"Gheddafi sta bene e organizza la difesa"
Mentre i ribelli annunciano l'entrata a Bani Walid senza combattere, testimoni sostengono che il rais è fuggito in Niger
Il colonnello libico Muammar Gheddafi "è in ottime condizioni di salute e sta organizzando la difesa della Libia". E' quanto ha affermato il portavoce di Gheddafi, Moussa Ibrahim, in un'intervista all'emittente siriana 'ar-Rai'. "Combatteremo e resisteremo per la Libia e per tutti gli arabi", ha dichiarato Ibrahim, sottolineando che il regime "ha ancora forza" e che le milizie gheddafiane combatteranno "fino alla morte o alla vittoria". Il portavoce del colonnello ha infine accusato la Nato di "commetere crimini, in particolare stupri, omicidi e saccheggi".
Intanto, gli insorti libici hanno annunciato stamani di aver raggiunto un accordo per entrare a Bani Walid senza combattere. Lo riferisce la tv Al Jazira, citando un suo corrispondente, poi attraverso un'intervista telefonica a Abdullah Kanshil, capo della delegazione dei ribelli libici che ha trattato con i capi tribù la resa. "Abbiamo spiegato ai capi tribù che non ci saranno vendette e che il nostro compito sarà solo quello di garantire la sicurezza - ha affermato Kanshil. - Abbiamo trattato tutta la notte in una zona che dista 17 chilometri da Bani Walid - ha spiegato - e raggiunto un accordo quando si sono convinti che i timori diffusi dagli uomini di Gheddafi, che parlano di una nostra volontà di vendetta sulla popolazione locale, sono falsi. Sappiamo che ci sono ancora miliziani di Gheddafi nella zona - ha concluso Kanshil - in particolare ci sono cecchini sui tetti. Una volta entrati in città proseguiremo la nostra marcia verso il sud del paese".
Bani Walid è una roccaforte della potente tribù Warfalla che conta circa un milione di persone ed è rimasta fedele fino all'ultimo al Colonnello. Il canale tv pan-arabo, citando fonti tra le truppe anti-Gheddafi, ha spiegato che i ribelli entreranno nella città non appena l'accordo sarà formalizzato, probabilmente nel primo pomeriggio. Bani Walid, che si trova a 150 km a sud di Tripoli, aveva rifiutato la resa tanto che per giorni si è temuto un nuovo cruento scontro, anche perché i ripetuti negoziati con gli anziani capi tribali avevano subito ripetuti arresti. L'intesa, secondo al-Jazira, è stata raggiunta in piena notte, dopo che gli uomini più vicini al Rais avevano abbandonato la città. Poiché le truppe ribelli si andavano ammassando nell'assedio, il negoziato può esser considerato un utile indicatore della capacità della nuova leadership libica di mettere da parte le ostilità tribali e riuscire a trovare un accordo, evitando inutili bagni di sangue.
Colpi di artiglieria sono stati sparati invece contro le forze del Cnt, il Consiglio nazionale di transizione libico, che stazionano nei pressi di Sirte in attesa della scadenza dell'ultimatum fissata per sabato prossimo. L'inviato dell'emittente britannica SkyNews, Sam Kiley, ha riferito di almeno otto esplosioni. I lealisti, secondo Kiley, hanno aperto il fuoco contro alcuni carri armati degli insorti. La situazione a Sirte, città natale di Gheddafi e una delle roccaforti ancora in mano ai fedelissimi del rais, sembra essere di stallo. Il Cnt ha dato tempo ai lealisti fino a sabato per deporre le armi e arrendersi. Dopodichè dovrebbe scattare l'offensiva per la conquista della città.
Ed è giallo sulla possibile fuga di Gheddafi in Niger. Secondo l'ipotesi avanzata da fonti militari citate dall'emittente al-Arabiya potrebbe esserci anche il colonnello su uno dei 200 mezzi del convoglio entrato in nottata in Niger (e diretto verso la capitale Niamey) dal deserto della Libia. Domenica le autorità nigerine avevano annunciato che alcuni esponenti del regime di Gheddafi avevano attraversato il confine con il Niger. Tra questi figura anche il capo delle milizie gheddafiane, Mansour Daw, che in precedenza si trovava con i lealisti a Bani Walid. Ieri il giornale arabo al-Sharq al-Awsat aveva pubblicato la notizia dell'arrivo di Gheddafi in un'oasi che dista pochi chilometri dal confine con il Niger. Diversi testimoni avrebbero visto il colonnello spostarsi dalla zona di Giofra, a sud di Sirte, dove si trova il comando delle truppe che gli sono ancora fedeli, verso il confine con il Niger.
La lettera del Rais a Obama - C'è anche la bozza di una lettera scritta e probnabilmente mai inviata da Muammar Gheddafi al presidente degli Stati Uniti Barack Obama fra i tanti documenti trovati nel quartier generale dei servizi di sicurezza interna libici a Tripoli. "È necessario sostenere la Libia per liberarsi degli uomini armati di al-Qaida prima che tutto il Nord Africa cada nelle mani di Bin Laden", si legge nella lettera, in cui si parla dei ribelli definendoli "insorti", "sabotatori" e "ratti".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Corriere.it, Repubblica.it]
- La tribù di Bani Walid non si arrende (Guidasicilia.it, 05/09/11)