Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

"Emilio Isgrò. Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie"

Al Convento del Carmine di Marsala per vedere l'Unità d'Italia attraverso le opere di Emilio Isgrò

14 maggio 2010


"Sicilia", 1970, 40x52, china su carta geografica

L'11 maggio 1860 Garibaldi sbarcava a Marsala e il 14, a Salemi, dichiarava di assumere la dittatura della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele. Era l'avvio della campagna che portò l'intero Regno delle Due Sicilie ad unirsi al Piemonte e all'Italia.
Marsala, la città che accolse Garibaldi in Sicilia, ricorda quello storico avvenimento con una mostra certamente "fuori schema", lontana da agiografie e rimembranze pur legittime. Protagonista dell'esposizione è infatti un artista siciliano di oggi, Emilio Isgrò, che per la prima volta qui riunisce, in un unico percorso, le sue opere dedicate alla Sicilia e al suo essere siciliano.
La mostra "Emilio Isgrò. Disobbedisco. Sbarco a Marsala e altre Sicilie", curata da Sergio Troisi, resterà aperta al pubblico, nelle sale del Convento del Carmine a Marsala, fino al 19 settembre 2010.

Quel "Disobbedisco!", che per assonanza richiama l'affermazione opposta che Garibaldi pronunciò nel 1866, non vuol essere una dichiarazione antirisorgimentale, semmai, chiarisce Isgrò, un rifiuto verso chi lo spirito di quel grande momento ha fuorviato o tradito.
Quello che Isgrò propone al Carmine è un itinerario concepito per deviazioni, scarti e ritorni, in cui ogni sala manifesta una voce e una declinazione differenti. A chiuderlo sarà "Sbarco a Marsala", l'installazione espressamente concepita per il 150° anniversario dell'impresa garibaldina, in cui la ricorrenza storica diventa occasione per il racconto, sorprendente e sospeso, della sfaccettata identità dell'isola.


"A.C.", 2006, 80x150, acrilico su tela montata su legno

Da quasi 50 anni l'opera di Emilio Isgrò assume il linguaggio come elemento fondamentale di riflessione, verifica e apertura immaginativa dei processi della comunicazione. Un itinerario singolarmente coerente in cui la pratica della cancellatura, lo sconfinamento dei tradizionali ambiti disciplinari, il cortocircuito tra parola e immagine e l'ibridazione con lo spazio del teatro pongono, quali assunti centrali, il rapporto di verità e falsificazione, di memoria e attualità, di storia e di presenza mitica. All'interno di questo percorso e con gli strumenti specifici del suo operato, Isgrò, sin dai suoi esordi, ha interrogato più volte da una postazione originale e feconda la storia e la cultura della Sicilia, mettendone in discussione i nodi più problematici e complessi, compiendo ogni volta un movimento di ritorno verso l'isola in cui è nato. Dalle cancellature operate sulle carte geografiche dalla fine degli anni Sessanta al monumentale "Seme d'arancia" realizzato per la sua città natale, Barcellona Pozzo di Gotto, dalla reinvenzione in lingua siciliana della "Orestea" di Eschilo andata in scena con un allestimento epocale sui ruderi di Gibellina alla "Rotta dei catalani" dove i tragitti delle formiche restituivano le contaminazioni e gli incroci dello spazio del Mediterraneo, Isgrò ha interpretato, attraverso il linguaggio e al di là di ogni malinteso localismo, il gioco di specchi e di rimandi che si è sedimentato in Sicilia.


