo il ministro è un elemento di crescita del Paese. Questo il principio di fondo su cui il Governo Monti intende basare il suo piano-scuola che il prossimo mese sarà portato all'esame della apposita Commissione parlamentare. "Il Governo Monti punterà sulla sicurezza delle scuole inserendo questa tema nel piano che verrà portato all'esame della commissione parlamentare il prossimo mese - ha detto Profumo - Rendere gli edifici scolastici più sicuri per gli studenti significa prestare attenzione al fondamento stesso della crescita del nostro Paese".

Ma se la platea di aspiranti docenti è ampia non altrettanto ampio il numero di posti disponibili. Ogni anno, precisano dal Miur, circa 25mila docenti raggiungono la pensione. Di questi 25mila posti disponibili la metà verranno coperti attingendo dalle graduatorie permanenti ad esaurimento e l'altra metà, ovvero 12.500, saranno i posti che potranno essere messi a concorso. In questo modo sarà possibile da un lato smaltire il "precariato storico" e dall'altro dare una risposta ai giovani che non sono riusciti ad entrare nelle graduatorie.

Sindacati soddisfatti per l'annuncio del ministro ma bisogna verificare prima i posti realmente disponibili, avvertono. Riaprire i concorsi nella scuola pubblica è sicuramente "un fatto positivo" ma prima "occorre una ricognizione dei posti realmente disponibili, altrimenti si rischia di alimentare soltanto illusioni" sottolinea il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. Sulla stessa linea il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, secondo cui la questione di un eventuale concorso per insegnanti va affrontata "con trasparenza, con una quantificazione dei posti disponibili chiara e certa per non creare illusioni". "E' del tutto evidente - afferma - che per fare le cose bene occorre, sì fare presto ma non in solitudine. Ci auguriamo quindi una riunione con i sindacati per affronatre le varie questioni che sulla materia esistono".
Sul reclutamento dei docenti "occorre muoversi con equilibrio e con decisione. Si deve tener conto delle attese e dei diritti di chi oggi è nelle graduatorie a esaurimento, ma nello stesso tempo vanno date opportunità di accesso all'insegnamento anche alle leve più giovani" ha detto il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima.

L'annuncio di riaprire la stagione dei concorsi è stata accolta con favore anche dalle forze politiche. "Buono l'intervento del ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo che, finalmente, lancia un messaggio positivo ai giovani laureati e sottolinea che fare l'insegnante è una professione importante per il nostro paese". Lo ha dichiarato in una nota il senatore del Pd Antonio Rusconi, capogruppo in Commissione Istruzione a Palazzo Madama. "È un bene che questo Paese torni ad assumere per concorso, quindi per merito e con trasparenza" ha commentato il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione.

"Classi pollaio" e aule insicure - In Sicilia sono oltre 1.260 gli istituti scolastici che ospitano aule "fuorilegge": è il pesante dato che emerge dal Piano nazionale per la messa in sicurezza delle scuole italiane redatto e pubblicato dal Ministero dell’Istruzione dopo che il Consiglio di Stato ha accolto la class action promossa dal Codacons contro le cosiddette "classi pollaio", ovvero le aule che non possono ospitare un numero eccessivo di studenti rispetto alle dimensioni delle stesse. "Il numero massimo di studenti per aula è di 25, dato che però in moltissime realtà regionali è di gran lunga superato arrivando, addirittura, a toccare quota 40", ha spiegato Francesco Tanasi, segretario nazionale dell’associazione dei consumatori. "Da anni denunciamo l’esistenza di classi-pollaio e da tempo diffidiamo i provveditori agli Studi, i dirigenti scolastici a evitare di far vivere fuorilegge gli studenti".
Una classe può essere definita pollaio quando ha più di 25 alunni; quando è formata in un’aula con dimensioni inferiori a 45 metri quadri (48 per le superiori), più 2 metri quadrati netti per ogni persona presente diversa dall’alunno (insegnante di sostegno, esperto esterno e così via) e ha più di 25 alunni. Vengono considerate classi-pollaio, inoltre, quelle formate con qualsiasi numero di alunni ai quali non viene garantito l’indice minimo di 1,80 metri quadrati netti procapite (materne, elementari e medie) e di 1,96 metri quadrati netti procapite per le superiori; infine, quando le classi sono formate da più di 25 alunni in aule con superficie inferiore ai 45/50 metri quadrati netti.
Adesso gli istituti scolastici che rientrano nell’elenco del ministero, non possono superare il numero di alunni indicato dalla legge pre-riforma Gelmini, e dovranno essere messe in sicurezza al più presto. Ma non solo. Tanasi parla di "vittoria clamorosa" perché "da oggi è possibile utilizzare questo successo per sistemare parecchi precari" siciliani del mondo della scuola. Infatti, spiega l’esponente del Codacons, "a causa dell’accorpamento delle classi era diminuita l’esigenza di insegnanti, invece adesso, sistemando questa situazione, ci saranno immissioni in ruolo superiori. Sicuramente il ministero utilizzerà un maggior numero di docenti". La battaglia non si chiude qui. "Continueremo a lottare - assicura Tanasi - affinchè le scuole dei nostri figli siano sempre più sicure e perché sia garantita l’occupazione ai docenti".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it, Italpress, Codacons.it]

 

 

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20 dicembre 2011
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