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''Farò di tutto per impedire l'elezione di Gianfranco Miccichè a presidente della Regione siciliana''

09 febbraio 2008

Ieri la riunione dei vertici della Casa delle libertà siciliana e del Movimento per l'autonomia per trovare un nome condiviso per la candidatura alla presidenza della Regione Sicilia, si è conclusa con una fumata nera. Nessun accordo raggiunto e visibili spaccature all'interno della colaizione di centrodestra.
I possibili candidati rimangono sostanzialmente quattro: Gianfranco Miccichè per Forza Italia, Raffaele Lombardo per l'Mpa, Pippo Scalia per Alleanza nazionale e Saverio Romano per l'Udc.

A conclusione del vertice il senatore Giovanni Pistorio (Mpa), dopo avere formalizzato la candidatura del leader del suo partito, Raffaele Lombardo, ha detto: "Al fine di avviare una stagione autonomistica nel segno della valorizzazione dello Statuto Siciliano anche in rapporto allo Stato centrale, ho evidenziato come alla luce degli ultimi avvenimenti si renda ancora più necessaria e proficua la collaborazione tra l'Udc e il Mpa dell'isola, coerentemente al percorso comune avviato dalle due forze politiche nei mesi scorsi". "Nella casa delle libertà in Sicilia non c'è sintonia - ha aggiunto Pistorio - e qualcuno soffre di sindrome di onnipotenza".
Il senatore ha assicurato che tra Lombardo e Romano "alla fine uscirà soltanto un nome e speriamo che gli alleati vogliano convergere sulla nostra scelta". Pistorio ha detto infine che è "possibile che la Cdl presenti più candidati a governatore". Infatti anche An ha espresso la volontà di candidare un suo uomo al vertice, Pippo Scalia, così come ha confermato il segretario regionale dell'Udc, Saverio Romano al termine del vertice.

Se i toni tra l'Mpa e l'Udc sono quelli degli alleati, diversi sono quelli tra il partito del presidente condannato e dimissionario Cuffaro e Forza Italia. "Farò di tutto per impedire l'elezione di Gianfranco Miccichè a presidente della Regione siciliana. Quando mi ha chiesto di dimettermi perchè altrimenti avrei danneggiato l'immagine della Sicilia l'ho fatto. Adesso, proprio perchè amo quest'isola, faro di tutto per impedire che lui possa danneggiare la Sicilia con la sua elezione". Salvatore Cuffaro ha accolto così la notizia dell'autocandidatura di Miccichè. "Non posso impedire che si candidi - ha detto ancora l'ex governatore -, ma qualora questo accadesse non mi risparmierò per impedire che sia eletto".
Insomma, è chiaro che a Cuffaro l'acidità provocata da quegli oramai celebri cannoli, tanto sottolineati da Miccichè, non è proprio passata, anzi. 
Per Angelino Alfano, segretario regionale di FI, l'uscita di Cuffaro non è tollerabile. "I toni usati da Cuffaro sembrano più il frutto di una contrapposizione personale che politica. Miccichè è un dirigente di partito, che ha ricoperto il ruolo di ministro, ha diretto Forza Italia in Sicilia e ha garantito la coesione politica della Casa delle Libertà. Ha tutte le qualità e i requisiti politici per candidarsi alla guida della Regione ed essere sostenuto. Voglio assicurare al segretario regionale dell'Udc Saverio Romano - ha aggiunto Alfano - che Forza Italia non cambierà assolutamente candidato: il candidato è e resta Gianfranco Miccichè".
Non ha preso bene la candidatura di Miccichè nemmeno il suo compagno di partito Antonio D'Alì, senatore di Forza Italia e presidente della provincia di Trapani, che ha annunciato ieri la propria candidatura alla presidenza della Regione e ha chiestoe le primarie in Forza Italia.

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09 febbraio 2008
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