"Continenti", 1974 122x196 cm china su carta geografica Archivio Emilio Isgrò, Milano

INFO
Marsala - Convento del Carmine (Piazza del Carmine,1)
Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 21. Chiuso il lunedì
Biglietto d'ingresso: € 3,00. Catalogo Silvana Editoriale
Tel. 0923/711631; Fax 0923/713822
Web www.pinacotecamarsala.it
Email: info@pinacotecamarsala.it


ISGRÒ / PER UNA BIOGRAFIA


"Italia", 1970, 114x96 cm China su carta geografica . Archivio Emilio Isgrò, Milano

1937-1959
Emilio Isgrò nasce il 6 ottobre 1937 a Barcellona di Sicilia, dove frequenta le elementari, le medie e il liceo classico Luigi Valli, ubicato in un ex convento basiliano. Dello stesso istituto è allievo negli stessi anni Vincenzo Consolo, futuro scrittore e vincitore del premio Strega.
Prende lezioni di solfeggio e scrive le prime poesie sotto la guida del padre ebanista, compositore su versi propri o del figlio e titolare di un'orchestrina da ballo che si esibisce nei locali alla moda della costiera siciliana. Il figlio lo accompagna spesso nei suoi viaggi da un capo all'altro dell'isola.
Si appassiona alla lettura dei libretti d'opera raccolti nella biblioteca paterna tra "Il crepuscolo degli idoli" di Friedrich Nietzsche e la "Fisiologia del piacere" di Paolo Mantegazza. Uno zio melomane, fratello della madre, lo porta a vedere "La Traviata" al Teatro Massimo di Palermo.
Rosanna Pirandello, amica di famiglia e poetessa in dialetto, gli dà i primi libri da leggere: "Gitanjali" di Rabindranath Tagore, "Madame Bovary" di Gustave Flaubert, "Novelle per un anno" di Luigi Pirandello. Alla fine delle elementari, come premio, chiede alla madre di regalargli "I promessi sposi" e "Le avventure di Pinocchio". L'amico e insegnante Alessandro Manganaro, grande studioso di letteratura neogreca, gli suggerisce la lettura di Kavafis, Ungaretti, Montale.
Acquista a rate le opere di Berthold Brecht e di Federico García Lorca su una bancarella Einaudi in giro per la provincia italiana.
Le sue prime prove letterarie sono molto apprezzate da Nino Pino Balotta, poeta anarchico vincitore del premio Viareggio e docente di veterinaria all'Università di Messina.
Entra in contatto con Salvatore Quasimodo e con il poeta concittadino Bartolo Cattafi, che non gli lèsinano parole di incoraggiamento e simpatia.
Assiste in un circolo cittadino a una conferenza dello scrittore siculo-parigino Beniamino Joppolo, firmatario del "Manifesto spazialista" di Lucio Fontana, dal quale sente parlare per la prima volta del cubismo di Picasso e del teatro di Jonesco.
L'amico Salvatorino Stancanelli, erede e nipote del futurista Guglielmo Jannelli, gli mostra nella villa dello zio alcuni quadri di Balla e di Depero.
Nel 1954 e nel 1955 vince per due anni di sèguito il premio di poesia inedita Luigino Gemelli, istituito in memoria di un giovane umanista precocemente scomparso. Apprende da uno zio artista i primi rudimenti della pittura a olio: in tutto dipingerà due minuscoli, microscopici quadri.
Nel 1956, con l'Aiace di Sofocle portato in scena dal regista Michele Stilo, partecipa con i suoi compagni di scuola alla riapertura dell'antico teatro greco di Tindari dopo duemila anni di silenzio. Il suo ruolo è quello di aiuto regista, aiuto scenografo e factotum: per un errore del tipografo, tuttavia, il suo nome viene cancellato dai manifesti. Lo stesso anno consegue la maturità classica e si trasferisce a Milano, dove si è fatto precedere da alcuni manoscritti inviati a Raffaele Crovi, assistente di Elio Vittorini presso la casa editrice Einaudi.
Si iscrive alla facoltà di Scienze politiche dell'Università Cattolica, ma preferisce frequentare le lezioni di Storia del teatro di Mario Apollonio. All'università incontra il giovane poeta Basilio Reale, più vecchio di lui di qualche anno, che lo introduce nella redazione della rivista La Parrucca, dove conosce Giuliano Gramigna, Goffredo Parise, Nico Naldini, Giorgio Simonotti-Manacorda, Alberto Arbasino.
Esce presso Schwarz la sua prima raccolta di poesie, "Fiere del Sud", con il risvolto di copertina firmato da Crovi. Il libro viene accolto calorosamente da Elio Vittorini e dalla società letteraria italiana in genere. Vittorio Sereni, uno dei punti di riferimento della poesia di quegli anni, chiede di incontrarlo al comune amico Bartolo Cattafi. Pier Paolo Pasolini lo recensisce con favore sulla rivista Il Punto. Luciano Anceschi gli pubblica tre poesie sulla rivista Il Verri.
Nella casa di Lina Angioletti e di Fausta Squatriti, ritrovo di artisti e letterati, conosce Guido Ballo, Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro.
Rivede nel capoluogo lombardo Vincenzo Consolo, mentre ormai frequenta regolarmente Luciano Erba, Franco Fortini, Giovanni Giudici e Elio Pagliarani, che lo chiama a collaborare alla terza pagina dell'Avanti!
Piero Manzoni gli presenta, in casa di Violetta Besesti, la studentessa Brigitte Kopp, una giovane tedesca proveniente dalla Kunstakademie di Stoccarda che qualche anno dopo diventerà sua moglie. Nello stesso ambiente incontra Lucio Fontana, Dadamaino, Nanda Vigo, Paolo Scheggi, Umberto Eco.
Frequenta la casa di Ottiero e Silvana Ottieri. Giuseppe Longo, direttore del Gazzettino, lo chiama a Venezia come responsabile della terza pagina e dei supplementi culturali del giornale, previo un breve apprendistato presso la redazione di Padova che lo vede impegnato anche come cronista di nera.

