"E' una finanziaria che ripudio"
Il governatore Crocetta: "Sono costretto a pubblicare il de profundis al posto di lavoro di migliaia di lavoratori"
AGGIORNAMENTO - I sindacati dei regionali Cobas/Codir e sadirs chiedono che sia pubblicato sulla Gurs il testo della legge di stabilità regionale, nelle parti non impugnate dal Commissario dello Stato, come ha stabilito l'Ars approvando - il 24 gennaio scorso - l'ordine del giorno che impegna il presidente della Regione a promulgare la legge. I sindacati invitano il commissario dello Stato, Carmelo Aronica, a vigilare "affinché venga rispettato lo Statuto".
La risposta di Crocetta non si fa attendere: "Domani sarò costretto a pubblicare una finanziaria che non mi appartiene, che ripudio, che canta il de profundis al posto di lavoro di migliaia di lavoratori, che uccide la diversabilità e impedisce ai non vedenti di studiare - scrive in una nota - che butta sul lastrico migliaia di famiglie e impone alla Sicilia una manovra depressiva senza precedenti, che potrà influire sulla tenuta sociale della Regione, che affossa le imprese e influirà negativamente sul rating nazionale e regionale".
"Faccio appello al Capo dello Stato - dice ancora il governatore - affinché intervenga in questa situazione terribile, perché si possa trovare una soluzione rapida che permetta alla Sicilia di rilanciare le politiche di sviluppo, di crescita e di solidarietà. Per me domani sarà un giorno di grande tristezza, che trascorrerò pregando per la Sicilia e per il popolo siciliano, perché non debba più subire violenze cieche e irrazionali. Sono pronto al confronto istituzionale, ma con fermezza, sapendo che in ballo non ci sono i giochetti della politica politicante, ma gli interessi di un intero popolo che ha già subito tante violenze e che oggi viene massacrato. Usciremo dal guado, perché la verità e la giustizia trionfano sempre".
E ancora: "Faccio appello ai siciliani di stringersi in questa civile e democratica lotta per la Sicilia, con uno stile quasi gandhiano, quello di un popolo assediato che sa che soltanto attraverso la mobilitazione democratica e non violenta, potrà ottenere quella comprensione istituzionale che è necessaria per risorgere. Nell'ultimo anno abbiamo tagliato sprechi e corruzione, non possiamo pagare in una sola finanziaria un passato di sprechi e di irresponsabilità che ci inseguono. E' venuto il momento della responsabilità e della coesione regionale, sapendo che ce la faremo. Non ho dubbi".
Un tavolo tecnico per la finanziaria siciliana...
È stato Palazzo Chigi ieri mattina, nella riunione allargata a più ministri, a cercare di dipanare la matassa complicata scatenata in Sicilia dall'impugnativa del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, che ha, nei fatti, congelato più di due terzi della finanziaria regionale, spostando 558 milioni di euro in un fondo indisponibile. Mossa che ha sconcertato la Regione Siciliana, anche a causa dello stand by in cui sono stati messi i pagamenti di migliaia di dipendenti e pensionati dell'isola, ma anche quelli del personale Ars e di 90 deputati.
Dopo l'incontro con i ministri Graziano Delrio, Angelino Alfano, Gianpiero D'Alia alla presenza del sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi e dei parlamentari Davide Faraone (Pd) e Renato Schifani (Ncd), il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha diramato una nota spiegando di avere illustrato durante la riunione "tutte le azioni positive effettuate dalla Regione nelle ultime due finanziarie, i tagli rigorosi e la lotta agli sprechi effettuati dal governo" (LEGGI). Ed ha annunciato che al tavolo tecnico di oggi parteciperà anche il Commissario dello Stato.
Secondo quanto si apprende, però, Aronica potrebbe non partecipare al tavolo tecnico convocato al ministero per gli Affari regionali per affrontare la questione del blocco della spesa nell'isola. L'evoluzione della vicenda avrebbe creato irritazione nell'ufficio del Prefetto, che ha un ruolo terzo nell'esame delle leggi approvate dal Parlamento siciliano.
Crocetta ha evidenziato che "non solo in questi anni sono stati tagliati 2 miliardi e 400 milioni ma sono già stati accantonati 300 milioni per la costituzione del fondo rischi per i residui attivi". "Il governo regionale in pratica ha agito, non solo per mettere i conti in ordine, ma anche per assicurare la Regione rispetto al rischio debiti", ha affermato il governatore. "I rappresentanti del governo nazionale - ha proseguito - hanno affermato che la manovra 2014 non solo ottiene il pareggio dei conti, come confermato dal capo di gabinetto all'Economia Daniele Cabras e dal ministro Delrio, ma che è anche una manovra di grande valore sociale e di rilancio dello sviluppo, sostenendo che i tagli avrebbero conseguenze drammatiche sul piano non solo regionale ma anche nazionale".
"Ritengo urgente riprendere il dialogo con il Commissario dello Stato, nel rispetto del principio di leale collaborazione, per il bene comune. La tragedia imminente della possibile perdita di migliaia di posti di lavoro ha contribuito ad alzare la tensione, ma è volontà della Regione riconoscere il ruolo di garanzia che svolge il Commissario. Spero sinceramente che si possa riprendere un ragionamento che consenta a Regione, Stato e Commissario, tutti assieme, di trovare soluzioni urgenti per evitare la catastrofe in Sicilia".
Nel vertice di ieri, secondo il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione Gianpiero D'Alia, "si è trovata una buona soluzione che definisce un percorso con un tavolo tecnico che individua in un rapporto sereno e di leale collaborazione tra governo regionale, centrale e Commissario dello Stato, tutti gli strumenti per garantire i servizi essenziali alla Sicilia e un percorso virtuoso di risanamento economico e finanziario che la Regione ha già iniziato ma che deve portare avanti con determinazione e costanza". Nel corso del tavolo tecnico, ha spiegato il ministro, "si farà una verifica voce per voce per individuare soluzioni che garantiscano la spesa delle risorse, ma anche che non ci siano buchi nel bilancio della Regione. Il tavolo tecnico vedrà la partecipazione del Mef anche per quanto riguarda i cosiddetti residui attivi". Per D’Alia il tavolo rappresenta quindi "un percorso chiaro: il presidente Crocetta sa cosa deve fare lui e lui sa cosa stiamo facendo noi". Sul ruolo del Commissario di Stato, il ministro ha osservato "che ogni operato è criticabile, ma va rispettato il suo ruolo costituzionale e tra l'altro è bene ricordare che il Commissario ha operato per garantire la tenuta dei conti pubblici".
Intanto, stando a fonti vicine al Commissario dello Stato, Carmelo Aronica non avrebbe gradito per nulla l'esito del vertice a Palazzo Chigi e, a tuttora, la sua presenza a Roma non è garantita.
[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it]
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