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''Emergenze'' di Sicilia. Due le priorità estive da fronteggiare: l'emergenza idrica e l'emergenza incendi

I ''piani'' adottati dalla Regione siciliana per fronteggiare mancanza d'acqua ed eccesso di fuoco

23 giugno 2005

Di ''emergenze'' in Sicilia ce ne sono a iosa, per tutti i gusti e per tutti le stagioni. Con la sopraggiunta stagione estiva però, le emergenze che acquisiscono una rilevanza prioritaria sono quella idrica e quella degli incendi. Sono esattamente questi due elementi opposti che nei mesi caldi dell'anno mettono a repentaglio l'incolumità di persone, animale e cose di tutto il territorio regionale.
Ma quali sono i ''piani'' della Regione Sicilia, in quest'estate 2005, per ovviare quelli che sono riconosciute come peculiari problematiche estive siciliane?

EMERGENZA IDRICA
Ammonta a poco più di 17,6 milioni di euro la somma impegnata dal presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, per finanziare 38 progetti suddivisi nelle province di Palermo, Catania, Siracusa e Ragusa. Si tratta di realizzazioni di opere appartenenti a una prima tranche del cosiddetto Piano stralcio degli Ato (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale), inserito nell'accordo di programma quadro sulle risorse idriche e la tutela delle acque. I decreti adesso passeranno al vaglio della ragioneria dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici, prima della definitiva notifica agli enti interessati. Le somme, anche se destinate agli Ato di competenza, verranno utilizzate dai comuni sul cui territorio saranno realizzati gli interventi, in assenza di un soggetto gestore in ciascun ambito territoriale ottimale.

Alla provincia di Palermo saranno destinati poco meno di otto milioni. Tra i progetti, il rifacimento della rete idrica di Alimena, il completamento di quelle di Ficarazzi, Bagheria e Prizzi.
In provincia di Catania, invece, andranno poco più di 3,7 milioni di euro, utili a finanziare sei progetti. i più significativi dei quali sono quelli riguardanti i lavori per la rete idrica di Acireale, la sostituzione di adduttori ammalorati a Grammichele, quindi, la ristrutturazione o il completamento delle reti di Palagonia, Motta Sant'Anastasia e Castel di Iudica.
Circa 3,2 milioni saranno destinati alla provincia di Siracusa per la realizzazione di nove progetti. I più importanti tra questi sono quelli relativi al rifacimento della rete idrica di Buscemi e il completamento di quella di Canicattini Bagni; mentre 2,6 milioni di euro andranno in provincia di Ragusa, sul cui territorio sono stati finanziati quindici progetti, riguardanti essenzialmente il comune di Scicli, dove verrà ristrutturata gran parte della rete idrica comunale.

EMERGENZA INCENDI
Pianificazione, previsione, prevenzione e lotta attiva con l'impiego di ''guardaboschi'', viali parafuoco, servizio elicotteristico e navale, selvicoltura preventiva: sono gli strumenti di repressione degli incendi previsti dal ''Piano regionale per la difesa della vegetazione dagli incendi''.
Il piano, redatto dall'ufficio speciale servizio antincendi boschivi della Regione siciliana, sostituisce il precedente che risale al 1994 e segue i parametri indicati dalla legge regionale del '96 e della legge quadro 2000.
''L'importanza del piano - dice l'assessore regionale all'Agricoltura e Foreste, Innocenzo Leontini - consiste nel volere operare una difesa globale e tout court del suolo siciliano prevedendo non solo azioni di repressione nei momenti d'emergenza ma anche di prevenzione da realizzare con la mappatura e il monitoraggio periodico delle aree a rischio''.
Il piano regionale, che sarà aggiornato nel 2008, attinge le risorse dal bilancio del 2005 pari a 150 milioni di euro di cui il 50 percento sarà destinato allo spegnimento degli incendi, l'altra metà alla prevenzione.
''L'obiettivo è la riduzione delle superfici boschive e a coltivazione - dice direttore dell'ufficio speciale servizio antincendi boschivi, Mario Arrigo - e la riorganizzazione del comparto antincendi. Per questo il punto forte del progetto è la collaborazione di enti locali territoriali e pubblici tra cui il dipartimento regionale delle foreste, gli ispettorati dipartimentali, la protezione civile, i comuni, le province regionali, gli enti parco e le riserve naturali''.

L'analisi, svolta per la stesura del piano, si basa sull'elaborazione statistica dei dati sugli incendi boschivi relativi al periodo 1986-2002 e dimostra ''che il periodo estivo è quello in cui si hanno i maggiori valori di deficit idrico dei suoli - dice Arrigo - a causa della maggiore evapotraspirazione potenziale e delle scarse piogge che si traduce in uno stress idrico vegetativo. Se a questo si aggiunge la maggiore frequenza d'estate anche dei fenomeni scatenanti di tipo propagativo, venti caldi e secchi, basse umidità, alti livelli radiativi, che innalzano il livello di rischio incendio, è facile purtroppo fare le deduzioni''.
Su una superficie boschiva siciliana, stimata dall'amministrazione forestale, di 283 mila ettari (pari all'11 % del suolo regionale), nel periodo compreso tra il 1995 e il 2002, 587 sono stati gli incendi che hanno distrutto 13 mila 981 ettari di terreno. Di questi l'80 percento sono gli incendi di origine dolosa.
Altri dati riguardano le aree interessate dagli incendi ''quasi il 70 percento - dice Arrigo - sono le coltivazioni private, il 46 percento le aree estese tra i 10 e i 40 ettari, il 15 percento le superfici inferiori ai 10 ettari e quasi il 39 percento quelle inferiori ai 40 ettari''.
Il piano regionale, in linea con il nuovo contesto normativo, vuole insomma, contenere la quantità di superfici danneggiate dagli incendi più che la riduzione del numero degli incendi stessi. Non sempre, infatti, meno incendi significa meno aree distrutte.

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23 giugno 2005
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