1960 - 1967
A Venezia frequenta assiduamente la Fondazione Cini, dove conosce Aldo Palazzeschi e Eugenio Montale, il quale andrà spesso a prelevarlo al giornale per farsi accompagnare nelle sue passeggiate veneziane.
Stringe amicizia con Giovanni Comisso, Diego Valeri, Andrea Zanzotto. Frequenta Ezra Pound e il suo giro di amici europei e americani.
Viaggia per due mesi nella Polonia comunista, scrivendo per Il Gazzettino una serie di articoli sul nuovo regime instaurato da Gomulka dopo le repressioni degli anni precedenti.
Realizza interviste con grandi personalità dell'arte e della cultura come Giorgio de Chirico, Salvador Dalí, Vittorio De Sica, il regista sovietico Andrej Tarkovskij, il musicista inglese Benjamin Britten, il filosofo tedesco Ernst Bloch. Frequenta i pittori Emilio Vedova, Virgilio Guidi, Giuseppe Santomaso.
Inviato dal giornale a Formentor per la prima edizione del Premio Internazionale degli Editori, ha occasione di conoscere da vicino, in una Spagna ancora franchista, gli scrittori Hans Magnus Enzensberger, Gabriel Celaya, Italo Calvino, Alberto Moravia. È di questi anni l'incontro con Guido Costantini, un poeta triestino parente di Svevo residente a Mogliano Veneto, il quale, oltre a Joyce e a Proust, gli insegna a leggere Freud e Marx, Einstein e Heisenberg, contribuendo in misura decisiva alla sua formazione intellettuale.
In aggiunta alle pagine culturali, Il Gazzettino gli affida anche le pagine degli spettacoli. Accreditato al Festival del Cinema di Cannes come critico cinematografico, recensisce molto favorevolmente il film "Viridiana" di Buñuel, pesantemente attaccato dall'Osservatore Romano e da altri giornali.
Nel 1963 il giornale lo invia per un mese negli Stati Uniti con un ristretto gruppo di giornalisti europei, invitati a seguire John Fitzgerald Kennedy nel suo ultimo viaggio ufficiale all'interno del Paese pochi mesi prima dell'assassinio. Alla fine del viaggio viene ricevuto dal Presidente alla Casa Bianca.
La rivista Il Menabò, diretta da Elio Vittorini e da Italo Calvino, gli pubblica un gruppo di poesie sotto il titolo "L'anteguerra".

