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"Entro l'anno 700 licenziamenti"

I metalmeccanici del Petrolchimico contro il piano industriale che prevede 1.400 esuberi tra il 2012 e il 2014

04 gennaio 2012

AGGIORNAMENTO
I blocchi negli impianti della Isab nel Petrolchimico di Priolo saranno rimossi e domani i lavoratori delle ditte dell'indotto metalmeccanico rientreranno al lavoro dopo tre giorni di scioperi e mobilitazione. È il risultato dell'accordo raggiunto nel corso del vertice che si è tenuto in Confindustria a Siracusa tra i dirigenti del gruppo Erg-Lukoil, che controlla gli stabilimenti Isab, e i sindacati. L'azienda ha comunicato che riabiliterà i badge a un centinaio di operai, ai quali era stato bloccato tre giorni fa e che per protesta avevano fatto scattare i presidi prima alla Isab Sud e poi stamattina anche alla Isab Energy e alla Isab Nord. Le parti hanno concordato una serie di incontri in Confindustria per riprendere il confronto sugli appalti e gli investimenti nel Petrolchimico e sul piano industriale del gruppo Erg-Lukoil. "L'attenzione rimane alta - dice Tonino Recano della Fiom di Siracusa - Abbiamo di fronte una discussione complicata, durante la quale si affronterà il tema degli esuberi". I posti a rischio sarebbero circa 1.400 nei prossimi due anni.

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Non si è fermata neanche oggi la protesta dei metalmeccanici nel Petrolchimico di Priolo (SR), dove centinaia di operai di aziende dell'indotto hanno presidiato i cancelli della Isab Sud, impianto controllato dalla joint venture tra il gruppo Erg e i russi di Lukoil.
La mobilitazione è scattata due giorni fa all'improvviso, quando un centinaio di operai, che si sono presentati agli ingressi dello stabilimento di raffinazione, ha scoperto di avere il badge disabilitato.
I sindacati hanno contestato la decisione di procedere alla disabilitazione dei tesserini nel pieno del confronto sul piano industriale che prevederebbe 1.400 esuberi tra il 2012 e il 2014 su un totale di 3.500 metalmeccanici, 700 dei quali già quest'anno. Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto il ritiro del provvedimento e la ripresa della trattativa, "in assenza di risposte - hanno detto i sindacati - la protesta continuerà".
Gli operai questa mattina hanno esteso i blocchi anche negli altri due impianti del gruppo, alla Isab Energy e alla Isab Nord (ex Montedison).

I sindacati giudicano "arrogante e pregiudiziale" l'atteggiamento "con cui l'azienda continua a demolire assetti occupazionali di un comparto già fragile che, incastrato in un sistema d'appalti deregolamentato e irresponsabile, viene attraversato costantemente da una crescente mobilitazione".
"È necessario contrastare efficacemente il percorso di dismissione dell'Isab - sostengono i metalmeccanici di Siracusa - che rischia di punire ulteriormente cittadini-lavoratori che stanno già pagando, con il peso di una manovra iniqua e classista, il duro prezzo della crisi finanziaria". Per Fim Fiom e Uilm "la soluzione passa attraverso una seria politica industriale che affermi l'effettivo rilancio, in chiave ecosostenibile, dei processi produttivi e dell'occupazione. Occorre che l'Isab assuma l'impegno di concretizzare adeguati piani di manutenzione - concludono - indispensabili per mettere in sicurezza impianti che rischiano un pericoloso default tecnico, utilizzando programmi compatibili con il mantenimento dei livelli occupazionali, attenti alla sicurezza ambientale e alla giusta valorizzazione di professionalità".

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, LiveSicilia.it]

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04 gennaio 2012
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