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"Fiat non andare via"

Tutta Termini Imerese è ferma: migliaia di persone al fianco degli operai Fiat

13 febbraio 2014

Commercianti, parroci, sindacati, gli amministratori dei comuni del comprensorio madonita, studenti: ci sono anche loro oggi, al fianco degli operai di Termini Imerese, per la mobilitazione generale "Fiat non andare via", organizzata da Fim, Fiom e Uilm, alla vigilia della riunione al ministero dello Sviluppo economico. Una protesta, ma soprattutto un appello a sostegno della presenza produttiva industriale dell’indotto.
A Termini un bel po' di saracinesche dei negozi sono abbassate, alcune lo sono da tempo perché non hanno retto al peso della crisi, altre lo sono oggi per manifestare solidarietà. Tutta la città è ferma: migliaia di persone stanno partecipando alla mobilitazione generale. In piazza ci sono i commercianti, i parroci delle chiese locali, gli artigiani, i sindaci delle Madonie con i loro gonfaloni, gli studenti, alcuni parlamentari nazionali e regionali. Due cortei stanno sfilando per le strade: quello dei sindacati, partito da piazzale Europa con in testa lo striscione dei metalmeccanici, e quello degli studenti; si ricongiungeranno in piazza Duomo.

Nei giorni scorsi anche la Chiesa si è schierata con gli operai, inviando ai fedeli una lettera per invitarli ad aderire alla mobilitazione di oggi (LEGGI). "Ci aspettiamo che chi può dare soluzioni a questo territorio lo faccia - ha detto l'arciprete di Termini Imerese, Francesco Anfuso -. Chi ha avuto il mandato dal popolo faccia qualcosa, chi ha avuto il dono di fare politica faccia qualcosa non solo per Termini Imerese, ma per tutta la Sicilia. Sul mondo del lavoro sono calate le tenebre - aggiunge -. Gli operai sono rimasti senza nulla in mano".
Anche il parroco della Chiesa Maria Santissima del Carmelo, Michele Albanese, è sceso in piazza per manifestare solidarietà agli operai: "La Chiesa - dice padre Michele - è sempre al fianco di chi ha bisogno. Il lavoro è fonte di dignità. Questa gente è privata della propria vita quotidiana. A Termini Imerese, rispetto allo scorso anno, sono raddoppiate le famiglie che si rivolgono al banco alimentare; c'è chi non riesce a pagare i propri debiti e si rivolge agli usurai. Noi proviamo ad aiutare i bisognosi come possiamo, ma la crisi ha colpito anche noi, anche le parrocchie si sono impoverite".

In piazza a Termini, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presidente dell'Anci Sicilia. "La vertenza della Fiat di Termini Imerese è una vertenza nazionale, questa città non è sola, accanto a Termini c'è l'intera struttura dell'Anci. Fiat deve assumersi le proprie responsabilità, deve tornare a produrre qui e se non lo fa il governo porti a Termini Imerese una grande multinazionale che produca auto", ha detto Orlando che ha anche annunciato: "domani in concomitanza della riunione al ministero dello Sviluppo economico, una delegazione di sindaci della provincia di Palermo e l'arciprete di Termini Imerese padre Francesco Anfuso incontrerà il prefetto Francesca Cannizzo a Palermo per mandare un messaggio dicendo che la Sicilia e Palermo sostengono questa vertenza".

Salvatore Burrafato, sindaco di Termini Imerese, esprime tutta la sua amarezza nei confronti dello "Stato che si è assunto la responsabilità di sacrificare lo stabilimento di Termini Imerese, in cambio di soluzioni industriali credibili. Invitalia non ha centrato l'obiettivo assegnato e cioè la reindustrializzazione e il reimpiego degli operai. Il governo deve tornare a dialogare con Fiat, che nel frattempo è tornata a godere di buona salute. Le tute blu non possono vivere di ammortizzatori sociali. Dall'incontro di venerdì a Roma ci aspettiamo risposte, non la solita litania".

Il leader della Fiom, Maurizio Landini, da sempre accanto agli operai di Termini, ha così commentato: "Non so cosa succederà se cambia il governo. Siamo di fronte a una situazione drammatica, siamo a rischio tenuta democratica nel nostro Paese; in passato i momenti di crisi dell'occupazione in Italia hanno messo a rischio la democrazia. Sulle politiche industriali in questi 20 anni con il centrosinistra e con il centrodestra non è cambiato nulla. Senza investimenti pubblici e privati non si crea lavoro, come dimostra Termini Imerese".

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13 febbraio 2014
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