Nel 1964 realizza la "Volkswagen" e le prime "Cancellature", dichiarando con scritti e saggi teorici che "la parola è morta". Montale e i vecchi amici letterati gli girano le spalle.
Con lo sbarco della pop art alla Biennale assiste da una postazione privilegiata – quella di curatore delle pagine culturali del Gazzettino – al drammatico crollo dell'arte europea sotto i colpi del mercato americano. Nasce l'opera "Jacqueline", una risposta concettualmente europea all'invasione mediatica della pop.
Grazie all'interessamento di Adriano Spatola, esce nel 1965, presso l'editore Sampietro di Bologna, la raccolta di poesie "Uomini & Donne", la cui sezione finale è dedicata a esperienze di poesia visiva che annunciano il concettuale. È presente con quattro composizioni nell'antologia "Poesie visive" curata da Lamberto Pignotti, che l'artista frequenterà per qualche mese assieme a Eugenio Miccini.
La Volkswagen viene proiettata su grande schermo a un incontro palermitano del Gruppo 63. Il cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, attacca l'opera per blasfemìa dal pulpito della cattedrale. L'anno successivo, su invito di Giangiacomo Feltrinelli, organizza con l'editore Sampietro una grande collettiva di poeti visivi alla Libreria Feltrinelli di Milano. Conosce e frequenta i musicisti Sylvano Bussotti e Giuseppe Chiari.
Il sodalizio con Pignotti e Miccini si esaurisce rapidamente. Ben presto si allontana dai due amici con il testo teorico "Dichiarazione 1", che prende le distanze dalla poesia concreta e dalla poesia tecnologica per proporre una poesia come "arte generale del segno" (Abbazia, Congresso internazionale di poesia, 1966). Seguono a ruota due mostre fondamentali per i futuri sviluppi dei linguaggi verbovisivi: la prima alla Galleria 1+1 di Padova (Oltre il collage con presentazione di Gillo Dorfles), la seconda alla Galleria Il Traghetto di Venezia, che viene aperta nei giorni della Biennale e, oltre a "Jacqueline" e ad alcune "Cancellature", ripropone in catalogo il testo integrale della "Dichiarazione 1". Negli stessi giorni, a Venezia, partecipa come voce recitante all'esecuzione dell'opera musicale "Words Words Words" di Ernesto Rubin de Cervin, alla quale assiste John Cage: tra gli interpreti c'è anche il musicologo Mario Bortolotto.
Ospita per qualche giorno nella sua casa veneziana l'artista coreano Nam June Paik e la sua compagna americana Charlotte Moorman, approdati sulle acque della Laguna per una performance "per gondola e violoncello".
L'attività di poeta lineare non è completamente interrotta: il 1966 è infatti l'anno della pubblicazione presso Mondadori del volume "L'età della ginnastica", che riunisce, oltre a un consistente gruppo di versi inediti, le raccolte poetiche precedenti.
Nel 1967 tiene una personale alla Galleria Apollinaire di Milano. Lucio Fontana, ospite alla vernice, gli compra una versione serigrafica della Volkswgen.
La casa automobilistica tedesca insorge, diffidandolo dall'uso del marchio e intimandogli formalmente di ritirare l'opera dalla circolazione. L'artista risponde: "Ritirerò la mia opera quando voi ritirerete le vostre automobili". Nello stesso periodo partecipa alle mostre Premier Inventaire International de la Poésie élémentaire (Dénise Davy, Parigi) e Mailand Situation (Galerie Senatore, Stoccarda). Finisce il matrimonio con Brigitte Kopp.


