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''Felicità in compresse per i bimbi tristi''. L'Emea ha espresso parere positivo sul Prozac ai bambini

09 giugno 2006

L'Agenzia europea per i medicinali (Emea) ha espresso parere positivo alla somministrazione di Prozac ai bambini dagli otto anni in su. In un comunicato diramato nei giorni scorsi dalla sede di Londra, l'agenzia sollecita però la società farmaceutica Eli Lilly, che ha scoperto la 'molecola della felicità' (la fluoxetina), a condurre studi clinici più approfonditi.
E' stata proprio la Eli Lilly, su sollecitazione della Gran Bretagna, a chiedere alle autorità sanitarie europee di inserire anche la ''depressione infantile'' tra le malattie per cui il farmaco è indicato, ma la Francia aveva sollevato dubbi sulla sua efficacia clinica e sicurezza, chiedendo l'intervento della Commissione dell'Emea per i farmaci (Chpm).

Il placet alla somministrazione di Prozac è comunque condizionato ad un protocollo ben preciso che i pediatri devono seguire. Il farmaco deve infatti essere usato solo in associazione a psicoterapia e solo nel caso in cui il piccolo paziente non abbia risposto alle prime 4-6 sedute di analisi. La commissione indica il dosaggio consigliato, ma ammonisce che se dopo 9 settimane non vi siano segni di miglioramento la cura va sospesa. E chiede a genitori e terapisti di sorvegliare attentamente i ragazzi, soprattutto all'inizio del trattamento, per capire se vi siano tendenze suicide.
L'Emea, infine, assicura che sarà ulteriormente studiato l'impatto del farmaco sullo sviluppo sessuale e sul comportamento emotivo dei pazienti, e la tossicità della molecola.
Ancora una volta si parla quindi di ''sperimentazione'' e non di certezza sull'uso di psicofarmaci ai minori.

Negli Stati Uniti, dove l'utilizzo del Prozac è vastissimo, più di 8 milioni di bambini sono sottoposti a trattamenti psico-farmacologici. A causa dei pesanti effetti collaterali degli psicofarmaci prescritti, che in vari casi hanno determinato anche la morte del bambino, gli Usa hanno dovuto intraprendere azioni legislative per contenere il dilagare di questo fenomeno e tutelare genitori e figli nelle scuole da azioni coercitive che violavano alcuni diritti fondamentali.
Anche in Italia aumentano i casi di bambini che per presunti disturbi mentali o comportamentali, vengono segnalati dalle scuole ai Centri di Neuropsichiatria Infantile.
Uno studio italiano terminato nel 2004 (Progetto PrISMA) è emerso che 311 soggetti, pari al 9.1% del campione, hanno soddisfatto i criteri per un disturbo psichico secondo la classificazione del DSM IV. In pratica ogni 1000 adolescenti, 90, secondo i criteri adottati, manifesterebbero una patologia psichica.
Secondo il Dr. Peter Breggin, psichiatra e scrittore di numerosi testi (www.breggin.org): ''Le ditte farmaceutiche hanno individuato nei bambini un grosso affare che potrebbe innalzare di molto i profitti'', un parere condiviso da un grande numero di studiosi, pediatri e ricercatori.

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09 giugno 2006
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