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''Ero amico di Borsellino”. E' scontro tra l'ex funzionario Sisde Bruno Contrada e la famiglia del giudice Paolo Borsellino

02 gennaio 2008

AGGIORNAMENTO - Giuseppe Lipera, avvocato di Bruno Contrada, durante una conferenza stampa tenuta stamane a Roma, ha spiegato ai giornalisti presenti che per il suo assistito chiederà la revisione del processo con cui è stato condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La richiesta sarà presentata dopo il 10 gennaio, cioè dopo l'udienza del tribunale di sorveglianza di Napoli che deve decidere se lasciare o meno l'ex numero tre del Sisde all'ospedale Cardarelli, dove attualmente è ricoverato.
L'istanza sarà depositata al tribunale di Caltanissetta ma i legali si dicono convinti che sarà esaminata dai giudici di Catania. "Il presidente della Corte d'appello di Caltanissetta, Francesco Ingargiola - ha sottolineato l'avvocato Lipera - è lo stesso giudice che condannò Contrada a 10 anni nel processo di primo grado a Palermo". Il primo obiettivo degli avvocati con la presentazione dell'istanza è, in realtà, quello di sollecitare il deposito delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha confermato, a maggio, la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa.
L'avvocato Lipera ha poi ribadito che né lui né Contrada hanno mai presentato una domanda di grazia. "Non ha chiesto la grazia e mai lo farà, aspettandosi invece un grazie da parte dello Stato".
Quanto alle condizioni di salute dell'ex 007, Lipera ha detto che Contrada "sta morendo". "Gli hanno tolto tutto tranne la dignità. Ma nonostante stia malissimo è un uomo che non si spezza". Questo "è un nuovo caso Tortora", ha proseguito, "l'errore giudiziario è palese: l'accusa di collusione mafiosa non è provata da nessun reato".
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Le polemiche sul caso Bruno Contrada continuanuo anche nell'anno nuovo. L'ex funzionario del Sisde condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente ricoverato all'ospedale Cardarelli di Napoli, nei giorni scorsi ha più volte ripetuto che ritenedosi da sempre innocente da parte sua non c'è mai stata richiesta di grazia: “Non chiederò mai la grazia, preferisco morire in carcere, nella consapevolezza di essere del tutto innocente”. Un'affermazione alla quale ha aggiunto: “Il potere giudiziario vuole che io muoia in carcere”.
Per Contrada, l'Italia “è un paese in cui la giustizia crede a quattro pentiti e non a capi della polizia che quei pentiti li ha fatti arrestare, o a capi dei carabinieri”, ecco perchè, ha detto incontrando in ospedale il senatore di Forza Italia Emiddio Novi, “il mio posto è in carcere, dove sono convinto di morire”. Sempre parlando col senatore Novi, Contrada si è definito più volte un “servitore dello Stato, vittima di una sentenza eversiva”.

Ed è scontro aperto tra Contrada e la famiglia di Borsellino per via di alcune dichiarazioni fatte proprio dall'ex funzionario di polizia che ha vantato un'antica amicizia con il magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio. “Avevo ottimi rapporti, eravamo amici”, ha detto Contrada, ma la vedova e i figli dell'ex procuratore hanno subito smentito: “Mai rapporti di collaborazione, tanto meno di amicizia”.
Rita Borsellino, sorella del magistrato e parlamentare regionale, sono giorni che ripete che Contrada non ha diritto ad alcuno sconto della pena: “Non sono crudele ma pretendo giustizia. Mio fratello non è morto nel suo letto. La grazia concessa ad un condannato per mafia sarebbe un precedente pericoloso”. Contrada ha replicato che tanto animosità contro di lui non è giustificata tanto più che con il giudice aveva un ottimo rapporto: “Di Paolo Borsellino ho un grandissimo ricordo”, ha detto Contrada al suo legale Giuseppe Lipera che lo ha incontrato ieri nell'ospedale di Napoli. “Con Borsellino c'era un'ottima collaborazione professionale, ma anche un'amicizia che ci portava a frequentarci fuori dal lavoro”.
“Sono bugie”, replicano scandalizzati i famigliari del magistrato ucciso dalla mafia nel luglio '92. “Paolo Borsellino - spiegano la vedova Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta - non ha mai lavorato con Contrada e tra loro non ci sono mai state né amicizia, né frequentazione. Conoscevamo i suoi collaboratori. Contrada non era tra loro". Fatti confermati anche dai fratelli del magistrato, Rita e Salvatore: “Paolo non ha mai avuto rapporti di amicizia con Bruno Contrada”.

E sono state queste le parole dell'avvocato di Contrada: "Rita Borsellino, essendo contraria alla Grazia a Bruno Contrada, ha parlato al telefono, non si capisce a che titolo, col Presidente della Repubblica e dice di essersi tranquillizzata. Io, difensore di Bruno Contrada, non mi posso rasserenare: perchè col Capo dello Stato non ho ancora parlato. In Italia vuol dire che c'è chi può e chi non può"“Ieri (l'latro ieri per chi legge, ndr) ho presentato al Quirinale domanda scritta per essere ricevuto e conferire personalmente col Capo dello Stato. Aspetto di essere convocato. Mi tranquillizzerò solo dopo aver parlato col presidente Giorgio Napolitano. Ma mi chiedo: mi ci faranno mai parlare?”.

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02 gennaio 2008
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