1968 - 1979
Assunto come redattore dal settimanale Oggi, ritorna definitivamente nella capitale lombarda che è in quel momento uno dei centri internazionali dell'arte.
Nel maggio del 1968 è di nuovo alla Galleria Apollinaire con l'installazione di libri "Il Cristo cancellatore". Scrive "Per una teoria del romanzo elementare".
Charlotte Moorman lo invita al Sixth Annual Avantgarde Festival di New York, da lei organizzato con Nam June Paik: alla rassegna, riservata in genere ad artisti di area fluxus, sarà invitato anche nelle edizioni successive. È autore dei testi per l'opera musicale "Liebeslied" di Carlo de Incontrera, rappresentata al Teatro Verdi di Trieste. L'artista partecipa allo spettacolo anche come attore e interprete dei propri versi.
Nel 1969 si licenzia da Oggi abbandonando definitivamente ogni attività giornalistica professionale: la sua voce di artista e testimone, tuttavia, continuerà a farsi sentire anche in sèguito dalle pagine di giornali come il Corriere della Sera, L'Ora, Il Giorno, Il Sole 24 Ore.

Tiene una importante personale alla Galleria del Naviglio, dove fa la conoscenza di Dino Buzzati, che gli invia il suo "Poema a fumetti" con la dedica: "A Emilio Isgrò affinché mi cancelli".
È presente al Museo Civico d'Arte Moderna di Bologna con la performance "Geremia e Galone", che coinvolge gli spettatori in una inedita cancellazione collettiva. Partecipa alla rassegna Liberarse. Exposition Internacional de la Nueva Poesia, promossa e organizzata dalla Facultad de Humanidades y Ciencias di Montevideo.
Nel 1970 espone alla Galleria Schwarz "l'Enciclopedia Treccani cancellata", spaccando il pubblico e la critica in una tempesta di polemiche. Annuncia in una affollatissima conferenza stampa all'Hotel Sonesta di Milano, con l'attrice Paola Pitagora al suo fianco, le imminenti riprese del "film cancellato" "La jena più ne ha e più ne vuole": del film, mai girato per problemi economici e produttivi, rimangono la sceneggiatura scritta dallo stesso artista e qualche provino fotografico. La notizia finisce comunque sui giornali di mezzo mondo, compreso il popolare tabloid inglese Daily Mirror, che la pubblica in prima pagina con due fotografie. Partecipa alla mostra Concrete Poetry? allo Stedelijk Museum di Amsterdam.
Nel 1971 presenta al milanese Centro Tool l'installazione "Dichiaro di non essere Emilio Isgrò", mentre cura per lo Studio Sant'Andrea la collettiva di poeti visivi Proletarismo e dittatura della poesia, scrivendo il saggio introduttivo che dà il titolo alla mostra.
Partecipa con una "Cancellazione pubblica" al Bitef di Belgrado, mentre propone lo "Spettacolo su una lavagna" alla Galleria Flori di Firenze.
Accetta di scrivere articoli e recensioni per il settimanale Tempo Illustrato, del quale finirà per assumere, sia pure da collaboratore esterno, la cura delle pagine culturali.
Alla XXXVI Biennale veneziana del 1972, nella sezione "Il libro come luogo di ricerca", viene esposta l'Enciclopedia Treccani cancellata. È dello stesso anno, allo Studio Sant'Andrea di Milano, l'installazione "L'avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di Stato, scrittori, artisti, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini". In tale occasione conosce Christian Boltanski, venuto da Parigi per la vernice. Seguono due importanti personali: una in Germania (Die Durchstreichungen von Isgrò, Stuttgart, Gallerie Senatore), l'altra in Italia (La ‘q' di Hegel, Milano, Galleria Blu). Ancora allo Studio Sant'Andrea, partecipa alla rassegna Poesia visiva internazionale.
Il 1973 si apre con la partecipazione alla rassegna Italian Visual Poetry 1912-1972 al Finch Museum di New York (riproposta lo stesso anno dalla Galleria d'Arte Moderna di Torino con il titolo Scrittura visuale in Italia 1912-1972), continua con una mostra di taglio antologico all'Istituto Italiano di Cultura C. M. Lerici di Stoccolma, si conclude con la partecipazione alla rassegna Contemporanea al romano Parcheggio di Villa Borghese. Firma un contratto triennale di esclusiva con Arturo Schwarz.
Nel 1974 raccoglie in volume per Il Formichiere le testimonianze apòcrife dell'installazione "L'avventurosa vita di Emilio Isgrò", facendone un libro d'artista che Maria Bellonci, fondatrice e patronessa del Premio Strega, scambia per un romanzo e candida ufficialmente con un padrino e una madrina d'eccezione: Andrea Zanzotto e Silvana Ottieri. Tuttavia si accorge ben presto dell'equivoco e invita l'editore a ritirare l'opera. Alla fine, il libro avrà sette voti, tra cui quello di Inge Feltrinelli, che gli consegna personalmente la scheda. Ancora a Milano, espone il "ciclo Kissinger" alla Galleria Blu e le "Storie rosse" allo Studio Soldano. Partecipa alla mostra Della Falsità al Csac di Parma assieme a Luciano Fabro, Antonio Trotta, Hidetoshi Nagasawa.
Nel 1975 è di nuovo alla Galleria Blu con l'installazione "Giap". Espone alla Galleria Trisorio di Napoli Immaginare di Händel. Presenta l'installazione di libri cancellati "Secundum Iohannem" all'Icc di Anversa.
Del 1976 è la grande antologica al Csac di Parma, mentre progetta per l'editore Einaudi la copertina del romanzo "Il sorriso dell'ignoto marinaio" dell'amico Vincenzo Consolo. L'anno successivo pubblica da Feltrinelli il romanzo "Marta de Rogatiis Johnson", tiene una mostra di taglio retrospettivo al Padiglione d'Arte Contemporanea di Ferrara e partecipa alla rassegna Arte in Italia 1966-1977 presso la Galleria d'Arte Moderna di Torino. Paolo Volponi, con il quale è da tempo in rapporti di stima e d'amicizia, recensice Marta de Rogatiis Johnson sull'Avanti!
Partecipa allo Studio Sant'Andrea di Milano all'esposizione collettiva Poesia visiva. Verso un concetto globale. Vince il Primo Premio alla XIX Biennale di San Paolo del Brasile.
Nel 1978 è invitato per la seconda volta alla Biennale di Venezia. L'anno dopo è alla milanese Rotonda di Via Besana con l'installazione per 15 pianoforti "Chopin" mentre il Comune di Gibellina gli affida il progetto e la composizione di una "Orestea" per celebrare la rifondazione a valle della vecchia città distrutta dal terremoto.

1980 - 2010
A Gibellina, mentre già lavora all'"Orestea siciliana" – concepita dall'artista come il naturale compimento teatrale delle sue teorie sulla poesia visiva –, realizza una grande scultura in ferro per la facciata del Museo cittadino; scrive e mette egli stesso in scena "Gibella del Martirio"; compone la 'processione in versi' "San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori", che sarà rappresentata tutti gli anni il 15 agosto per la festa del santo patrono.
Partecipa con l'installazione "Biografia di uno scarafaggio" al progetto speciale Cronografie della Biennale di Venezia.
Nel 1982 è a Londra con l'Enciclopedia Treccani e alcuni "Particolari ingranditi" per la rassegna Arte italiana 1960/1982 promossa e realizzata dalla Hayward Gallery.
L'Orestea di Gibellina, destinata a essere replicata per tre anni, debutta sulle macerie della vecchia città distrutta nel giugno del 1983, in una sera di vento gelido che fischia nei microfoni trasformandosi in un boato. Tra gli spettatori c'è Inge Feltrinelli (avvolta nel poncho che le ha regalato Allende), artigiani e contadini della Nuova Gibellina ricostruita in pianura, uomini di teatro e registi venuti da tutta Europa, magistrati antimafia che hanno abbandonato per poche ore i loro uffici palermitani per partecipare a un rito civile il cui significato non sfugge a nessuno.
Nel 1984 sposa la giornalista Scilla Velati. Nel 1985 torna all'attività espositiva con la mostra Il tempo delle macchie al milanese Mercato del Sale e con l'installazione multimediale "La veglia di Bach", commissionatagli dal Teatro alla Scala per l'Anno Europeo della Musica. Il 1986 lo vede impegnato al Museo Civico Archeologico di Bologna con l'installazione "L'ora italiana", ispirata dal tragico attentato alla stazione. L'attività drammaturgica riprende lo stesso anno a Barcellona di Sicilia con "Didone Adonàis Dòmine", portata in scena tra i piloni in cemento armato e i gradini a cielo scoperto di un teatro ancora in costruzione. Lo spettacolo viene trasmesso da Raitre in diretta televisiva sulla rete nazionale. Partecipa alla Biennale di Venezia.
Nel 1987, a Locarno, davanti a un pubblico di scienziati e filosofi, legge la sua "Teoria della Cancellatura" al III Convegno Internazionale Dal profondo del pensiero: la creatività nella scienza e nell'arte.
Espone via via all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid (Cancellature 1965-1987), alla Galleria Fonte d'Abisso di Milano (Teoria della Cancellatura 1964-1990), alla Torre del Lebbroso di Aosta (C'è chi dice Madame Bovary). La pièce San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori viene riallestita nel 1988 alla rassegna Città Spettacolo di Benevento, mentre nel 1989 Giovanna d'Arco va in scena al Teatro di Porta Romana di Milano.
Esce da Mondadori il romanzo "Polifemo", accolto dalla critica e dal pubblico come un avvenimento letterario. Nel 1990 è invitato alla rassegna New Art from the Mediterranean and Japan al Museum of Modern Art di Toyama. Nel 1992 partecipa alla mostra The Artist and the Book in XX Italy al Museum of Modern Art di New York.  Torna per la quarta volta alla Biennale nel 1993 con una sala personale intitolata a "Guglielmo Tell". Nei giorni della vernice Francesca Benedetti e Anna Nogara recitano la "Preghiera ecumenica per la salvezza dell'arte e della cultura", pubblicata in edizione speciale dall'Archivio di Nuova Scrittura.
L'anno dopo (1994) è ancora a Venezia per la rassegna I libri d'artista italiani del Novecento alla Collezione Guggenheim, mentre allestisce alla Galleria Franca Mancini di Pesaro, nell'ambito del Rossini Opera Festival, il ciclo Prima della prima del Mosè ovvero "La Bibbia di vetro". Esce da Camunia il romanzo "L'asta delle ceneri". Il canale Radio Tre della Rai trasmette "Il frutto senza nome", un radiofilm con musica di Mauro Bonifacio. L'opera sarà successivamente presentata all'Acquario Romano (27-30 ottobre 1994) e al Teatro Studio/Piccolo Teatro di Milano (20 aprile 1995).
Nel 1995 riallestisce Chopin alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Dopo trent'anni ritorna alla poesia lineare con la raccolta "Oratorio dei ladri" pubblicata da Mondadori (1996). Si apre al Palazzo Ducale di Colorno (Modena) la mostra Vetrophanie, una singolare esposizione che lo vede insieme a Kounellis, Merz, Penone e Zorio. Nel 1998 tiene un discorso sul rapporto tra arte, lavoro e crescita economica davanti a duecento sindaci convenuti da tutta Europa a Barcellona di Sicilia per l'inaugurazione del gigantesco "Seme d'arancia" donato ai popoli mediterranei come segno di rinascita civile e sociale.
Scrive la "Teoria del seme". È tra i partecipanti alla mostra Minimalia a cura di Achille Bonito Oliva, ospitata nel 1999 al PS 1 di New York dopo le precedenti edizioni al Palazzo Querini Dubois di Venezia (1997) e al Palazzo delle Esposizioni di Roma (1998). Nel 2001 la Città di Palermo gli dedica una grande retrospettiva nella chiesa gotico-catalana di Santa Maria dello Spasimo. Realizza l'installazione "Le api della Torah" per l'antica Libreria Belforte di Livorno, mentre alcune sue opere sono accolte nella mostra The Vera, Silvia and Arturo Schwarz Collection of Contemporany Art al Museum of Art di Tel Aviv.
Un Libro cancellato viene esposto al Pergamonmuseum di Berlino nella sala dedicata alla storia della scrittura dagli ittiti alle cancellature di Isgrò. Torna all'attività teatrale con la traduzione-riscrittura della Medea di Euripide portata in scena dall'Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina.


Emilio Isgrò fotografato da Ferdinando Scianna

Nel 2002 partecipa alla rassegna Le stanze dell'arte: figure e immagini del XX secolo al Mart di Rovereto. Aragno pubblica la raccolta di poesie "Brindisi all'amico infame", che è finalista al Premio Viareggio e vince il Premio San Pellegrino. Due anni dopo, per la rassegna Le Opere e i Giorni, realizza a Padula, in una cella della Certosa di San Lorenzo, l'installazione "Il Padrenostro delle formiche". Partecipa alla collettiva Epicentro all'Akhenaton Gallery del Cairo.
È invitato alla Casa del Mantegna di Mantova per la mostra "Guardare raccontare pensare conservare. Quattro percorsi del libro d'artista dagli anni Sessanta ad oggi", mentre l'anno successivo lo ritroviamo al Castello Sforzesco di Milano (Alice nel castello delle meraviglie. Il mondo fuori forma e fuori tempo nell'arte italiana del Novecento), ancora al Mart di Rovereto (Un secolo di arte italiana/Ein Jahrundert italienischer Kunst), alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano (La scultura italiana del XX secolo).
Il 2005 è anche l'anno di una personale al Palazzo Ducale di Urbino, dove vengono accolti nella Biblioteca di Federico da Montefeltro il "Codex Theodosianus" (1969) e l'imponente scultura "Le Tavole della Legge ovvero La Bibbia di vetro" (1994), che troverà la sua collocazione definitiva alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Partecipa alla rassegna Il libro come opera d'arte (ancora alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna) ed è presente all'inaugurazione del Museo della Scultura Contemporanea di Matera con il libro-scultura "Calcio di rigore".
La "Preghiera ecumenica per la salvezza dell'arte e della cultura", con musica di Francesca Breschi, viene ripresa nel 2006 al festival Strade Bianche di Casale Marittimo, mentre nel 2007 Francesca Benedetti la ripropone in coppia con l'autore alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Lo stesso anno partecipa alla rassegna In pubblico/Azioni e idee degli anni settanta in Italia (Museo di Villa Croce, Genova) e presenta al Pac di Milano il libro d'artista I cinque Isgrò, realizzato a stampa da Giorgio Upiglio su commissione dei Cento Amici del Libro. Sempre nel corso del 2007 una grande retrospettiva sull'artista, "Dichiaro di essere Emilio Isgrò", curata da Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva, si tiene da febbraio a maggio al Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. In luglio inaugura al Parco Horcynus Orca di Messina l'installazione permanente "Casalàina".
Nel 2009 realizza la grande installazione "Fratelli d'Italia" nell'ambito di una retrospettiva allestita nella Galleria del Credito Valtellinese presso il Palazzo delle Stelline di Milano e successivamente trasferita nella Galleria del Credito Siciliano ad Acireale.
Attualmente sta lavorando a una retrospettiva che sarà inaugurata il prossimo 4 settembre al Museo Taksim di Istanbul, proclamata capitale europea della cultura 2010.

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

14 maggio 2010
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia